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Archive for agosto 2012

Porto Cervo è la costa Smeralda… insieme a Porto Rotondo, queste due località di mare sono la perla della Sardegna del turismo. Agli occhi dei turisti possono essere posti inacessibili: Porto Rotondo è romantica, non troppo sfarzosa, con negozi modaioli ma anche con ancora piccole oasi ricche di souvenirs sardi. Mentre Porto Cervo è una vera vetrina di sfarzo, lusso e negozi griffati: dalla piazzetta famosissima da dove si collegano le trasmissioni gossipare, è un susseguirsi di vie dove troneggiano i negozi più lussuosi e griffati, gli stessi di via Montenapoleone a Milano oppure via del Corso a Roma. Niente di più, ma merita comunque per la bellezza di come è stato creato questo “borgo” nella provincia di Arzachena, con le case incastonate fra le rocce o i piccoli viali romanticissimi con ponticcioli. Solitamente ci facciamo tappa alla sera per osservare i maestosi yacht ancorati nel porto vecchio proprio all’entrata di Porto Cervo: quest’anno la nostra visita è stata pomeridiana avendo ospiti amici che non avevano mai visto questo paradiso, perchè lo è comunque sfarzi a parte. Il cielo è sempre azzurro, il mare delle baie piccole che s’incastrano nella costa sono cristalline e la bellezza delle linee archittettoniche regala al panorama già di per sè meraviglioso, ancor più bellezza e armonia. Rinomato luogo di villeggiatura, tutto è nato negli anno ’60 si è edificato attorno al profondo porto naturale, la cui forma ricorda quella di un cervo, appunto. Il Porto Vecchio fu la prima parte costruita: il principe Karim Aga Khan IV, affascinato dalla bellezza delle acque color smeraldo, decise di comprare le terre di quest’angolo di Gallura e assieme ai più grandi architetti dell’epoca diede vita a questo magnifico borgo.

Dal porto vecchio, con ampio parcheggio a pagamento, si sale verso la famosa piazzetta (raffigurata nella foto d’apertura)…

Dopo l’ampia piazzetta meta soprattutto per il classico aperitivo prima di cena, Porto Cervo si apre in viali dove ai lati è un susseguirsi di vetrine di negozi griffatissimi…

… ma anche per una bella mostra di opere d’arte.

Dopo la tappa di Porto Cervo, lungo la costa si arriva a Poltu Quatu: piccolo porticciolo tranquillissimo e abitato solo da pochi turisti ma famoso per il piano bar prima di Smaila ora di Calà. La piazzetta offre pochi negozietti, ristoranti e bar ma alla sera soprattutto molto romantico, una bellissma perla illuminata. Nel dialetto sardo, significa Porto nascosto: in effetti per arrivarci bisogna ridiscendere una strada dalla statale principale. Nacque alla fine degli anni ’80.

Arrivati a Baia Sardinia, ci siamo immersi in un’aria ben più semplice e giovanile… con i bimbi per l’ora di pranzo ci siamo fermati in una griglieria/creperia sulla stra centrale “Bar Baia”. Un posto molto semplice ma carinissimo e fastiolo perfetto per i bimbi avendo un menù semplice ma che spazia su tutti i gusti, soprattutto per i ragazzi.

Hamburger di carne d’Angus, crepes dolci e salate sono state il nostro simpaticissimo pranzo tranquillo ma ben servito. Le ragazze che gestiscono il bar ristorante sono molto gentili soprattutto con i piccoli ospiti.

Baia Sardinia è una meta turisitica molto giovanile: la spiaggia si dirama dalla strada principale e si estende tutta sotto la piazza centrale che ospita bar e ristoranti per ogni genere e sotto i portici negozietti di prodotti tipici sardi e souvenirs.

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Gavoi… siamo nella barbagia sarda, paesaggio verde ricco di boschi, paese di allevatori e agricoltori. Un paese anche molto aperto alla letteratura e il cinema, offrendo festival anche a livello nazionale. Il centro storico si apre a lato della strada principale dove poter acquistare il pane – ottimo da queste parti – e il famoso formaggio “Fiore Sardo”. Appena si arriva nel centro storico, si apre una piazza con la chiesa principale. La chiesa è onorata a San Gavino.

