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Archive for the ‘PRODOTTI… e’ Category

Sono arrivate le vacanze 2019… quest’anno ho realizzato uno dei miei tanti sogni sbarcando in Africa, meta il Kenia!!! non è stato un viaggio fai da te, bensì organizzato anche con lo scopo di rilassarsi… quindi non aspettatevi scenari da brividi!!!

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La domanda che tutti mi hanno fatto al ritorno è stata: “Com’è l’Africa?”… e la mia risposta non ha mai tardato ad uscire dalla mia bocca! “Emozionante e contraddittoria… ma bellissima!!!” La prima sensazione che i miei occhi hanno captato è la diversità di paesaggi e realtà che ho visto nel solo viaggio dall’aeroporto al nostro resort in quel di Watamu. Dalla cittadina di Mombasa caotica, disordinata e sporca inizi a gustare un po’ di quell’Africa di cui se ne parla nel nostro occidente… condomini e palazzi in cemento accostati a baracche in eternit, villaggi con qualsiasi tipo di attività con sedi di multinazionali con accanto negozietti per la vendita di prodotti tipici, negozi di parrucchieri per treccine fino ad arrivare ai primi villaggi sparsi con capanne ancora di fango e tetti realizzati in legno e fogliame di cocco.

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La nostra guida, mentre ci trasferivamo a Watamu su strade sterrate, ci ha spiegato un po’ la realtà di chi vive vicino alla costa che a differenza di coloro che abitano nell’entroterra, è più facile… si fa per dire! Nel senso che i nostri occhi hanno comunque percepito le povertà ma anche la voglia di continuare a rimanere attaccati alle loro origini e abitudini; e se noi italiani siamo ben visti perchè abbiamo portato energia elettrica, costruito scuole, aperto il turismo, questa parte di Kenia rimane comunque affascinante grazie agli abitanti ancora legati ai loro usi e costumi! Fino a circa 6-8 anni fa, non c’era corrente elettrica e le strade erano completamente di sassi e terra; oggi hanno la luce nei villaggi più grandi, le strade principali sono asfaltate, nelle scuole i ragazzi hanno tutti una divisa e studiano regolarmente inglese e italiano. Molti ragazzi sono stati addottati da italiani che li hanno ospitati nelle proprie case per poi alcuni tornare in Africa con la possibilità di aprire una propria attività legata ovviamente al turismo.

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Per la strada sempre tantissima gente del posto: gli uomini impegnati nei servizi taxi con apecar detti “tuc tuc” o motociclette anni ’60, le donne nei negozietti vari e tanti bimbi che salutano sempre! E se anche assonnata e un po’ stanca per il viaggio in notturna in aereo, non sono riuscita a chiudere occhio durante questa trasferta che vi assicuro non è stata fatta nelle comodità più assolute (vi ricordo le strade non tutte asfaltate), ma la bellezza diversa di questi posti mi aveva già incantata! La nostra scelta, essendo in Kenia ad agosto primavera, è stata Watamu (consigliata ovviamente dall’agenzia) posta più ad occidente e quindi per il periodo, meta fresca e non piovosa, sempre ventialata perfetta per il kitesurf!

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Ed eccoci arrivati presso il Twiga Beach Resort e Spa di Watamu, un villaggio a conduzione italiana, piccolo (al massimo arriva a ospitare ad oggi circa 150 persone) posto direttamente sulla spiaggia, cucina italiana ottima ma anche con piatti tipici kenioti. Gestito da Settemari Club, il resort 4 stelle-soft inclusive è situato all’interno del Parco Marino di Watamu oasi marina protetta dal WWF, è in stile arabeggiante immerso in un rigoglioso giardino tropicale. Lungo la costa, il nostro resort ci è parso una piccola perla romantica: lettini in legno alcuni con tetto, oppure posti sotto palme da cocco per godersi una fresca ombra di pure godimento e relax. La piscina ha varie altezze, quindi adatta a tutti, con acqua salata, vista dall’alto ha la forma di un pesce stilizzato! L’animazione non è per niente insistente e non  disturba affatto il vostro relax, comunque per due ore alla mattina e due ore al pomeriggio, si può giocare e divertirsi con loro. Ve lo consiglio caldamente!!!

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La spiaggia lunga, affascina per la sua particolarità delle maree che ogni sei ore circa regala lunghe camminate su sabbia bianchissima quando in bassa marea regalandoti anche la possibilità di vedere pesci, stelle marine, abitanti del fondo marino, conchiglie… mentre con l’alta marea puoi fare bagni in acque calde ed escursioni in barche e se sei uno sportivo kitesurf a volontà! Quindi dall’Italia siamo partiti con viaggio e alloggio organizzato… per tutte le varie attività ed escursioni, c’è solo l’imbarazzo della scelta sia dentro il resort sia fuori!!!

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I FAMOSI BEACH BOYS

Ogni resort posto su questa bellissima costa, è dotato di security con guardie armate sia all’entrata sia sulla spiaggia. Questo ti permette di restare tranquilla ma soprattutto ti permettono di restare in spiaggia con la tranquillità di non essere avvicinata in ogni momenti da famosi “Beach Boys”, ragazzi del posto che fanno di lavoro le guide turistiche. Non sono per niente improvvisati, parlano un italiano perfetto: il loro è un vero e proprio lavoro con a capo quasi sempre italiani e offrono di seguirti nei vari safari, ti organizzano escursioni in mare o su terra. Tendono ad essere insistenti, ma una volta che li conosci ovviamente lontano dal resort, ti posso anche regalare momenti felici e racconti dei loro villaggi, da loro puoi acquistare souvenir di ogni tipo. Infatti sempre sulla spiaggia ci sono baracche adibite a negozietti curati dalle donne dei posto.

