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Posts Tagged ‘bitto’

POLENTA UNCIA (4)

Un “Dolcepensiero” che fa tradizione: ogni anno per la sagra del paese, la “Polenta Uncia” è un piatto fra i più famosi e richiesti. E’ un piatto di tradizione comasca: la parola “uncia” significa unta e in ogni famiglia vi è una ricetta molto personale in base ai gusti della “tribù”. E’ un piatto perfetto per la stagione fredda che si sta sempre più avvicinando… un buonissimo piatto unico di polenta mantecato con formaggio, burro e salvia perfetta se accompagnata da un buon bicchiere di vino rosso. Come detto sopra, questa che vi propongo io è la mia versione di Polenta Uncia, specchio di una ricetta che ogni mamma tramanda alla propria figlia… In base ai vostri gusti, vi consiglio di variare il peso dei formaggi prediligendo bitto e Valtellina se amate il sapore, mentre le amate la polenta uncia più dolce e delicata, abbondate con latteria e casara. Ovvio che il burro regala alla ricetta una marcia in più se non che “uncia” sarebbe? scegliete del burro di buona marca meglio se di malga ovvero quello dal colore più giallino color paglierino che ha un profumo di erba… fatene una scorta prima dell’inizio dell’autunno, così facendo avrete la possibilità di godervelo anche nei primi mesi autunnali.

POLENTA UNCIA (10)

INGREDIENTI

300 grammi di farina gialla

200 grammi di farina taragna

1 litro e 75 cl di acqua circa

500 grammi di formaggi valtellinesi ovvero 200 grammi di latteria, 100 grammi di fontina, 100 grammi di bitto, 100 grammi di casera

100 grammi di grana grattugiato

200 grammi di burro di malga

qualche spicchio di aglio

sale grosso q.b.

qualche foglia di salvia

PREPARAZIONE

Miscelare per bene la farina gialla con quella taragna. Mettere l’acqua a bollire in un paiolo di rame e salare con sale grosso appena sale di bollore; far cadere a pioggia la farina continuando a mescolare per evitare che si formino grumi. Cuocere per circa un’oretta continuando a rimestare. Intanto preparare i formaggi tagliandoli a quadretti piccoli e mischiarli bene insieme al grana grattugiato. A cottura quasi ultimata della polenta, soffriggere l’aglio nel burro avendo cura di farlo dorare insieme alla salvia a rametti. Togliere il paiolo con la polenta dal fuoco, versarla in una grande pirofila e con l’aiuto di due cucchiai grandi, miscelare la polenta con il formaggio e il burro fuso colato. Continuare a mescolare fino a quando tutto il formaggio si sarà sciolto e la polenta sarà bella morbida. Servire subito.

POLENTA UNCIA (18)
Dall’archivio di Dolcipensieri:

PASTA CON MASCARPONE E SALSA ALLE NOCI

MUFFIN AL CIOCCOLATO E CANNELLA

TIRAMISU’ CIOCCOLATOSO

SALTIMBOCCA ALLA ROMANA

FILETTI DI MERLUZZO AL PESTO CON PINOLI

I BISCOTTI FATTI DA MATTEO

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FRITTATINE FIORI ZUCCA E TALEGGIO (9)+
Un “Dolce… pic-nic”: sono il cibo che preferisco in estate. Sarà che amo gustarle anche fredde soprattutto quelle cotte in forno, sarà che sono trasportabilissime nei pic-nic, sarà che possono essere anche cucinate in formato light… le frittate in estate sono perfette per un pranzo veloce, una cena leggera e perché no… un graditissimo pic-nic all’aria aperta in compagnia di amici. Inoltre oggi le ho cucinate con le prime primizie dell’orto di mio padre ovvero i fiori di zucca, il tocco saporito del Taleggio DOP unito al bitto, ha conferito un buon sapore. Il loro aspetto è un po’ rustico ma credetemi il sapore e la sofficità vi conquisteranno!

FRITTATINE FIORI ZUCCA E TALEGGIO (3)+

INGREDIENTI PER 4 PICCOLE FRITTATE

5 uova

6-8 fiori di zucca

40 grammi di bitto

80 grammi di Taleggio DOP

grana grattugiato q.b.

sale pepe q.b.

burro q.b.

PREPARAZIONE

Aprire e lavare i fiori di zucca tamponandoli leggermente per asciugarli. Sbattere le uova con un pizzico di sale e pepe. Unire il bitto grattugiato. Con il burro, ungere leggermente i pirottini per le frittate, versare il composto di uova distribuendolo in modo equo. Tagliare a dadini il Taleggio DOP che distribuirete nelle frittate. Terminare con i fiori di zucca in superficie premendoli leggermente verso il basso. Terminare con una spolverata di grana grattugiato, porre in forno già caldo a 200°C per una ventina di minuti. In forno tenderanno a gonfiarsi, quindi con una forchetta incidete qualche buchetto al momento in cui spegnerete il forno, lasciare al caldo ancora qualche minuto o fino a doratura.