Giusto qualche passo per il paese per poi sederci al Ristorante “Santa Rughe”, proprio sotto la chiesa di San Gavino, a  due passi dalla strada principale a cui si accede tramite una scalinata.

Siamo in Barbagia: arrivati da Ortueri, tramite un articolo di un giornale in cui parlava del paese bandiera gialla, con un interessante intervista ai titolari del Santa Rughe. Il ristorante è accogliente e caldo nei suoi colori della terra: la sala principale si apre appena entrati, poi alla sinistra c’è una salettina più piccola; muri a vista, pavimenti in cotto scuro, quadri e particolari soprammobili sardi regalano all’ambiente una sensazione unica di tipicità, rustico ma elegante. I muri sono in granito sardo. Alla sera è possibile anche gustare la pizza, senza glutine è la loro specialità. La cucina è tipica sarda, un mix tra terra e mare: il pranzo di ferragosto era già predisposto, non alla carta…

Il menù di ferragosto comprendeva antipasti, primi e secondi sia di carne che di pesce: abbiamo iniziato con il goderci il pane carassau in attesa degli antipasti. Affettati misti, ottimo il prosciutto crudo sardo, saporito dal colore rosso intenso; verdure sott’olio quali peperoni ma soprattutto i pomodorini molto buoni e appetitosi, poi funghi; favette fresche in crema, molto particolari; la trippa che qui in Sardegna diversamente da noi comaschi, viene servita non come primo piatto a mo’ di zuppa bensì come assaggio di antipasto caldo. Il mare invece offriva: insalata di mare tradizionale con olio e limone; salmone marinato a piccoli tranci; sardine marinate molto apprezzate con al centro una salsina di verdure e per finire le ozziadas ossia le anemoni di mare, qui gustate fritte in pastella. Vengono pescate manualmente, difficili da trovare tutto l’anno. Possibilità di acquistarle surgelate. Il vino rosso è con il marchio del ristorante.

Passiamo ai primi: quello di terra sono stati ravioli di formaggio con ragù di cinghiale. Io che sono tipa di pochi ravioli, questi devo dire li ho mangiati di gusto e oltre ai soliti due che mi metto nel piatto; il ragù poi uno spettacolo: buono, saporito e aromatizzato, molto particolare nel gusto… insomma una gran bontà. Il primo di mare erano trofie ai ricci, per chi ama questi molluschi dal sapore particolare, è un piatto cucinato bene: le trofie a volte capita di mangiarle fin troppo al dente, qui la cottura era perfetta!

Ed eccoci ai secondi, sempre terra e mare… qui è arrivato a servire anche il titolare, cordialissimo e premuroso nell’osservare sui tavoli che non manchi nulla. Unica mia nota negativa, se così posso dire… troppo negativa alla fine non lo è: il maialino sardo servito nel classico tagliere di legno, era cotto bene ma i pezzi troppo piccoli, quasi sminuzzati. Difficile capire che parte di maiale si andava a mangiare, preferisco decisamente il maialetto tagliato in modo più grosso… ma per il resto cottura e croccantezza più che perfetta! Il contorno di patare arrosto. Il cinghiale in umido, leggero ma saporito, ben cotto condito con olive sarde. Il pesce era di ben due portate: orate sfilettate con verdure, frittura di calamari e gamberoni… ottima la frittura per niente pesante, con tocchi di pesce piccoli, non i soliti anelli che sembrano braccialetti e i gamberi freschissimi e ben cotti, facili da spellare in un attimo. Contorno di insalata e pomodori.

Dolci rigorosamente fatti in casa, con una raccomandazione da parte delle cameriere di non preoccuparsi se il gelato della casa al fior di latte risultava un po’ liquido: ottimo con del caramello, delicato e fresco… lo si capiva molto bene! il tiramisù di panna freschissima e ricotta, delizioso. Caffè e mirto.