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Sia loro sia i beach boy hanno divise logate, segno che sono a capo di vere e proprie attività. Se doveste fare un viaggetto da queste parti, portatevi qualche vestitino per bambini da regalare, oppure prodotti anche di bellezza o semplicemente deodoranti o profumi femminili perchè le donne del posto chiedono di questo e non soldi. Noi abbiamo fatto amicizia con loro e sono gentilissimi e sempre sorridenti, sempre pronti ad un ballo od a una canzone e ti rendono le giornate spensierate e felici! Noi abbiamo acquistato souvenir, collane e parei… forse gli acquisti più felici che abbia mai fatto!

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Dopo aver fatto amicizia con loro, ogni giorno facevamo una passeggiata alla mattina perchè c’era la bassa marea e l’oceano ti permetteva di osservare le meravigliose qualità della natura: lungo la lingua di sabbia che si creava con il restringimento dell’acqua, potevi incontrare stelle marine, pesci particolari, granchi, polipi, aragoste, coralli e spugne…

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CULTURA SWAHILI

Nella nostra seconda serata, il resort ci ha emozionato regalandoci una serata con balli, canti e cena Swahili: abbiamo iniziato con uno spettacolo di danza tipica dove anche il gruppo di cuochi hanno partecipato dandoci il benvenuto. La cucina swahili abbonda di pesce il più delle volte aromatizzato e piccante oppure con condito con il cocco. Avendo avuto anche influenze arabe, il riso soprattutto pilaf, accompagna questi piatti, a volte aromatizzati con il cocco. Ma a farne da padrona come contorno, c’è una tipica polenta di farina bianca cucinata solo con acqua e servita a volte con fagioli. Molti piatti di carne di pollo, agnello e manzo sono bolliti, sempre profumati. Anche i dolci sono per lo più cucinati con il cocco, abbonda il frutto della passione. The e caffè serviti sono kenioti. La sala per la cena è stata allestita con tovaglie dalle tipiche stampe africane e tutta a lume di candela, un’altra bellissima “coccola” organizzata dal resort. A finire la serata, il gruppo di ballerini ci ha regalato una serie di balli e canti tipici del Kenia. Un’altra sera, il villaggio ci ha regalato un altro spettacoli di abili giocolieri e trapezzisti: un gruppo di ragazzi che di professione fanno esercizi spettacolari senza protezioni e realizzando acrobazie di salti e capriole senza tappeti che attutire i colpi.

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SAFARI BLU

Per noi organizzato presso il villaggio (ma è possibile anche dai Beach Boys), il safari blu è un safari organizzato lungo un braccio dell’oceano che si restringe poi in baie e costeggia la costa del parco marino protetto di Watamu, sempre organizzato in base alle fasi delle varie maree. Dal resort con un pulmino, siamo andati nelle vicinanze di Malindi dove siamo saliti su una tipica imbarcazione turistica con una guida del posto molto preparata e gentilissima. Non è possibile accedere fino alla barriera corallina perchè molto distante dalla costa e quindi in aperto oceano, ma la gita permette comunque di tuffarsi in acqua per ammirare i bellissimi pesci. Infatti come ci ha spiegato la guida, è grazie a questa barriera corallina distante dalla costa, che in Kenia non hanno subito i devastanti danni dello scorso tsunami. E bastano pochi metri per osservare come cambia il colore del mare passando dal blu intenso fino a diventare trasparente e cristallino con l’avvicinarsi alle acque poco profonde della barriera. Durante lo snorkeling si vedono molti pesci colorati e di diverse dimensioni (e la guida ci ha informato che non si tratta di barriera e fondi marini come quelli di Sharm El Sheik). Spostandoci poi dove l’oceano crea delle naturali piscine con acque basse e più calde e quindi perfette per un bagnetto… qui comunque abbiamo anche avvistato uno squaletto innocuo ma pur sempre affascinante! Risaliti a bordo, eccoci entrare nella riserva naturale dove l’oceano incontra le acque dolci del fiume.

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E qui i nostri occhi si aprono su scenari da cartoline: strisce di sabbia bianchissima formano spiagge incontaminate da cartolina; la riserva naturale è caratterizzata da lagune, dove lungo le insenature, vediamo le famosissime mangrovie, ovvero piante dalle radici aeree che assorbono il nutrimento dall’acqua salata infilandosi per vari metri sotto terra nella sabbia.

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Nel momento del nostro arrivo, con la bassa marea, abbiamo potuto notare questa particolarità delle piante che al ritorno dopo il pranzo, con l’alta marea, ci hanno regalato un altro tipo di paesaggio perchè le radici erano coperte di acqua, svelando solo la parte più verde di queste piante.

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Per il pranzo a base di pesce e per niente al sacco, siamo stati ospitati presso una spiaggia attrezzata con tavoli all’ombra, bagno e cucina tutta alla griglia. Primo piatto polipo al sugo di cocco strepitoso, poi aragoste alla griglia, focaccine dolci e calde e addirittura il caffè in moka!!! Al ritorno abbiamo costeggiato ancora la costa ma come detto sopra, la meraviglia del paesaggio è cambiato con l’arrivo dell’alta marea, regalando ai nostri occhi una bellissima e verdeggiante flora. Durante questa escursione abbiamo anche ammirato le cicogne.

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SAFARI IN SAVANA

Per noi sempre organizzato presso il villaggio. Sveglia alle 3 di notte e partenza per il parco nazionale di Tsavo perchè noi abbiamo scelto di fare il safari di un solo giorno… ma credete ne vale la pena!!!… ebbene si perchè arrivare in Kenia e non fare il safari non è possibile!!! E’ uno di quei sogni nel cassetto che se riesci a fare prima o poi, va goduto fino in fondo… anche questo è mal d’Africa, una terra che nelle favole e nei racconti che si leggono da bimbi sembra inarrivabile! Il Tsavo National Park è grande quanto la nostra Toscana ed è un paesaggio tipico della savana con questa terra rossa che conferisce un’atmosfera surreale al paesaggio. Siamo arrivati alle 6 del mattino e subito prima dell’entrata del parco ci siamo imbattuti nei primi elefanti e con un branco di antilopi… Con la jeep completamente aperta, siamo entrati nel parco per fare un’escursione di ben 6 ore ma credetemi volate perchè troppo impegnati a scorgere gli animali qua e la lungo la savana, oppure lungo al fiume e guardando anche sulle piante!!!

