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Archive for agosto 2008

Un classico della cucina italiana, la pasta all’arrabbiata è un piatto semplice da fare comodamente durante una serata di fine estate: sfido chiunque ami la pasta, non aver mai mangiato un bel piatto all’arrabbiata. L’arrabbiatura del sughetto è dato dal peperoncino piaccante: io uso il mio in polvere che ho ottenuto dai miei peperoncini coltivati l’anno scorso, fatti essiccare e resi in polvere per conservarli in mini barattoli di vetro,  e dall’aglio; il sugo di pomodoro lo faccio sempre fresco al momento.

INGREDIENTI PER SEI PERSONE:

450 grammi di mezze maniche rigate

1 kg di pomodori freschi

olio di oliva extravergine

peperoncino piccante

2 spicchi di aglio

prezzemolo quanto basta

sale e pepe.

PREPARAZIONE:
Bollire l’acqua per la pasta mentre preparate il sugo arrabbiato; ponete sul fuoco in un tegame l’olio con l’aglio. Aggiungete i pomodori freschi tagliati a pezzi, salate e pepate leggermente lasciando cuocere a fuoco vivace per circa un quarto d’ora; in ultimo aggiungete il prezzemolo tritato. Unite il peperoncino in polvere, mi raccomando una bella spolverata logicamente in base al “vostro grado di arrabbiatura”. Scolate la pasta e condite con il sugo facendola saltare per qualche minuto su fuoco vivo.

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Ingredienti per 4 persone

400 grammi di farina

70 grammi di uvetta

1 bustina di lievito di birra liofilizzato

1 banana

1 dl di latte

50 grammi di zucchero

20 grammi di zucchero a velo

100 grammi di noci

90 grammi di burro

1 uovo

Preparazione

Metti la farina a fontana sulla spianatoia. Unisci il lievito (attenzione a leggere le istruzioni sulla bustina), lo zucchero normale, il latte tiepido e impasta. Aggiungi l’uovo e solo 75 grammi di burro morbido a pezzettini e continua a lavorare l’impasto, aggiungendo un presino di sale. Sarà pronto quando comincerà a staccarsi dalle tue mani proseguendo a formare una palla che inciderai a croce e coprirai con un canovaccio umido (attenzione non bagnato!); lascia lievitare la tua palla per 1 ora in luogo tiepido.

Sminuzza le noci cercando di spellarle il più possibile passandole tra le mani; spargile sulla spianatoia e passaci sopra la tua palla continuando ad impastare. La stessa operazione con l’uvetta precedentemente ammorbidita in acqua calda. Quando il panetto avrà assorbito il tutto, stendi la pasta su una teglia imburrata ed infarinata: affondaci la banana tagliata a rondelle. Copri la teglia con il canovaccio umido e fai lievitare ancora per 1 ora. Inforna a 220° e, dopo 20-25 minuti, spennella con il burro rimasto e con metà dello zucchero a velo.

A forno spento ma caldo inforna ancora la tua focaccia e lasciala dentro ancora per 10 minuti. Sfornalo, lascia raffreddare e spolverizza con lo zucchero a velo rimasto. Servilo a tocchetti con del buon caffè o del thè caldo aromatico.

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Un “dolcepensiero” per iniziare: ed ecco un’altra ricetta “rubata” a mia madre, che è tanto semplice quanto buona. La Pinuccia l’abbina sempre a delle patare al forno, inoltre è una ricetta light…

Ingredienti per 4 persone:

4 fette di lonza doppie

4 uova

4 fette di prosciutto cotto

sale e pepe

prezzemolo

Per il contorno

4 patate medio-grosse

olio extravergine d’oliva

vino bianco.