Menù fisso (era il pranzo del 15 agosto 2012) al prezzo di 38 euro a persona. Servizio celere e impeccabile, al bimbo hanno cucinato gnocchetti sardi al pomodoro e pecorino, abbiamo richiesto anche ravioli in bianco senza avere negazioni in merito. Dopo tante fregature in agriturismi della zona (e ne abbiamo girati parecchi sempre nei paraggi di Ortueri) devo dire che finalmente siamo arrivati in un ristorante perfetto ma senza pretese, pulito, ospitale e accogliente. Se capitate da queste parti, fatevi un giro per il bel borgo ma soprattutto fate sosta qui al Santa Rughe, ve lo consiglio caldamente… il prossimo anno è già deciso che sarà ancora la nostra metà ferragostiana ma soprattutto voglio anche tornarci durante un giorno qualsiasi per godere del loro menù à la carte e assaggiare la loro pizza senza glutine così tanto decantata! Per finire bello, buono e mette a proprio agio! Ambiente ideale anche per i bambini, hanno accettato i nostri cagnolini (taglia medio-piccola). Selezionato da molte guide ristoranti e per diversi anni a seguire quali: Gambero Rosso, Alice La Gola, Tripadvisor con recensioni tutte positivissime, il Mangiarozzo, Osterie d’Italia…

Ristorante e Pizzeria Santa Rughe

Via Carlo Felice 2, Gavoi, Sardegna, Italia

tel. 078453774

Aggiornamento del 17 agosto 2014

Dopo due anni abbiamo voluto invitare in questo delizioso ristorante, alcuni nostri zii, reduci dalla bellissima esperienza del 2012 cosa che si è ripetuta anche quest’anno: il menù oggi era alla carta (ovvio non era ferragosto) e ci siamo goduti un pranzo tipico sardo. Abbiamo iniziato con un antipasto di salumi e formaggi: prosciutto crudo sardo ottimo, due diversi tipi di salsiccia e tanti assaggi di pecorino in particolare quello aromatizzato al mirto con una vena violacea nel mezzo dal retrogusto molto buono; perfetto anche il pecorino morbido saporitissimo, perfetto da spalmare sul pane carasau. Non è mancata la trippa, non sono mancate le fave e la carne di maiale a mo’ di stufatino leggero. Le loro verdure in agrodolce. Per primo abbiamo gustato i loro ravioli con il ragù di cinghiale e i malloreddus con zafferano e mentuccia. Per secondo la grigliata di carne con la bistecca al sangue, del maiale con cotenna e la salsiccia veramente ghiotta. Per finire un sorbetto al limone, caffè per tutti e qualche bottiglia del loro rosso. Cucina ottima, portate abbondanti, ristorante perfettamente pulito, personale molto gentile soprattutto con i piccoli e pulizia e igiene perfette nei bagni. Costo del nostro menù circa 40 euro. Ben spesi!

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Non riusciamo a non far tappa a “Su Gologone” ogni anno prima di giungere a Ortueri per festeggiare ferragosto. Infatti anche quest’anno eccoci qui nel centro della selvaggia Sardegna, in mezzo a vigneti carichi di uva per il Cannonau, vino rosso tipico sardo. Prima di farci coccolare dal bel ristorante del resort, abbiamo girato brevemente la caotica cittadina di Dorgali.

Dorgali è la cittadina più vicina ad una delle mete turistiche più gettonate della Sardegna: Cala Gonone. A Dorgali sono presenti percorsi di trekking e di mountain bike, territorio perfetto per chi pratica gli sport d’arrampicata. La piazza centrale è posta lungo la via centrale, dove costeggiamo molteplici bar ma la cosa che mi ha incuriosito sono i tantissimi negozi di orafi sardi dove poter acquistare la famosa fedina in filigrana sarda, ci sono anche molti negozi di artigianato sardo in legno con i tradizionali vassoi che potete trovare anche fatti in sughero oltre ai negozi di ceramica. La cittadina è caotica, un susseguirsi di auto lungo le strade principali da cui si diramano piccoli vicoli caratteristici.