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Elefanti, antilopi, giraffe e tantissime zebre ci hanno quasi subito accolti e fermandoci lungo il fiume abbiamo ammirato una scenografica alba nella savana che credo non mi capiterà mai più nella mia vita. Da cartolina!!!

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E quando i nostri occhi si sono stancati di osservare questi bellissimi colori, ecco un gruppo di ippopotami neri immersi nell’acqua, quasi sembrano pietre, attirano la nostra attenzione… Proseguendo lungo la vastissima savana, incrociamo gruppi di antilopi, gazzelle e dik dik che con la loro galoppata aggraziata ci fanno tornare a costeggiare il fiume fino ad incontrare con lo sguardo i coccodrilli pigramente posti sulle secche del fiume. Rimessi in marcia, all’improvviso, il mio sguardo viene colpito da una forma in movimento al di là del fiume e io che urlo (si fa per dire perchè nella savana ti scatta un rispetto verso la natura che non pensi di avere, credetemi!!!) il LEONE!!!!

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Infatti avvistato sull’altra sponda, tutti gli altri ospiti hanno potuto godere della tranquilla passeggiata dell’indiscusso re della savana!!! peccato per noi troppo lontano e non più avvistato. Infatti tutte le guide sono tra di loro in collegamento con delle radio perchè ovviamente non c’è altro segnale, e si tengono aggiornati permettendo a noi turisti di essere portati il più possibile vicino agli avvistamenti degli animale. Continuando lungo la savana che si è nel frattempo sempre più riscaldata, incontriamo iene e struzzi oltre che a una gran varietà di uccelli che riprendono il loro volo al solo sentire il rumore della jeep. All’improvviso rallentiamo perchè ci attraversano la strada un centinaio, e non sto esagerando, di babbuini con femmine e cuccioli fino a fermaci del tutto davanti al capo branco in coda a controllare tutto il gruppo! Prima di fermarci per il pranzo, incontriamo anche un gruppo di bufali. Unico animale non avvistato è stato il ghepardo! Arrivati a destinazione, ci godiamo un buon pranzo in una bella struttura dove vi sono anche gli alloggi per chi vuole fare il safari di due o tre giorni. Il ritorno con il pulmino, avviene lungo una strada principale per un lungo pezzo asfaltata che passa attraverso vari villaggi.

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CONSIGLI

Noi, avendo anche un ragazzino di 13 anni, abbiamo voluto prenotare volo e villaggio in agenzia; vi consiglio poi in loco di scegliere e quindi prenotare i vari safari o escursioni. E’ possibile farlo in villaggio oppure tramite i beach boy. Avendo prenotato solo una settimana, abbiamo purtroppo evitato escursioni a varie spiagge tra cui la “Spiaggia dell’amore”, non siamo andati a vedere le cittadine di Watamu e Malindi. Non è più obbligatorio vaccinarsi ma comunque noi abbiamo fatto tutta la profilassi del caso informandoci presso il nostro centro vaccini all’ufficio per viaggiatori. Anche perchè era da un po’ di anni che non viaggiavano fuori Europa. Abbiamo fatto antitetanica, antidifterica noi adulti perchè il ragazzino già coperto dai vaccini obbligatori; mentre tutti e tre abbiamo fatto epatite A (così siamo coperti anche qui in Italia), vaccino per febbre gialla. Per via orale abbiamo preso tre pastiglie per il tifo e un giorno prima della partenza abbiamo preso sempre per via orale il Malarone per una durata di 15gg. Partite sempre con la borsa dei medicinali: non dimenticate l’Imodium, i fermenti lattici, i sali minerali, tachipirina e oki. A differenza di cosa pensavano alla partenza, ovvero di essere martoriati da zanzare e/ moschini vari,  abbiamo messo in valigia anche l’anti zanzare tropicale che vi consiglio comunque di spruzzarvelo quando farete il safari in savana!!! Il visto per entrare in Kenia lo fate in aeroporto compilando un paio di fogli con tutti i vostri dati, il motivo del vostro viaggio e dove alloggerete; il costo è stato di 20 euro a testa mentre al ritorno sempre in aeroporto si devono pagare 50 euro a testa per la tassa di soggiorno; attenzione solo in contanti. Presentare sempre il passaporto! In Kenya potete cambiare i vostri euro in scellini: per noi il cambio fatto in resort e conviene se volete comprare souvenir.

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TORTA DI PESCHE E GOJI (43)+

Un “Dolcepensiero” che mi mancava: buonasera! dopo una lunga assenza eccomi qua di nuovo a riempire le mie pagine del blog. La mia assenza è dovuta alla mia ripresa lavorativa a tempo pieno. Infatti poche settimane prima della partenza per le vacanze, ho accettato una proposta lavorativa che mi ha permesso di ributtarmi nella mia carriera. Poi le vacanze tanto attese e ben godute ma… ahimè! con internet con poco segnale a volte assente. Quindi sono qui oggi a chiedervi come avete trascorso i vostri giorni di relax, come è iniziata la solita routine scandita tra lavoro, scuola e casa… inoltre per me settimana scorsa è stata una triste settimana: la nonna è mancata dopo una breve ma intensa malattia che l’aveva segnata profondamente e il tutto è scivolato lentamente, in modo triste. Arrivare a casa e non vederla sull’uscio seduta tranquillamente, ha un non so’ che di strano e diverso… la tendina che si scostava ad ogni minimo rumore, ora è statica e ferma nascosta dalle imposte chiuse… e così ora stiamo piano piano riprendendo la quotidianità solita che la vita ci obbliga a seguire, ma con il pensiero che dal cielo ora abbiamo una nuova e luminosa stella a custodire il nostro cammino.

