Un “Dolcepensiero” invernale: eccoci ormai a fine gennaio; il 17 di questo mese si festeggia Sant’Antonio e a lui si attribuisce la macellazione del maiale che, tempi addietro, rappresentava la dispenda delle famiglie per quasi tutto l’anno a venire. E da questa data che s’inizia a pensare alla nuova stagione – la primavera – e a come si svilupperà: infatti i contadini allevato ed ingrassato il maiale, lo “sacrificavano” per poter sfamare le proprie famiglie confezionando lardi utili come condimento, prosciutti, salami e mortadelle, pancette e salsiccie… Dagli orti si finiva di cogliere le ultime verdure di stagione: le verze infatti sono più gustose se gelavano ancora a terra, broccoli e cavolfiori facevano i pardroni a queste terrre per poi essere di nuovo vangate e preparate per la nuova stagione. Tra i vari riti pagani dell’inverno, si attendeva il rogo della Giubiana che, se bruciava bene con un falo’ subito accesso e con fiamme ben alte, avrebbe indicato la buona riuscita della stagione agricola… Qui da noi in Brianza, dove ci sono ancora tante fattorie e dove ci dividiamo equamente tra laghi, pianura e montagna, queste usanze sono ancora in uso. Per Sant’Antonio ci sono tantissime sagre, la Giubiana viene ancora bruciata a fine mese e i piatti tipici si dividono tutti questi buonissimi prodotti che derivano dalla cultura contadina… infine il carnevale darà un primo saluto al tiepido sole primaverile!!!
INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE
350 grammi di riso
200 grammi di salsiccia
100 grammi di formaggio di latteria
una dozzina di foglie di varza (quelle più bianche)
1 scalogno
1 bicchiere di vino bianco secco
1.5 litro brodo vegetale
2 noci di burro
pepe
olio extravergine d’oliva
grana grattugiato
qualche foglia di prezzemolo.
PREPARAZIONE
Mettete a bollore del brodo fatto con dado vegetale; soffriggete lo scalogno affettato sottilmente con una noce di burro, unitevi il riso, fatelo tostare un pò, sfumate con il vino bianco molto secco. Cuocete il risotto aggiungendo man mano il brodo caldo ed intanto tagliate a pezzi grossolani la salsiccia fresca che farete rosolare in una pentola antiaderente senza l’aggiunta di alcun condimento, ma solo qualche goccia di brodo. Regolare con un po’ di pepe.
Continuare la cottura del risotto irrorando con il brodo, mentre la salsiccia continuerà a fuoco molto basso. Tagliare le foglie di verza (le più bianche e sode all’interno) a julienne e quando mancano cinque minuti alla fine della cottura del riso, aggiungetele alla salsiccia ben cotta, amalgamate bene il tutto, spegnete il fuoco e spolverizzate con il prezzemolo tritato.
Unire il condimento al risotto aggiungendo la noce di burro, una generosa manciata di grana grattugiato e il formaggio latteria tagliato sottilmente. Mantecate, lasciate riposare qualche minuto e servite.
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Ciao Serena…senti maaaaa questo risotto è…è….è Bonoooooooooooooooooo!!!!
Ciao!!
Interessante, mi piace scoprire questi piatti della tradizione e la astoria legata ad essi, storia delle tue terre, delle vostre usanze! complimenti…anche perchè dev’essere davvero buono!!!! …voglio provarlo!:)
ciao
Terry
http://crumpetsandco.wordpress.com/
grazie a federica e terry…
Salve!
Buoníssimo questo risotto. Ma purtropo qui in Brasile é difficile trovare tutti gli ingredientti.
Aiuto:
Che cosa é formaggio di latteria? è simile al cream cheese o un formaggio fresco come la ricotta o mascarpone?
Vá bene con la salsiccia picante?
Grazie e scusi il mio italiano povero
Ciao!
ciao roberto, come sostituto al formaggio di latteria, puoi usare del formaggio tipo fontina oppure un fomaggio che puoi tagliare a dadini oppure grattuggiare… se usi la salsiccia piccante io metterei meno formaggio. ciao
Buonissimo questo risotto. Visto che sono nata il 17 gennaio posso usarlo per festeggiare un mio non compleanno, una di queste sere?! Ciao ciao Alice
@ alice: ciao piacere di conoscerti… certo che lo puoi fare, anche tutti i giorni. cmq buon non compleanno!!!
mi piacciono le vostre ricette chiedo di essere informata . grazie
gianna