Ed eccoci finalmente nel resort di Su Gologone (qui, qui, qui ne parlo già): oggi vi voglio descrivere le botteghe del resort dove ho acquistato dei bellissimi bicchieri, li stessi di cui mi sono innamorata mentre pranzavamo. Il menù non ha subito variazioni: oggi ci siamo gustati un antipasto di montagna con affettati, olive, pecorino e assaggini vari caldi oltre che a formaggio caldo. Io invece mi sono gustata un’insalatina fresca con olive e pecorino condite con una vinegrette molto appetitosa. Insieme poi ci siamo gustati la bistecca Bortigalese (costata di manzo del Marghine) cotta sul fuoco del camino posto da un lato della sala principale dove assieme alla nostra bistecca, puoi veder cuocere il classico “porceddu” con le salsicce fresche sarde.

Su Gologone è sempre un piacere visitarlo, un gran piacere per gli occhi che si godono non solo il posto ma anche la cura e l’amore con cui i proprietari riescono a realizzare angoli da sogno nel resort: contrasti di colori, angoli appartati tutti rigorosamente curati nei dettagli senza trascurare la tradizione e la freschezza selvaggia del luogo.

Terminato il pranzo, con qualche birretta Ichnusa fresca, ci siamo avventurati lungo il sentiero elegantemente contradistinto dai sassi colorati dipinti a mano, per acquistare i bicchieri che da parecchi anni mi piacciono vedere apparecchiati sulle belle tavole del ristorante: ogni sala è abbinata con le sfumature dello stesso colore dagli arredi, alle stoffe, alle stoviglie bicchieri inclusi, fatti a mano che si posso appunto acquistare in loco.

Il sentiero ben curato è un susseguirsi di sassi dipinti a mano…

… e di cartelli sempre scritti a mano con quell’azzurro identico al colore del cielo sopra Su Gologone.


Alla fine del sentiero circoscritto dai sassi, si arriva alle botteghe che si aprono su di una bellissima terrazza che sovrasta la campagna rurale sarda: mirto, fichi d’india, sugheri e rosmarino e anche qui non può mancare l’angolo relax tutto dedicato al sole con quei bei colori dalle sfumature gialle.

Nelle botteghe d’arte si possono fare molti e diversi acquisti: quadri, complementi d’arredo quali teli, copricuscini, tovagliette con tovaglioli oltre che a bicchieri, piatti, sottopiatti.

Bellissima la collezione di acquasantiere sarde che si possono vedere per il resort ma che si possono  acquistare presso la bottega…


… aggiungo dell’altro??? credo di lasciar posto anche per l’anno prossimo… la tisaneria non l’ho ancora visitata!

SU GOLOGONE – COUNTRY RESORT

Loc. Su Gologone – 08025 OLIENA (NU) – SARDEGNA – ITALIA

Telefono 0039 0784 287512 – 287552 – Fax 0039 0784 287668

http://www.sugologone.it/

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Un “Dolcepensiero”… dai molteplici nomi: potevo chiamarle “Alla Meditteranea”, potevo nel titolo elencare tutto ciò che è stato utilizzato per questo piatto, ma ho voluto inneggiarle alla bellissima isola sarda essendo pesce pescato dai pescatori di Golfo Aranci, le olive sono nere e pure loro sarde e i pomodorini pure… insomma quando si è in un luogo meraviglioso, bisogna anche assaporare i suoi sapori e materie prime, e non solo goderne al ristorante. Messi all’opera abbiamo fatto una bella e saporita “Impepata di cozze” che non sono riuscita a fotografare perchè mangiate anzi direi divorate e per fortuna che queste spigole le ho fotografate a crudo… insomma una cena all’insegna del buon e tipico cibo! Inoltre lo trovo perfetto come piatto unico e al mare tutto ciò che può essere veloce e comodo, non guasta!!!

INGREDIENTI

spigole di pescato fresco (almeno una a testa, le nostre non erano grandi)

3-4 patate grosse

500 grammi di pomodorini a grappolo

300 grammi di olive nere

un vasetto di capperi

un mazzetto di prezzemolo fresco

qualche spicchio di aglio

sale fine q.b.

pepe q.b.

olio extra vergine d’oliva

burro q.b.