TORTA DI PESCHE E GOJI (27)+

INGREDIENTI

500 grammi di pesche bianche non troppo mature

3 cucchiai di succo di bacche Goji

100 grammi di farina bianca 00

110 grammi di amaretti

200 grammi di zucchero

2 cucchiai di zucchero di canna

30 grammi di noci

30 grammi di nocciole

30 grammi di pinoli

3 uova

1 bustina di lievito

il succo e la buccia di mezzo limone

un pizzico di sale alla vaniglia

PREPARAZIONE

Ridurre gli amaretti con la frutta secca in polvere nel mixer. Lavare, asciugare e tagliare le pesche a spicchi. Porle in una ciotola con il succo e la buccia del limone, mischiarli con un cucchiaio di legno unendo anche il succo di Goji. Separare gli albumi dai tuorli: i primi vanno montati a neve con un pizzico di sale. Mentre i tuorli porli nella planetaria con lo zucchero semolato bianco, montarli fino a quando il composto sarà ben chiaro e spumoso. Unire la farina setacciata con il lievito, proseguire con gli amaretti e la frutta secca mescolando il tutto. Con una spatola e con movimenti delicati, incorporare gli albumi al composto, ultimare unendo le pesche tranne qualcuna per la parte finale. Versare il composto in una tortiera rettangolare (circa 26×16 cm), imburrata ed infarinata, porre in superficie le fettine lasciate a parte e spolverare con lo zucchero di canna. Porre in forno già caldo per circa 45 minuti a 180°C.

TORTA DI PESCHE E GOJI (8)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

GUSCIO DOLCE D’AUTUNNO

BUSECA LARIANA

SPAGHETTI ALLA CARBONARA di RUTH REICHL

SFOGLIATA DI ZUCCHINE

TORTINI GIALLI AL CASERA

RISOTTO AL QUARTIROLO

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POLLO AI PEPERONI (1)+
Un “Dolcepensiero”… che sia veramente arrivata l’estate? oggi si! direi che l’aria è afosa e già stamane appena aperte le persiane, si sentiva caldo al contrario dei giorni scorsi che si doveva infilare un maglioncino. Il piatto di oggi è infatti un pranzo che ci siamo gustati settimana scorsa mentre fuori diluviava, l’aria era fredda e un piatto caldo faceva ancora piacere. Era da un po’ che volevo fare questo piatto, l’ho visto di recente in qualche blog anche perché siamo nella stagione perfetta per gustare i peperoni. Il connubio pollo/peperoni è presente in molte cucine del mondo: io adoro per esempio nei ristoranti cinesi, gustarmi il loro cucinato molto piccante. Non sapevo che questo piatto fosse tipico della cucina romana, da molti infatti preparato proprio per il classico pranzo di ferragosto anche se si tratta di un secondo piatto corposo e sostanzioso.

POLLO AI PEPERONI (10)+
INGREDIENTI

un pollo di circa un chilo e mezzo

1 cipolla rossa

2 peperoni gialli

1 bicchiere circa di brodo

400 grammi di polpa di pomodoro

olio extra vergine d’oliva q.b.

qualche granello di sale

un pizzico di miscela “pour indian madras curry”***

qualche fogliolina di timo

origano q.b.

qualche foglia di basilico

***La miscela “Pour Indian Madras Curry” è appunto una miscela di curry indiano; come già detto, il curry è un mix di spezie e odori che varia di famiglia in famiglia, di regione in regione: infatti non si ha una ricetta ben definita. Unici indizi sono l’elenco degli ingredienti principali con cui è formato il curry. Ognuno ha una sua ricetta segreta per ottenere squisite miscele composte da oltre 10 spezie. Il curry proveniente da Madras è considerato la miscela degli dei. Questa miscela è ideale per condire pollo e pietanze cotte al wok. Se non ne siete provvisti, potete utilizzare qualsiasi tipo di curry che non sia troppo forte…

Il termine curry viene dagli inglesi. Un tempo, tutti i giorni, ogni famiglia preparava di fresco la propria miscela, o masala, a base di peperoncino, zenzero, semi di fieno greco, tamarindo, cardamomo, semi di finocchio e curcuma. Nella regione delle ex unità amministrative britanniche di Madras sorsero i primi mulini per la macinazione delle spezie, che si specializzarono nella preparazione della miscela in polvere. Dal XIX secolo, grazie agli emigranti indiani, il pratico prodotto pronto si diffuse nel resto del mondo. Il curry Madras in polvere è tuttora considerato il migliore.

Il curry deve il suo tipico colore giallo-oro alla curcuma, ovvero lo “zafferano delle Indie”. Oltre alla curcuma, il “Pour Indian Madras Curry” contiene cardamomo, pepe di Caienna, cannella e granulato di cipolla e aglio.

POLLO AI PEPERONI (57)+

PREPARAZIONE

Tagliare il pollo in vari pezzi. Lavare e mondare i peperoni privandoli dei semi e dei filamenti bianchi al loro interno. Tagliarli a striscioline non troppo sottili se no in cottura di spappolano. In una padella capiente, mettere a rosolare il pollo con olio evo, la cipolla tagliata sottilmente e qualche granello di sale grosso. Lasciarlo rosolare da ambi le parti e quando sarà ben dorato,  aggiungere il brodo e continuare la cottura per 5-6 minuti, dopo di che aggiungere la polpa di pomodoro. Cuocere per circa una mezz’oretta; unire i peperoni tagliati a striscioline miscelando bene il tutto. Coprire e cuocere ancora una mezz’oretta, unire le foglioline di timo, una spolverata di origano aggiustando con la miscela “Pour Indian Madras Curry” se occorre (se non l’avete in casa potete regolare la carne con un po’ di curry o curcuma) e se dovesse asciugare troppo, unire ancora del brodo o acqua tiepida. Verso la fine cottura (circa un’ora in totale ma potrebbe variare a seconda della grossezza dei vostri tocchi di pollo) unire qualche foglia di basilico fresco. Servire con del purè di patate.