Preparazione:

aprire le fette a metà dalla parte orizzontale, lasciandole attaccate nella parte finale per ottenere una forma ovaidale, appiattirle leggermente con l’aiuto di un batticarne. Salare la carne. Sbattere un uovo, salare e pepare leggermente, aggiungere un sbriciolata di prezzemolo e  farne una frittata in una pentola leggermente unta di olio. Rifare tale operazione per le altre uova, ottenendo così quattro frittate che lascerete intiepidire. Riprendete una fetta di carne, adagiatevi sopra una frittata, una fetta di prosciutto, arrotolate e legate con uno spago. Stessa operazione per le altre fette: avrete così ottenuto quattro arrosticini. In una pentola capiente dai bordi alti (quella per arrosti è pefetta), mettere le patate tagliate a spicchi con pochissimo olio e sale. Fate cuocere per un’oretta, irrorando con del vino bianco nel momento in cui asciugano; quando le patate hanno raggiunto “una quasi cottura”, aggiungere gli arrosticini nel mezzo delle patate, fate cuocere per mezz’ora (attenzione questa fase di cottura varia a seconda della grandezza ottenuta dei vostri arrosticini, valutatela voi infilando una forchetta e dal colore di brudiatura della carne). Quando la carne e le patate hanno ottenuto una buona cottura, passate il forno al grill e fate dorare il tutto per un quarto d’ora.

Un “dolcepensiero” alternativo: si può aggiungere anche una fetta sottile di emmenthal tra la frittata e il prosciutto, oppure nell’uovo sbattuto aggiungere degli spinaci lessati in precedenza. Ottimi…

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Un “dolcepensiero di fine estate”: l’estate lo so non è ancora finita, soprattutto quest’anno che siamo ritornati dalle vacanze senza pioggia… le giornate sono ancora calde e belle. Ma per il mio piccolo orto l’estate è finita con il raccolto del basilico: un profumo avvolgente che viene sprigionato da queste piccole foglie, le mani dopo la raccolta sono imperniate del loro profumo. Pulito e lavato, il basilico è pronto per fare una salsa famosa in tutto il mondo appetitosa che ci accompagnerà per tutto l’inverno… IL PESTO. Non sarà il vero “pesto alla genovese” perché il BASILICO non arriva dalla riviera ligure ma vi posso assicurare che con un basilico biologico come il mio e curato con amore, il risultato è BUONISSIMO.

particolare del mio orto IL BASILICO

particolare del mio orto IL BASILICO

Ingredienti
gli ingredienti sono modificabili in base al peso del basilico, quindi assaggiate sempre il pesto e regolerete di conseguenza in base al vostro gusto: io ci metto poco aglio perché il mio bimbo mangia volentieri la pasta al pesto e a volte ho trovato il pecorino molto saporito, evitando così il sale:
basilico possibilmente biologico
spicchi di aglio
pinoli
noci
pecorino romano grattugiato
grana grattugiato
olio extra vergine d’oliva
sale (se necessario).
Preparazione
lavate le foglie del basilico, asciugatele e passatele in un mortaio iniziando a schiacciarle; aggiungete uno spicchio di aglio tagliuzzato, i pinoli e le noci tritate grossolanamente; dopo un pò aggiungete un cucchiaio per ogni formaggio. Schiacciate per bene il tutto nel mortaio ed assaggiate, se insipido aggiungere un pizzico di sale. Appena avrete ottenuto un composto omogeneo, diluire con l’olio, rigirate con il pestello la crema così ottenuta. Assaggiate ancora il pesto, regolate a seconda del vostro gusto. Mettete il pesto ottenuto in vasetti di vetro con chiusura ermetica, aggiungete un filo d’olio per coprirne la superficie, coprite con il tappo e conservatelo in frizer: avrete così una ventata estiva in una serata invernale. Nel momento che vorrete gustare il vostro pesto, toglietelo mezza giornata prima dell’utilizzo, soffriggete un pò di aglio con un filo di olio, versate il pesto, diluire con un cucchiaio di acqua di cottura, aggiungete qualche foglia di basilico fresco sminuzzata e condite la vostra pasta con una spolverata di pecorino fresco.
In serata ho proposto ai “miei dolcipensieri” più cari le MINIPIPE AL PESTO.
 