PREPARAZIONE

Lavare e squamare il pesce, incidere la loro pancia e viscerarli lavandoli sempre sotto acqua corrente fredda. Asciugarli in un canovaccio tamponandole. Affettare le patate sottilmente, tritare il prezzemolo ben lavato con qualche spicchio di aglio, sminuzzare le olive grossolanamente e i pomodorini tagliarli a metà che condirete poi con un filo di olio evo e un pizzico di sale, lavare i capperi dal sale sotto acqua e strizzarli bene. In una padella antiaderente, sciogliere una noce di burro con un filo di olio e scottare le patate per un dieci minuti, porle poi su un piatto con carta assorbente o per fritti; porle poi in una teglia (noi al mare abbiamo usato quella usa e getta) formando un letto. Spennellare le pance dei pesci con olio, sale e pepe e qualche cappero tritato finemente; porre le spigole sopra le patate e iniziare a condirle con i pomodorini, le olive, i capperi. Spolverizzare infine il tutto con il trito fresco di prezzemolo/aglio, un filo di olio e sale a piacere e infornare per un 40 minuti, forno ventilato, 180°C.

Dall’archivio di Dolcipensieri… qualche ricetta d’ispirazione sarda:

GRIGLIATA DI SGOMBRI

SPAGHETTI CON BOTTARGA, ARSELLE E LIMONI SOTTO SALE

MALLOREDDUS CON CARCIOFI SARDI E SALSICCIA

PUNTINE ALLA SARDA

SALTIMBOCCCA ALLA SARDA

RISOTTO MANTECATO CON PECORINO SARDO E SALSICCIA SARDA

RICOTTA SALATA FRITTA

MALLOREDDUS ALLO ZAFFERANO E RICOTTA SALATA STAGIONATA

LINGUINE ALL’ASTICE

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Un “Dolcepensiero” estivo: periodo di grigliate se poi si è al mare, meglio ancora se sono di pesce; cucinato nel modo più semplice e forse anche più salutare, trovo la cottura alla griglia una vera arte: bisogna soprattutto azzeccare i tempi di cottura anche in base alla grossezza dei pezzi di pesce e poi bisogna essere capaci di non guastarli insaporendoli troppo. Cucinarli al naturale è forse il metodo migliore, ma se si possono usare erbe aromatiche fresche meglio ancora. E qui in Sardegna padroneggia il rosmarino e il mirto: se il primo lo usate per riempire la pancia dei pesci, il secondo lo potete usare per profumare la brace regalando al pesce aroma.

INGREDIENTI

sgombri freschi

rametti di rosmarino

sale un pizzico

pepe un pizzico

rametti di mirto

qualche spicchio di aglio

olio extra vergine d’oliva

PREPARAZIONE

Lavare e raschiare le squame degli sgombri, sviscerarli e pulirli molto bene tamponandoli con uno straccio pulito. Tritare l’aglio finemente, miscelarli con olio evo, un pizzico di sale e pepe; tagliare il rosmarino in piccoli rametti lunghi quanto la pancia degli sgombri. Inumidirli nella miscela di olio molto bene e porli all’interno della pancia dei pesci. Mettere i pesci nella griglia e porli sopra i ciocchi roventi per una ventina di minuti rigirandoli. Qualche minuto prima, porre sul fuoco qualche rametto di mirto e finire la cottura del pesce. Servire subito.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

GRIGLIATA DI PESCE

SMERIGLIO CON POMODORINI, TIMO E PEPE ROSA

FILETTI DI BRANZINO AL FORNO

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Un “Dolcepensiero”: quando ho una fame particolare, corro subito a prendere una bella pagnotta e mi cucino delle bruschette confenzionando ogni volta un nuovo “condimento”. Ero appunto al negozio sotto casa, e mi sono imbattuta in tocchi freschissimi di feta appena consegnati e memore di un servizio televisivo dedicato alla Grecia, ho deciso di mischiare qualche ingrediente ispirato a questa meravigliosa isola. Quest’anno si dice sia una meta molto gettonata per le vacanze: sono sincera che mi ispira parecchio anche a me da un po’ di tempo soprattutto le isolette attorno, ricche di colori marini, cibo molto particolare e legatissimo alla tradizione oltre che una storia invidiabile da vivere e non solo da leggere. Parlando con Marco gli ho detto che sarebbe bello magari l’anno prossimo, “tradire” la nostra Sardegna per un intinerario da quelle parti… devo dire che l’idea ha stuzzicato anche lui. Per ora godiamoci dei sapori “greci”…