POLLO AI PEPERONI (21)+
Dall’archivio di Dolcipensieri:

GELATO CIOCCO NERO

TORTA DI PESCHE E AMARETTI

ZUCCHINE ALLA MENTA E ORIGANO

CAPRINI BIANCHI NELL’OLIO CON TIMO E MAGGIORANA

IL TIRAMISU’ DI ZIO GIGI

POLLO AL CURRY CON BASMATI AROMATICO

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TORTA DI MANDORLE FRAGOLE RABARBARO (7)+

Un “Dolcepensiero”: quando penso al rabarbaro, mi vengono in mente le caramelle che aveva sempre in dispensa la mia nonna. Le uniche che rimanevano sempre nel barattolo perché a noi bimbi non piacevano per il loro gusto amaro. La nonna ne mangiava sempre una dopo i pasti… note appunto per il loro apporto alla buona digestione; non ho mai utilizzato il rabarbaro fresco, ma mi ha sempre ammaliato per il suo bel colore che sfuma dal rosso al verde e per le sue folte foglie sempre rigogliose. Nasce in Cina ma quando parlo di rabarbaro mi vengono sempre in mente ricette anglosassoni, perché grazie alle loro colonie, hanno importato e saputo utilizzare questa pianta. In cucina si utilizzano i gambi, soprattutto per confetture e torte. Ottimo accostamento con le fragole, entrambi prodotti reperibili in questa stagione. Da noi in Italia sta iniziando in questi ultimi anni la coltivazione anche a livello hobbystico, infatti non è molto diffuso nella nostra nazione ma si può trovare spesso e volentieri nei mercati bio. I miei gambi sono stati un gradevole dono di mia cognata.

TORTA DI MANDORLE FRAGOLE RABARBARO (32)+
INGREDIENTI

60 grammi di rabarbaro*

90 grammi di farina di mandorle + una fialetta di aroma alla mandorla

200 grammi di fragole

160 grammi di zucchero di canna

110 grammi di farina

un paio di cucchiai di latte intero

3 uova grandi

100 grammi di burro

una dozzina di capsule di cardamomo

mezza bustina di lievito

un pizzico di sale alla vaniglia

TORTA DI MANDORLE FRAGOLE RABARBARO (47)+

PREPARAZIONE

Sciogliere a bagnomaria il burro. Lavare e mondare le fragole che taglierete a dadini. Lavare e tagliare finemente il rabarbaro. Porre nel mixer la farina di mandorle, lo zucchero e i semi di cardamomo; tritare il tutto molto finemente. Nella planetaria, montare le uova con un pizzico di sale alla vaniglia. Unire poi il mix di farina-zucchero-cardamomo, aggiungere il burro fuso, la farina setacciata con il lievito e il latte (se occorre aggiungerne dell’altro per avere un impasto morbido). Infine aggiungere metà del rabarbaro mescolando bene il tutto. Versare metà dell’impasto in uno stampo da 20 cm imburrato e infarinato. Versare il rabarbaro e metà delle fragole, ricoprire con il resto dell’impasto e terminare con le fragole. Porre in forno già caldo a 180°C per circa 40 minuti (controllare con la prova stecchino);  la torta si presenterà molto umida e morbida.

TORTA DI MANDORLE FRAGOLE RABARBARO (56)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

ROTOLO AL CARDAMOMO CON FRAGOLE E PANNA

PENNE CON CARCIOFI E GUANCIALE

PENNE ALLA CREME FRAICHE E ZAFFERANO

FRAPPE’ DI FRAGOLE E MENTA

SFORMATINI DI FRAGOLE CON YOGURT GRECO E CONFETTURA DI FRAGOLE

TORTA AL SARACENO CON MELE

Dal blog “Il mondo rovesciato” ho ricevuto questo premio:

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Le regole: rispondere a 10 domande e nominare 5 blog!

1 – COME TI CHIAMI REALMENTE:Serena

2 – QUAL E’? LA TUA VERA ETA’: 40 anni

3 – E QUELLA CHE VORRESTI AVERE: 40 anni

4 – QUAL’E’ L’ULTIMO SMS CHE HAI RICEVUTO: quello di un mio amico

5 – COM’E’ STATO IL TUO PRIMO BACIO: da immatura!!!!

6 – COS’HAI SOGNATO STANOTTE: di rimanere senza benzina con la macchina

7 – DOMANI PARTI DOVE VAI: Roma

8 – A COSA STAI PENSANDO: che arriverà quel giorno…

9 – COSA FARAI STASERA: tv e un buon libro prima di andare a letto!

10 – SE POTESSI INCONTRARE DAL VIVO UN SOLO BLOGGER CHI SCEGLIERESTI E PERCHE’? : mi piacerebbe conoscere un po’ tutti…

I miei nominati per il Premio Curiosità 2014:

Come ormai è mia tradizione, i premi li estendo a chiunque li vuole prendere… Baci

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COSTINE AL ROSSO DI SULMONA (5)+
Un “Dolcepensiero”: ha attirato la mia attenzione per il suo bel colore rosso porpora dalle mille sfumature, che poi alla fine si tratta di aglio, ovvero un aroma che non molti amano… eppure io lo uso! Inoltre questa varietà ha gli spicchi più grossi e sodi rispetto ad altri tipi, il profumo e pungente e l’aroma è molto persistente. Nello specifico parlo dell’aglio rosso di Sulmona. E’ un prodotto tutelato da un consorzio e viene coltivato nelle colline di Sumona o nella valle Peligna. E’ ottimo da utilizzare anche a crudo, perfetto per aromatizzare carni e pesce. Il Rosso di Sulmona è una varietà fra le più pregiate e rare; si coltiva a novembre/ dicembre, si raccoglie tra giugno e luglio. Si conserva a lungo. Per le mie costine è stato perfetto perché gli ha conferito una nota decisa…

COSTINE AL ROSSO DI SULMONA (10)+
INGREDIENTI

PER LA CARNE

1 chilo di costine di maiale

due/tre spicchi di aglio rosso di Sulmona

brodo vegetale q.b.

sale aromatizzato alle erbe delle Langheq.b.

olio extra vergine d’oliva q.b.

un mazzetto di rosmarino

PER LE PATATE

8 patate grandi

un paio di spicchi di aglio rosso di Sulmona

sale grosso q.b.

un paio di rametti di rosmarino

olio extra vergine d’oliva q.b.

