
« L’archeologia si dedica alla ricerca dei fatti, non della verità. Perciò toglietevi dalla testa città abbandonate, viaggi esotici e scavi in giro per il mondo; noi non seguiamo mappe di tesori nascosti, e la “X” non indica mai il punto dove scavare! »
(Indiana Jones)
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo è un film d’avventura diretto da Steven Spielberg, interpretato dal mitico anche se un pò invecchiato Harrison Ford e basato su una storia tipica di George Lucas. 1957 – deserto del Sudovest degli Usa: mentre la Guerra Fredda domina la scena politica con il terrore del conflitto nucleare, al cinema fanno la loro comparsa gli ‘esseri venuti dallo spazio’. Persa la cattedra all’università a causa della CIA, Indiana Jones si vede cosi catapultato nella ricerca del techio di cristallo. Dopo alcune avventure, soprattutto fra botte e schiaffi, con suo figlio che però scoprirà a circa metà film, “Indy” ritrova il suo grande amore Marion Ravenwood, interpretata da una Karen Allen, attrice che trovo spassosissima e molto simpatica. Parte cosi la ricerca non solo del teschio da poteri ancora misteriosi ma potenti, ma anche la ricerca di un suo grande amico non che collega esperto appunto sulla storia di questo teschio. Tra effetti speciali veramente spettacolari, la storia ha un’impronta ben viva di Lucas, che associa la civiltà maia, i suoi misteri ancora indecifrabili e i suoi reperti storici (i famosi disegni sulla terra visibili solo dall’alto), a dei contatti extraterrestri fino al punto di repertare il teschio di cristallo dalla testa allungata al corpo di un allieno. Al momento della scoperta del tempio, arriva la parte più fantastica del film dove appunto i protagonisti avranno un incontro ravvicinato con queste nuove entità fino alla distruzione del tempio che rivelerà una sorta di nave spaziale pronta a ritornare da dove era venuta… Devo dire che rispetto agli altri indiana jones, questo è appunto più irreale, più fantascentifico mentre per me che sono molto appassionata al genere, adoro di più vedere Indy alle prese con rituali, sacrifici, strane caverne e labirinti per arrivare a qualcosa che l’uomo molto prima della nostra nascita, creò per dare vita ai ricordi e alle testimoniaze che ai giorni nostri apprezziamo nei musei. Anche perchè è questo che fa un archeologo nella nostra immaginazione. Detto questo non voglio dire che il film sia brutto, anzi è una bella avventura di Indy, di quella che sarà alla fine sua moglie e del suo trovato figlio. Molto gradita all’inizio del film, la visione nel magazino dove sono repertate tantissime scoperte archeologiche, dove addirittura ci verrà mostrata la famosa Arca dell’Alleanza che ancora si trova in quel deposito in cui venne sistemata 27 anni fa, quando la saga ebbe inizio.
Non si può dire che Indiana sia un difficile palato, infatti nei suoi film e soprattutto nel secondo della saga (INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO), assistiamo ad un bacchetto che all’inizio si presenta veramente luculliano me che poi per qualsiasi persona umana, può anzi diventa un vero incubo. Piatti a base di bisce vive, pietanza con ragni, brodini con occhi di animale e semifreddi con cervella di scimmie… insomma a chiunque farebbero gola, non trovate?
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