INGREDIENTI

1 pagnotta di grano duro

150 grammi di feta

100 grammi di olive nere denocciolate

1 cipolla rossa di Tropea

sale q.b.

olio extravergine d’oliva

PREPARAZIONE

Affettare il pane, con un pennelo spennellarle con l’olio evo miscelato ad un pizzico di sale (se volete prepararle al momento, potete scottare le fette di pane sul barbecue o su una griglia); in una ciotola mischiare le olive nere tritate grossolanamente con la feta tagliata a dadini. Affettare a velo la cipolla che unirete al composto. Mescolare bene il tutto, porre sul pane e servire con un buon e fresco bicchiere di vino bianco. Come finale, qualche fogliolina di timo e/o maggiorana.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

FRISELLE CON POMODORI E CIPOLLOTTI

BRUSCHETTE CON CODE DI GAMBERO

BRUSCHETTA FONDENTE

MI TROVI ANCHE QUI:

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Siamo in vacanza… la Costa Smeralda è un susseguirsi di spiagge e piccole insenature alcune raggiungibili solo via mare oppure solo tramite piccole stradine ricavate all’interno della macchia meditteranea fatta di mirto e rosmarino. La spiaggia in foto è un piccolo paradiso di rocce rosa raggiungibile solo a piedi nella zona più in della Costa Smeralda: Romazzino. Qui al largo in mezzo al mare è possibile vedere i più bei yacht: lussuosi, maestosi e bellissimi da fotografare ed ammirare. Ma la Costa Smeralda non è solo per vip come la tv vuol far credere: la spiaggia fotografata era deserta, ancora incontaminata e accessibile a tutti coloro che si vogliono croggiolare al sole e fare caldi bagni in mare, un mare limpido con i suoi colori caratteristici che arrivano a toccare le sfumature di verde smeraldo appunto. Lungo la Costa più a nord si può raggiungere la parte di Palau da dove si aprono golfi con bellissime e ancora selvagge spiagge. Oggi ci siamo fermati in quel di Porto Pollo… anche conosciuto come Porto Puddu, tra Palau e Santa Teresa Gallura: una grande insenatura di sabbia circondata di macchia mediterranea separata dalla Baia di Porto Liscia da un sottile lembo di sabbia che conduce alla penisola dell’Isuledda più nota come Isola dei Gabbiani.

La spiaggia che abbiamo scelto era grandissima con sabbia di sassolini che non si attaccano alla pelle, dietro dune sempre di sabbia modellate dal vento che regalano un che di selvaggio a questo meraviglioso paradiso fatto solo di sabbia, mare e sole. Una spiaggia lunga, ancora incontaminata senza bar e bagni, insomma una giornata passata solo all’insegna della natura, cibo  al sacco e ombrellone fai da te. Se gradite invece la sosta presso bar e ristoranti, li trovate tutti all’entrata e lungo l’istmo: questo susseguirsi di casette regalano all’ambiente un ricordo un po’ americano di quei posti frequentati dai surfisti…

Come già detto sopra, la particolarità di Porto Pollo è l’istmo di terra che collega la Sardegna alla piccola e bellissima “Isuledda”; istmo percorribile in auto che regale da entrambe le parti spiagge e panorami spettacolari. Qui è il paradiso perfetto per gli amanti degli sport di vento/acqua: windsurf, kitesurf e vela. Infatti questa zona sarda è il posto piu’ ventoso d’Italia con i venti più sostenuti.

Un mare di acque trasparenti e smeraldine, colori che regalano contrasti fra l’azzurro del cielo e del mare e il bianco della sabbia. I fondali fanno parte del Parco dell’Arcipelago della Maddalena e permettono ottime immersioni. Passata la mattinata, pranzato al sacco e riposati sotto l’ombrellone nel primo pomeriggio, ci siamo poi diretti per un gelato a Palau…  porto di enorme importanza per la parte nord dell’isola, è anche metà per chi vuole imbarcarsi per raggiungere l’Isola della Maddalena.