Mentre stavo cucinando ho avuto un ospite imprevisto: un grazioso bruchetto guarda caso verde come il basilico appena raccolto, credo che l’ho disturbato nel suo sonno ozioso al sole su qualche fogliolina mentre raccoglievo il basilico…

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Un “dolcepensiero” dedicato a…: mi hanno regalato un pacco di taglioline al vino primitivo di Brindisi. Leggendo qua e là in rete ho scoperto il significato di “vino primitivo”: e’ prodotto nelle province di Taranto, Bari, Brindisi e Lecce nelle versioni Dolce naturale, Liquoroso secco e Liquoroso dolce naturale. Il Primitivo Doc si sposa a sapori molto forti come salumi stagionati, primi piatti con sughi robusti di carne e formaggi molto stagionati, in particolare quelli di capra. Il Dolce naturale e’ ottimo per dolci a pasta non lievitata e consistenti, crostate con confetture di frutti rossi, mostaccioli, formaggi fritti con aggiunta di miele e amaretti; il Liquoroso naturale e’ piu’ indicato per torte farcite alla crema mentre il Secco per la piccola pasticceria secca. I vini sono ottenuti interamente dal vitigno Primitivo ed e’ di colore rosso con riflessi violacei, dall’odore leggero, caratteristico, il sapore è gradevole, pieno e armonico. Il Primitivo di Manduria Doc Dolce naturale e’ rosso porpora molto intenso, il profumo e’ intenso, abbastanza persistente, fruttato, speziato, etereo, con sentori di confettura di prugna e ciliegie e vaghi ricordi di vaniglia e dal sapore dolce, molto caldo, morbido, poco fresco e altrettanto tannico.
Infatti anche le taglioline si presentano di un bel colore rosso violaceo, al palato la pasta ha un sapore pieno e robusto, così ho deciso di abbinarla ad un semplice sugo al basilico con l’aggiunta finale di pomodori freschi.

Ingredienti per 4 persone

350 grammi di taglioline al vino primitivo

3 pomodori sodi

foglie di basilico

sale e pepe

un pizzico di peperoncino

un quarto di cipolla rossa

grana grattugiato.

Preparazione:

lessare due pomodori in acqua bollente leggermente salata fino a quando sulla pelle si formeranno dei tagli; scolarli, lasciarli intiepidire poi spelarli. Passarli con il frullatore ad immersione fino ad ottenere una salsina. Nel frattempo nella stessa acqua dove avete scottato i pomodori, calarvi la pasta, tagliare il pomodoro rimasto a dadini. Una metà mettetela in pentola con un filo di olio, la cipolla rossa tritata finemente, far saltare e aggiungere la salsina, aggiustare di sale e pepe, pochissimo peperoncino. Far cuocere a fuoco lento. Scolare la pasta, farla saltare in pentola con il sugo così ottenuto e aggiungervi le foglie di basilico finemente sminuzzate. Servire le taglioline con il rimanente pomodoro freddo a dadini e una spolverata di grana grattugiato.

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COCKTAIL con il mitico TOM CRUISE, storico fim dove c’è il bellissimo, strafigo e meraviglioso Tom…

storia leggera, in pieno stile yuppie anni ’80, Brian, giovane e ambizioso in cerca di un impiego, dopo aver tentato la fortuna nella finanza e nella pubblicità, accetta un lavoro come barman in un piccolo locale. Iniziato al mestiere dal collega Doug, i due fanno fortuna, dopo che Brian ha inventato un nuovo cocktail, divenendo i due più famosi barman acrobatici di Manhattan. La voglia di sfondare nn lo porterà ad avere successo sia con il suo bar sia nella finanza, ma guadagnerà l’amore della sua ragazza Jordan, l’attesa del primo figlio che poi si riveleranno gemelli provando però il dispiacere di perdere il suo forse unico amico.

Un classico di ben 22 anni fa che fa sempre piacere rivedere un pò come GREASE, DIRTY DANCING E tanti altri che sono ormai entrati nella leggenda dei films.

Lo consiglio a tutte noi donne a cui piace il bel Tom ma nn solo….