COSTINE AL ROSSO DI SULMONA (20)+
PREPARAZIONE

PATATE. Pelare e lavare le patate, tagliarle a tocchetti. Riempire una pentola di acqua fredda aggiungendo sale e le patate. Portare a ebollizione e cuocere per una ventina di minuti o fino a quando le patate saranno facilmente infilzabili con una forchetta ma durette al loro interno. Scolare le patate. Versare dell’olio in una teglia, unire gli spicchi di aglio e infornarla per cinque minuti in forno caldo a 200°C. Prelevare la teglia e unire le patate regolando di sale grosso e di rosmarino tritato grossolanamente. Infornare di nuovo e arrostire le patate per circa un’oretta o fino a quando saranno ben dorate e cotte, rigirandole di tanto in tanto (potete passare alla funzione grill negli ultimi minuti di cottura).

COSTINE. In una ciotola irrorare di olio evo le costine regolando di sale. Unire gli aghi di rosmarino in parte tritati in parte no. Mischiare bene il tutto e versare la carne in una pirofila aggiungendo gli spicchi di aglio. Infornare rigirando di tanto in tanto e se si dovesse asciugare troppo, bagnare con acqua tiepida o meglio del brodo vegetale in piccole quantità. Cuocere per una mezz’oretta (cottura che varia in base alla grossezza delle vostre costine, vi consiglio comunque di tagliarle a metà).

A fine cottura di entrambi, unire le costine alle patate e portare in tavola.

COSTINE AL ROSSO DI SULMONA (24)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

FILETTI DI BRANZINO AL FORNO

TACOS CON POLLO

TORTA CON YOGURT ALLE MELE CON BACCHE DI GOJI

CROSTATA DI RISO E DOPPIA CONFETTURA

TORTINE ALLE FRAGOLE

LA CREMA CATALANA

 

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STRUDEL ZENZERO ARANCE MELE (26)+

Un “Dolcepensiero”: oggi una spruzzatina di neve ha creato un’atmosfera da fiaba nel mio giardino. Aprire le finestre e godersi tutto il paesaggio leggermente innevato ha dato alla giornata una bella sferzata di buon umore. Le strade erano percorribilissime quindi non ha creato alcun disagio. Anche l’arietta era friccicolina e appena aperte le persiane, mi sono soffermata sull’uscio per prendere tre o quattro respiri che mi hanno riempito i polmoni di freschezza. Ideale per la merenda di oggi e perché no anche come fine pasto, un tiepido strudel è il dolce perfetto per la giornata nevosa… quasi come essere in montagna! Per questo strudel aromatizzato di zenzero, ho voluto usare le mele verdi Granny Smith perché le trovo fresche e quindi in perfetta sintonia con il tocco frizzante dello zenzero appunto. Legata a questo frutto dal colore verde speranza, vi è una deliziosa storia legata alla Signora Smith, e da qui il nome della mela, la quale ne scoprì casualmente la qualità di questo frutto proprio nel suo frutteto. Estirpando erbacce nella piantagione, Maria trovò queste piante che altro non erano ciò che rimaneva di vecchi alberi di mele francesi. La incuriosì parecchio l’asprosità e la sua succosità dei suoi frutti: infatti la mela verde è scarsa di zuccheri. Dall’Australia approdò in Inghilterra e nei primi anni ’70 arrivò anche in America. Nella mia infanzia questa mela mi ricorda uno shampoo che spopolò per parecchi anni fra noi bimbe: avere i capelli che sapevano di mela verde era veramente di moda!

INGREDIENTI

PER LA PASTA

1 uovo

250 grammi di farina antigrumi

100 grammi di burro leggermente salato

la buccia di 1/2 limone

latte intero q.b.

PER IL RIPIENO

il succo di mezzo limone

2 mele verdi Granny Smith

85 grammi di zucchero allo zenzero

1 arancia

1 cucchiaio di gherigli di noci

1 cucchiaio di pinoli

1 cucchiaio di uvetta sultanina

1 cucchiaio di uvetta passa bianca

1 uovo

STRUDEL ZENZERO ARANCE MELE (14)+
PREPARAZIONE

In una ciotola, porre la farina con il burro ammorbidito, l’uovo, quanto basta di latte tiepido e la buccia del limone; impastare e formare di seguito una palla piuttosto soda che lascerete riposare una mezz’oretta. Nel frattempo mettere le due uve in una ciotola con acqua tiepida in modo che si ammorbidiscano. Lavare e pelare le due mele, affettarle in spicchi che poi dividerete in pezzetti piccoli. Porli in una ciotola con il succo di mezzo limone e lo zucchero aromatizzato allo zenzero. Miscelare bene il tutto. Pelare al vivo l’arancia, premere le bucce per ricavarne il succo sopra le mele a pezzi. Tagliare a spicchi l’arancia e poi a tocchetti grandi come le mele, unirli alla mela e miscelare bene il tutto. Finire il ripieno con le noci, i pinoli e le uve ben strizzate. Mischiare il tutto. Tirare la pasta in una sfoglia sottile su un foglio di carta forno, distendere sopra il mix di frutta lasciando da parte il succo. Avvolgere la sfoglia sopra sè stessa per formarne un rotolo ripieno, ripiegando anche i lati esterni, appoggiare sopra in una teglia. Nel succo di arancia e limone tenuto da parte, sbattere l’uovo e con un pennello, spennellare tutto lo strudel pigiando bene i lati che fanno da chiusura; con la cautela del caso, rigirare lo strudel in modo che i lembi che fanno da chiusura rimangano sotto, spennellare anche questo lato e con un coltellino, creare delle piccole incisioni in modo che in cottura fuoriesca il vapore della frutta in cottura. Terminare con una spolverata leggera di zucchero. Infornare per 50 minuti in forno già caldo, ventilato a 180°C.