FRITTATINE FIORI ZUCCA E TALEGGIO (14)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

FRITTATINE AL TIMO E GRANA

LIMONI SOTTO SALE E TIMO

INSALATA DI RISO INTEGRALE… ALLA GRECA

TORTINO DI GRANO SARACENO

FRAGOLE PROFUMATE DI TE’ ALLA MENTA CON GELATO DI PANNA

FRITTATINE CON FETA, PEPERONCINO E AROMI

Con questa ricetta partecipo al contest “Nel cesto del pic nic” de “La cucina di Esme”
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BROCCOLI GRATINATI (3)+

Un “Dolcepensiero”: una ricetta semplice ma molto saporita, con possibili varianti in base ai propri gusti. Si possono usare anche avanzi di vari formaggi oppure utilizzare qualche particolarità casearia del nostro territorio. Possono essere un ottimo primo piatto oppure da accompagnare ad affettati.

BROCCOLI GRATINATI (11)+

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

1 broccolo verde

200 ml di panna

70 grammi di bitto

70 grammi di casera

100 grammi di prosciutto cotto

grana grattugiato q.b.

qualche granello di sale grosso

pepe un pizzico

burro leggermente salato q.b.

PREPARAZIONE

Pulire il broccoli: togliere la parte dura del gambo, separarli in piccoli ciuffi, lavarli delicatamente sotto acqua corrente e porli nella vaporiera ancora con acqua fredda; cuocerli per una ventina di minuti – o fino a quando saranno morbidi ma ancora sodi – con qualche granello di sale grosso. Con il burro, imburrare le ciotole o pirottine oppure una unica teglia. In una ciotola, porre i broccoli freddi e mischiarli con la panna senza romperli. Regolare di pepe; distribuire i broccoli e panna nelle pirottine, unire il bitto e la casera a tocchettini piccoli cosi come il prosciutto cotto: a volte lo taglio a dadini, a volte lo affetto sottilmente e poi lo trito con la mezzaluna. Finire con una spolverata di grana. Porre in forno a 220°C per una decina di minuti, passare poi al grill le cocotte fino a quando saranno ben dorate in superficie. Servire ben calde come piatto unico oppure come contorno a degli affettati.

BROCCOLI GRATINATI (44)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

PASTA CON I BROCCOLI E FONDUTA DI TALEGGIO

GRATIN DI BROCCOLI

TARTELLETTE GRATINATE ALLE ZUCCHINE E CURRY

Mi trovi anche qui:

DONNE SUL WEB BANNER

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Un “Dolcepensiero”: ieri giornatona del tutto primaverile; sole caldo, cielo azzurro e leggero venticello caldo tutto faceva pensare finalmente alla primavera… ma oggi già non è più così!!! tornata da un “viaggetto” dal contadino ben armata di uova fresche e biologiche al 100% e di un bel mazzetto di agretti, mi sono decisa subito di gustare le uova nella loro integrale freschezza, quindi niente torte bensì una ben più classica omelette. A dire il vero ben tre belle ma semplici varianti avendo in casa varie tipologie di formaggio che da me non manca mai, quindi oggi vi presento la prima omelette perfetta anche se gustata tiepida o fredda magari per il primo pranzo all’aperto, con un buon e fresco bicchiere di vino bianco oppure se amate, una buona birra chiara artigianale.

INGREDIENTI PER DUE OMELETTE

4 uova biologiche

1 porro

1 ciuffo di agretti

un pizzico di sale

un pizzico di pepe nero

qualche cucchiaio di grana grattugiato

6 fette di bitto sottili

qualche noce di burro leggermente salato

PREPARAZIONE

Affettare il porro a rondelle sottili dopo averlo sciacquato sotto acqua corrente. Tagliare anche gli agretti a pezzettini piccoli. Sbattere le prime due uova con un leggero pizzico di sale con la frusta senza farle schiumare. Unire un pizzico di pepe e un cucchiaio di grana grattugiato. Ungere una padella per frittata o crepes con una noce di burro e appena sfrigola, calare le uova. Appena iniziano a rapprendersi, porre in superficie metà del porro e metà degli agretti avendo cura di distribuirli bene. Girare la frittata e finire la cottura. Procedere in questo modo anche per le altre due uova. Appena intiepidite, porre in una metà le fette di bitto tagliate sottili (io avevo un pezzo di bitto che ho tagliato con l’affettatrice), arrotolarle su se stesse oppure piegarle a metà. Porle in forno caldo solo per qualche minuto senza far sciogliere troppo il formaggio ma sono ottime se gustate anche tiepide appena fatte. Terminare con qualche pezzettino di agretti.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