COCKTAIL DELLA CASA:

DAIQUIRI ALLA FRAGOLA

TEQUILA PUERTO VALLARDA

APRITIVO SMERALDO

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Come ogni ferragosto, siamo arrivati a Ortueri per festeggiare tutti insieme cucinando tipici piatti sardi; anche quest’anno non è mancata la pecora in cappotto (pecora bollita) e il porcetto alla griglia. L’antipasto a base di salsiccia sarda con pane carasau ha aperto il pranzo che come primo ha visto i classici gnocchetti sardi (malloreddus): il tutto in ottima compagnia… nel bel mezzo della campagna del Mandrolisai, piena di vigneti, fichi d’india e sughereti.

Molto bello a Ortueri è visitare il parco dell’asino sardo -MUI MUSCAS- dalla sua particolarità di avere il pelo bianco; ci sono anche dei bellissimi cavalli, capre e pecore e ci si può fermare a pranzare o a cenare perchè c’è una pizzeria, in costruzione il ristorante e da quest’anno una bellissima piscina aperta a tutti.

Il giorno dopo siamo andati al mare nella bellissima e incontaminata spiaggia di San Giovanni in provincia di Oristano: abbiamo passato una bellissima giornata di sole e mare, con vento non fastidioso che ci ha regalato un mare con onde spettacolari. Questa parte della Sardegna l’ho trovata ancora incontaminata, ancora immersa in una vegetazione spartana e le spiagge ancora tutte libere, dove non sei obbligato ad acquistare o spingerti fra sdraio e ombrelloni. Infatti i nostri bambini, eravamo in compagnia di nostri cugini, avevano tantissimo spazio per poter giocare senza creare disturbo. Penso che l’anno prossimo replicheremo per gustarci a pieno questi paradisi: infatti la costa offre altre meraviglie della natura.

E’ pazzesco il contrasto di questa zona: spiaggia, turisti in costume, bel paesaggio e se vai per bere un caffè al bar ti ritrovi ai piedi dei resti di un’antica città romana che si può visitare e che dalla pubblicià deduco che sia anche molto grande: bellissimo panorama antico, mentre sorseggi il tuo caffè, ti ritrovi ad ammirare le rovine di Tharros. Sicuramente sarà una metà in programma per l’anno prossimo…

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PORTOSCUSO è un bellissimo paesino di fronte all’isola di S.PIETRO: molto colorato, pulito e ordinato ha una bellissima passeggiata che costeggia un mare azzurrissimo e l’isola appunto. Questa porta al simbolo del paesino: la TORRE costruita ai tempi della dominazione spagnola. Poggia su un gruppo di scogli, a metri 30 sul livello del mare, ed ha un’altezza di metri 16. Data la sua ubicazione, la visualità è tale da comprendere la pianura fino a Paringianu, i canali di Sant’Antioco e San Pietro, su Scogliu Mannu, la baia di Portupaleddu e tutto il coronamento roccioso che da Baccu Ollastu va a Ghilotta e Sinineddu. Meravigliosa è la vegetazione che circonda la torre con colori meravigliosi, sfumature di verdi e gialli. Le rocce, modificate dai venti, hanno preso forme particolari che rendono il contesto molto pittoresco.
Passando per la passeggiata che dalla torre porta al paese e quindi al porto, abbiamo attraversato un bellissimo angolo di paradiso: la spiaggia LA CALETTA è una piccola baia sotto uno strapiombo dominato da bouganville e oleandri rosa e fucsia; la spiaggia è piccolissima con acqua cristallina. Il centro del paese è dominato dalla fontana che si affaccia sul porto turistico dove ci sono ormeggiati imbarcazioni sia di turisti che di pescatori con le loro reti. Le case sono di vari colori pastello ed a ogni entrata, ci sono targhe di terracotta dipinte a mano raffiguranti disegni, il nome della famiglia con il numero civico. La chiesa principale è dedicata a S.MARIA D’ISTRIA. Dopo un pre-aperitivo abbiamo attraversato una striscia di strada che ci ha portato all’isola di SANT’ANTIOCO. Facendo il lungo mare non puoi che notare i tanti magazzini all’ingrosso di pesce fresco che costeggiano la strada, mentre il centro paese si sviluppa lungo il viale principale dove puoi trovare tanti negozi di souvenir, chioschi e bar. A pranzo siamo stati ospiti da un ITTITURISMO dove abbiamo gustato un menù a base di pesce appunto.