STRUDEL ZENZERO ARANCE MELE (3)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

STRUDEL DI MELE E PERE CON “ZUCCHERO E CANNELLA”

FRUTTA AGLI AGRUMI CON ZUCCHERO ALLO ZENZERO

RISOTTO LUSTENBERGER E MELA VERDE

RISOTTO CON ARANCE VALENCIA E TALEGGIO DOP

ARROSTO DI COPPA ALLE ARANCE

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CUPCAKES PERE, CIOCCOLATO E CANNELLA (39)+

Un “Dolcepensiero” mini: dalla più classica delle torte ovvero “pere e cioccolato”, ecco la versione mono in un delizioso cupcake con l’aggiunta della cannella che ne profuma ancor di più il suo dolcissimo aroma. Nel mio blog non ho mai parlato della differenza fra cupcake e muffin ma se girate nel web o vi dedicate alla lettura di qualche libro soprattutto di cucina americana, potete carpirne tutti i loro segreti. La differenza per me più visibile sta nella glassatura e nelle dimensioni: i cupcakes sono più piccoli e glassati mentre i muffin non sono glassati, tipicamente sono alla frutta ovvero nell’impasto il più delle volte viene messa frutta fresca o secca. Se entriamo nello specifico delle tecnica in cucina, la differenza esiste: i muffin possono essere dolci o salati utilizzando quasi sempre l’olio nell’impasto; i cupcakes sono invece delle mini torte molto burrose. Quindi durante la preparazione dei cupcakes, prima devono essere mescolati burro e zucchero insieme e poi unire tutti gli altri ingredienti. I muffin prevedono la separazione degli ingredienti fra umidi e asciutti: quindi prima operazione è miscelare tutto ciò che è umido, poi unire tutto ciò che è secco e ben setacciati insieme. Per finire, l’altra differenza fra i due consiste nel momento della giornata in cui volete gustarli; i muffin di tradizione anglo/americana si consumano la mattina; i cupcakes sono perfetti per il thè delle cinque.

CUPCAKES PERE, CIOCCOLATO E CANNELLA (25)+
INGREDIENTI PER UNA DOZZINA DI CUPCAKES

1 pera Abate

un cucchiaino di cannella

1 cucchiaio di vodka (o latte)

2 uova

un pizzico di sale alla vaniglia

52 grammi di miele all’arancia

80 grammi di zucchero alla vaniglia

75 grammi di olio extra vergine d’oliva

50 grammi di burro leggermente salato

120 grammi farina antigrumi

20 grammi di cacao amaro

1 bustina di lievito

60 grammi di gocce di cioccolato fondente

100 ml di panna da montare già zuccherata

1 bustina di pannafix

qualche pralina a forma di stella o altro

CUPCAKES PERE, CIOCCOLATO E CANNELLA (10)+

PREPARAZIONE

Lavare e pelare la pera. Tagliarla a dadini piccolissimi, porla in una ciotola con la cannella e la vodka (se li mangiano anche i bimbi, utilizzate al suo posto il latte); mettere al ciotola in frigo. In un’altra ciotola, setacciare lievito, farina e cacao. Nella planetaria sbattere le uova con un pizzico di sale insieme allo zucchero, unire il burro ammorbidito con il miele. Subito dopo l’olio evo a filo. Terminare con il composto secco. Quando il tutto è amalgamato aggiungere  le gocce di cioccolato e i pezzetti di pera compreso tutto il loro liquido e mescolando bene con una spatola. Versare negli appositi pirottini una generosa cucchiaiata d’impasto e infornare per circa venti minuti a 180°C. Verificare con la prova stecchino. Nel mentre si raffreddano i cupcakes, montare la panna molto fredda nella planetaria e unire la pannafix se non li consumate nell’immediatezza in modo che la panna non si afflosci. Terminare con qualche pralina…

CUPCAKES PERE, CIOCCOLATO E CANNELLA (8)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

CUPCAKES ALLO YOGURT

TORTA AL CIOCCOLATO E VODKA

TORTA DI CACAO E PERE

TORTA DELLA NONNA CON FROLLA ALLA CANNELLA E ZENZERO

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SORBETTO GOJI (22)

Un “Dolcepensiero” di inizio anno… anche se dalla foto sembrerebbe San Valentino! ma ho voluto proporre a tutti voi tantissimi cuori perché quando inizia un nuovo anno si augura sempre fortuna, salute, amore e soldi. Un cuore rosso può racchiudere simbolicamente tutte queste grandi virtù e vantaggi… ma credo che fra tutti, l’amore sia il sentimento unico che noi possiamo coltivare e far crescere tutti i giorni: fra gli alti e bassi della vita, se si rimane uniti in famiglia molti piccoli o grandi problemi si possono sistemare. Qualche litigata o discussione può capitare a chiunque anche a quelle coppie o famiglie che in apparenza sembrano felici e piene di benessere… è ovvio la vita può rivelarsi molto dura a volte ma credo che solo in un sorriso di un tuo caro, questa possa assumere una sfumatura ben più lieve. Sulla fortuna e il denaro non si può dire niente, se arrivano… arrivano se no pace! mentre sulla salute beh… fa molto nella vita!!! star bene fisicamente sia spiritualmente è un vantaggio enorme per vivere tutti i giorni! E se possiamo aiutarci anche in questo ben venga… ed ecco il filo conduttore per presentarvi una semplice bacca rossa come i cuoricini in foto ovvero le BACCHE GOJI.