Al porto è un susseguirsi anche di barche a vela e non pronte per salpare per gite lungo tutto l’Arcipelago della Maddalena per passare una giornata con pranzo a bordo! credetemi un’esperienza da fare… Fra le isolette che costituiscono l’arcipelago oltre alla Maddalena potete visitare Caprera nota isola che ospitò Garibaldi e dove sono rimaste sue testimonianze quali un museo e la sua tomba, Budelli, Spargi e Santo Stefano che fu base militare statunitense. Infatti anni fa passeggiare per queste isole e per Palau, era un susseguirsi di macchine targate U.S.A. e un continuo sentir parlare americano…

Il marchio che distingue questa porzione di isola è la famosa roccia a forma di orso di roccia granitica che si è formata con l’erosione del vento e che si erge sopra una collina: Capo d’Orso appunto. Una roccia maestosa divenuta un monumento naturale. Questa scultura è nota sin dall’antichità e si trova su un promontorio a picco sul mare e quindi ben visibile anche da grandi distanze, tanto che veniva usata come punto di riferimento dai primi navigatori; bellissima infatti è la visione via mare ma non dispiace anche vederla via terra…

Qualche tours per la Sardegna:

TONARA, FONNI E ORGOSOLO… LA BARBAGIA SARDA

LE FONTI CARSICHE DI “SU GOLOGONE”

SAGRA DEL VERMENTINO

ORTUERI

CARBONIA-IGLESIAS

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Un “Dolcepensiero” che mi piace tanto tanto: me ne innamorai appena la vidi preparare da Salvatore De Riso alla Prova del cuoco. Dopo aver gustato e deliziato i miei ospiti con la Caprese al limone, mi sono cimentata nella Caprese al cioccolato nero e devo dire che mi è piaciuta un sacco se non di più. La sua morbidezza che fa da contrasto con l’amaro del cioccolato mixato al cacao, è un vero inno alla bontà; nera, morbida e profumatissima è ottima anche da preparare per una merenda con i bimbi, troppo golosa e cioccolatosa appunto! e per avere un risultato dal sapore sorprendente, non badate a spese: acquistate del cioccolato di ottima qualità, credetemi ne varrà la pena! Mentre per l’olio, avevo a disposizione del buonissimo evo aromatizzato all’arancia, regalo di una mia cara amica: perfetto il suo retrogusto profumato perfetto con il cioccolato nero. Quindi a voi la scelta se amare la nera o la bianca… e mentre qui al mare si respira un’aria estiva con una brezza marina calda, viene voglia di riaccendere il forno per gustarci ancora una volta questa delizia, perfetta anche per una tarda colazione seduti sul prato di casa mentre piano piano tutti si preparano per la lunga giornata di sole, mare e relax…

INGREDIENTI

100 grammi di olio extra vergine d’oliva aromatizzato all’arancia

180 grammi di zucchero semolato

125 grammi di mandorle dolci

200 grammi di cioccolato extrafondente di ottima qualità

2 cucchiai di cacao amaro

70 grammi di frumina (o fecola di patate)

5 uova intere

1 bustina di lievito per dolci

un pizzico di sale

zucchero a velo per la finitura q.b.

una noce di burro e un pugno di farina bianca per la teglia da cm 22

PREPARAZIONE

Frullare nel mixer le mandorle con 120 grammi di zucchero, fino quando le mandorle non saranno a pezzettini piccolissimi ma non in farina. Nella planetaria, montare le uova con un pizzico di sale e con lo zucchero rimasto, fino a triplicarne il volume. Dopo di che incorporare la miscela di mandorle e zucchero, unire il cioccolato extrafondente ridotto a scaglie finissime con un coltello, poi unire il cacao amaro. Setacciare la frumina con il lievito che incorperete alla crema. Miscelare tutto bene aggiungendo l’olio evo. Imburrare e infarinare la teglia, versare dentro il composto e cuocere in forno preriscaldato a 200°C per i primi 5 minuti e poi lasciar cuocere il dolce a 160°C per altri 40-45 minuti. Lasciare raffreddare la torta e poi spolverizzarla con zucchero a velo.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