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Dopo 10 giorni in Costa Smeralda, siamo partiti verso il sud della Sardegna facendo prima una tappa a Ortueri, un piccolo paese nel centro della Sardegna in mezzo ad una pianura verdeggiante piena di vigneti e sughereti. La nostra meta era quella di arrivare a Iglesias per pernottare e giungere poi a Carbonia dove ci aspettavano Walter e Roberta nostri amici. Sbagliando un “pò” la strada e più che altro curiosando quà e là, abbiamo fatto una strada tutta curve e salite, che più che la Sardegna pensavamo di salire in alta montagna; abbiamo fiancheggiato diverse miniere di carbone che ora sono diventate musei o luoghi caratteristici della zona da visitare. Finalmente dopo un paio di ore siamo arrivati a Iglesias, una classica cittadina turistica piena di negozi e chioschi. Da qui siamo ripartiti verso le spiagge della zona per ammirare dalla strada panoramica, magnifici panorami.
Iglesias, veduta della costa di Nebida e Masua
Iglesias, veduta della costa di Nebida e Masua

Nel pomeriggio siamo arrivati sulla spiaggia di CALA DOMESTICA dove ci siamo fermati per un bagno: era una baia nel mezzo di fantastiche rocce piene di insenature che una portava ad un’altra spiaggia detta LA CALETTA. Decisamente meravigliosa!!! perchè per arrivarci devi fare alcuni metri in una lunga distesa di sabbia bianca. Abituati al caos della Costa Smeralda, ho trovato questa parte della Sardegna decisamente più spartana e ancora un pò selvaggia ed è questo che più mi è piaciuto…

Spiaggia di Cala Domestica
Spiaggia di Cala Domestica

 La sera abbiamo pernottato a Iglesias in una struttura polifunzionale praticamente ancora nuova in un bellissimo hotel: lo sport village.

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…di solito il french toast si serve per colazione accompagnato con frutta fresca, come già proposto vari “dolcipensieri” fa. Questo french toast invece è un salato che propongo spessissime volte per pranzo, veloce e molto appetitoso. Come pane uso una ciabatta morbida e cioè un pane basso di forma ovale. L’uovo invece viene cotto “all’occhio di bue” e cioè senza rompere il tuorlo.

 

Ingredienti per 4 persone:

1 ciabatta di pane fresco

grana grattugiato

burro

olio extravergine d’oliva

8 uova fresce

sale e pepe

8 fette di Belpaese

Preparazione:

Tagliare il pane a fette, con un pezzo di burro spalmare le fette da ambo i lati e passarli in una padella antiaderente per brasarle con pochissimo olio ben caldo, rigirandoli da una parte all’altra facendole prendere un colorito dorato, spolverizzarle di grana grattugaito facendo creare al formaggio una crosticina; toglierle dal fuoco e metterle in forno caldo per mantenerli tiepidi e far si che il grana diventi ben croccante. Nella stessa pentola dove avete scaldato il pane, aggiungete dell’altro burro con olio e far cadere delicatamente le uova facendo si che non di rompa il tuorlo: non cucinate tutte le otto uova insieme, cercate di eguagliare la capacità della pentola con il numero di uova che può contenere. E’ importante per la buona riuscita “dell’occhio di bue” ma soprattutto per la cottura. Durante la cottura dell’uovo, con l’aiuto di un cucchiaio, fate scendere il condimento sopra il tuorlo in modo che si secchi e perchè nel momento in cui lo girate per la cottura, questi non si rompa: avrete così ottenuto “l’uovo all’occhio di bue”. Salate e pepate, rigirate ancora le uova irrorandole di continuo fino a quando prendono un bel colorito dorato. Prima di toglierle dalla pentola, adagiarvi una fetta di formaggio per uovo, lasciarle scaldare un pò e quando inizia a sciogliersi, impiattate le fette di pane caldo con le uova.

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