BACCHE GOJI (7)+

Un piccola bacca che in sé racchiude grosse proprietà benefiche che vi ho già raccontato qui. Con questo post voglio ringraziare il sito Goji per avermi donato una confezione di bacche e una bottiglia di succo.

BACCHE GOJI (13)+

Questa piccolissima bacca contiene il 4000 percento di antiossidanti delle arance e più vitamina B di qualsiasi altro alimento. Nel sito si raccomanda l’assunzione di 15 grammi al giorno corrispondenti a circa 100 piccole bacche secche. 15 grammi di bacche di goji al giorno coprono il fabbisogno giornaliero di vitamine A, B, C, amminoacidi e sali minerali. La bacca di goji secca è un antiossidante naturale dal costo molto contenuto. Le bacche goji sono un alimento presente nella medicina tradizionale cinese rappresentando da migliaia di anni, una fonte di eterna giovinezza. Gli effetti benefici delle Bacche di Goji sono noti in Asia da centinaia di anni e la medicina tradizionale cinese ne fa ampio uso per curare diversi disturbi. L’altissima concentrazione di sostanze nutritive delle bacche quali vitamine (più vitamina C delle arance, vitamine B come B1, B2, B3 e B5), sali minerali (calcio, magnesio e fosforo), carotinoidi, polifenoli, sostanze bioattive elementi come ferro, zinco, manganese ed altri ancora rendono le bacche di goji un toccasana per la salute sotto molti aspetti. Fra i molti effetti benefici attestati per la salute, le bacche sono un potentissimo antiossidante; rinforzano il sistema immunitario; proteggono la vista dagli effetti nocivi dei raggi UV; proteggono il fegato; aiutano ad abbassare il livello del colesterolo; aiutano a prevenire e ad alleviare infiammazioni di tipo reumatico; sono particolarmente indicate per chi soffre di diabete; aiutano a mantenere la pelle giovane e sana.

SORBETTO GOJI (31)+

INGREDIENTI

60 bacche di Goji

320 grammi di acqua naturale + 360 grammi di acqua naturale

qualche bacca di cardamomo

il succo di 1 limone grosso + la buccia grattugiata di 1/2 limone

190 grammi di zucchero semolato

PREPARAZIONE

Versare i primi 320 grammi di acqua ed le bacche goji in un pentola, coprire con un coperchio e portare ad ebollizione (la bollitura rilascerà un odore non proprio gradevole). Spegnere il fuoco dopo qualche minuto di bollitura, coprire con un coperchio con lo sfiato e far raffreddare. Con una schiumarola, prendere le bacche e porle nel barattolo del mixer ad immersione e frullare bene il tutto con qualche bacca di cardamomo (se occorre qualche cucchiaio di acqua presa dai 360 grammi). Setacciare la purea ottenuta con un colino per eliminare i semini e le fibre. Spremere il limone e grattugiare la buccia del limone che andrete ad unire alla purea; aggiungere anche lo zucchero e miscelare bene il tutto. Infine allungare con l’acqua e mettere il composto nella gelatiera azionandola fino a quando il sorbetto si solidifica. Servire subito oppure porre in freezer e al momento di servire far ammorbidire il tutto mischiando molto bene con un cucchiaio.

SORBETTO GOJI (17)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

SORBETTO ALLA PESCA

SORBETTO AL KIWI

SORBETTO ALLA MELA CON SUCCO DI MAPO

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PAN BRIOCHE CON GOCCE DI CIOCCOLATO (104)+

DOLCIPENSIERI

AUGURA

a tutti voi che passate quotidianamente nelle sue pagine un

sereno Natale colmo di tranquillità e serenità, calore e amore e perché no… un pizzico di fortuna e benessere!

E che la salute ci sia sempre…

AUGURI!!!

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GHIRLANDA (27)+

Un “Dolcepensiero” da regalare: oggi niente ricette. Come vi ho accennato nel post precedente, vi voglio parlare del regalo fai da te che donerò a qualche mia amica. Sono dei “Dolci pensieri” che amo realizzare ogni anno e per ogni anno diversi nelle idee. Nella foto vedete delle ghirlande che si possono appendere alle porte, al camino oppure in qualche angolo della casa…

GHIRLANDA (19)+

MATERIALE PER UNA GHIRLANDA

3 dischetti di legno del diametro di 7-8 cm

colla a caldo q.b.

60-70 cm di nastro

raffia q.b.

1 campanellino

2 decori in tema natalizio

sacchetto trasparente

PREPARAZIONE

Per prima cosa decidere il colore che volete tenere per i vari materiali. Per me tutto marrone ma nel post precedente la ghirlanda era rossa. Per ottenere i dischetti, potete farvi tagliare un tronchetto di legno in tanti dischetti oppure potete far fare questa operazione presso i vari centri del fai da te; non è detto che li troviate già belli che pronti. Su un nastro, incollare con la colla a caldo tre dischetti a equa distanza calcolando nella parte superiore la piegatura per appendere la vostra ghirlanda; fate attenzione anche al dritto e al rovescio del nastro e soprattutto la direzione dei disegni. Una volta incollati i legni, incollare anche la piegatura. Prendere i decori e con la colla a caldo, porli sui primi due dischetti. Passare la raffia nel campanellino, formare dei fiocchi e incollarlo sull’ultimo dischetto. Sempre con la rafia, creare il fiocco nell’alto della ghirlanda. Porre le ghirlande in sacchetti trasparenti, fermarli con un fiocco e un’etichetta per il nome del destinatario.

GHIRLANDA (12)+

I Dolci pensieri degli anni scorsi…

CRISTALLI DI SALI AROMATIZZATI

LE CASTAGNE UBRIACHE

MOLLETTE CHIUDI PACCO

ZUCCHERO E ZENZERO

ZUCCHERO E CANNELLA

GHIRLANDA (21)+

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