…e sempre con il cioccolato CIAMBELLONE DOPPIO CIOCCOLATO E MASCARPONE

…se avete ancora mandorle MUFFIN ALLA CAROTA E MANDORLE

…e con il cacao GUSCIO AL CACAO DI PERE E NUTELLA

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Un “Dolcepensiero” dal mare: scrivere qui sul terrazzo della casa al mare con un venticello caldo e leggero, è proprio fantastico. Il cielo è sereno, di un azzurro indescrivibile, in giro solo pace e tranquillità, ogni tanto qualche vociare dei turisti che scendono al porto per visitarlo e godersi le piccole piazzette di Porto Rotondo. Le spiaggie come sempre affollate, sono un susseguirsi di colori, dialetti e giochi che rendono la giornata al mare ricca di emozioni e sensazioni molto difficili da descrivere. Rivedere poi le persone che di anno in anno tornano e scambiarsi anche solo un “ciao”, ti portano a pensare come è passato quest’anno cosi veloce e in apparenza pesante: ritrovi chi dimagrito per colpa di una grave malattia, ritrovi chi invece è incinta per la terza volta, i bambini ti sembrano cresciuti a forza di spinaci tanto son diventati belli e forti e poi ti ritrovi a parlare delle solite cavolate da ombrellone magari mentre stai sfogliando quei giornali che leggi solo dal parucchiere. Aspettando che la famiglia si ripopola per una settimana tutti insieme, mi sto’ godendo la pace e la tranquillità con il mio piccolo mentre le giornate – ancora un paio – passano tranquille scandite solo dai ritmi dell’ultimo arrivato… Oggi vi propongo dei muffin che ho preparato per un’ultima merenda fra amichetti di Matteo, prima della partenza ma che sono perfetti anche per le colazioni estive al mare, in montagna, al lago o in campagna: sono ricche di carote (biologiche se potete, le mie sono quelle dell’orto di papà) e addolciti con mandorle. Lisci sono perfetti per la prima colazione o la merenda, con la panna posso divenire un buon dolce di fine cena, al chiaro di luna ovvio!!!

INGREDIENTI

PER I MUFFIN

4 uova bio

250 grammi di zucchero

160 grammi di carota grattugiata

200 grammi di mandorle

100 grammi di farina

1 bustina di lievito vanigliato

un pizzico di sale

latte intero q.b.

PER LA PANNA

200 ml di panna da montare

1 bustina di pannafix

1 fialetta di aroma alla mandorla

zuccherini come decoro

PREPARAZIONE

Nel mixer, tritare le mandorle molto finemente. Separare le uova: gli albumi dovranno essere montate a neve con un pizzico di sale mentre i tuorli vanno lavorati a crema con lo zucchero. Unire le carote grattugiate, le mandorle, la farina con il lievito setacciati insieme miscelando il tutto molto bene. Con l’aiuto di una spatola, incorporare gli albumi montanti al composto, mescolare bene il tutto con delicatezza. Se occore aggiungere del latte fino a quando il composto sarà morbido. Porre qualche cucchiaiata di composto nei pirottini riempendoli per 3/4; infornare in forno già caldo a 180°C per una ventina di minuti. Mentre si raffreddano, nella planetaria montare la panna ben fredda da frigo, unire il pannafix e l’aroma di mandorla. Con una sacca da pasticcere, porre la panna su ogni muffin, decorate con qualche zuccherino colorato.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

se vi sono avanzate delle carote… TORTA ALLA CAROTA

qualche altra idea di muffin… MUFFIN CON GOCCE DI CIOCCOLATO

oppure se avete ancora mandorle… TORTA DI PESCHE E AMARETTI

Con questa ricetta partecipo al contest “I colori dell’estate”

categorie RICETTE DOLCI raccolte nel blog “Le Château des Gourmandises

(categorie RICETTE SALATE raccolte nel blog “Ale’s Kitchen – rosso pomodorino”)

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