OMELETTE VELOCE

CANEDERLI CON PANCETTA E AGRETTI

MINESTRONE DI VERDURA

CONIGLIO AL ROSMARINO CON MEDAGLIONE DI POLENTA AL BITTO E CASERA

CANNELLONI LEGATI VEGETARIANI

Con questa ricetta partecipo al contest del blog “Pasticciando tra i fornelli”

dal titolo “Lo spuntino di mezzanotte”

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Un “Dolcepensiero” sempre dal mio cenone: questa è la terza ricetta che vi parla del mio cenone di capodanno e lo dedico non solo ai miei ospiti, ma anche a tutti voi che mi leggete nei miei due blog. Ho passato l’intero pomeriggio a cucinare per i miei amici e famigliari: mi sono concentrata su antipasti vari, finger food che sono stati la parte più ghiotta di questa cena. Questi bignè in versione salata, sono un antipasto molto buono e veloce da preparare proponibili non solo durante le feste ma anche per i pranzi della domenica oppure nelle cene fra amici.

VI AUGURO UN BUON E FELICE INIZIO DI ANNO  non solo sul mio primo blog ma anche sul mio secondo blog ospite di Donne sul web:

Se il 2010 è stato un anno pieno di soddisfazioni soprattutto regalatemi da questo blog, spero che nel 2011 riuscirò con il blog ospite di DONNE SUL WEB, a catturarvi ancor di più… la mia promessa sarà quella di riuscire ad impegnarmi al massimo proponendovi me stessa tramite le mie ricette che certamente non competono minimamente con tanti di voi che proponete ricette e foto spettacolari, ma cercherò di essere sempre me stessa, la stessa donna che tutti i giorni se la vede con lavoro, marito, figlio e mille altri impegni che con l’anno nuovo saranno ancor  più pressanti. Chi mi segue e mi viene a trovare, ormai ha imparato a conoscermi e a capire come sono: amo la semplicità ma certe volte amo anche complicarmi, amo essere me stessa e agire sempre come la giornata si presenta, amo presentare ciò che mangio pur banale che sia, amo essere Serena e Serena è questi due blog… e amo tutti voi che avete reso questi progetti sempre più vivi e… vegeti!!! grazie e che il 2011 frizzi di vita!!!

LA RICETTA LA POTETE TROVARE QUI

SUL BLOG DI SERENA CRIVELLI di DOLCI PENSIERI

OSPITE DI DONNE SUL WEB

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Un “Dolcepensiero”: un secondo piatto di carne bianca quale quella di coniglio, accompagnata con della calda e profumata polenta, potrebbe essere un’alternativa per le cenette di pre Natale. Intendo quelle cenette o pranzetti, in cui si scambiano regali e auguri fra amici, logicamente tavolata di adulti e tavolata di bambini. Con questo piatto ho infatti inaugurato le mie domeniche pre Natale, fatte di appuntamenti fra amici per rilassarsi un pochino vicino ad un caldo camino e fra le risate dei bimbi. Ci vuole un cibo che conforta il cuore, questo “cade a fagiolo” come si suol dire: ai miei commensali non dispiace la carne bianca, io l’adoro anche perchè legata alla mia infanzia se poi contornata con della polenta rimane un piatto fragoroso e rustico, adatto per un pranzo in famiglia perfetto senza troppi sforzi sofisticati che possiamo lasciare per il cenone della vigilia, che ne dite? Poi dalle nostre parti, è pieno di baite/ristoranti immersi tra le nostre valli e montagne, che confortano i propri clienti con pietanze di questo tipo, in perfetto stile brianzolo. Servite prima un bell’affettato di salumi misti con magari qualche crostino e poi questo piatto importante di carne e contorno di polenta filante ai formaggi valtellinesi… che scalda il cuore e non solo.

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE E PREPARAZIONE DELLA CARNE

un coniglio di più di 500 grammi (già privato della testa)

1 bicchiere di vino rosso

1 carota

1 gambo di sedano

1 cipolla bianca

500 grammi di pomodori pelati

qualche rametto di rosmarino

olio extravergine d’oliva

sale e pepe.

Tagliare a dadini piccoli le verdure (carota, sedano, cipolla). Scaldare un tegame con olio extravergine d’oliva. Soffriggere i dadini di verdura. Far rosolare il coniglio – tagliato in pezzi – per qualche minuto rigirandolo per dorare tutti i lati. Sfumare con il vino (un bicchiere bello abbondante) e continuare la cottura rigirandolo fino a quando tutto il vino è evaporato. Unire i rametti di rosmarino ben lavati. Abbassare poi il fuoco, aggiungere il pomodoro e mescolare. Coprite il tegame con il coperchio e cuocete per circa 45 minuti, o comunque fino a quando il vostro coniglio sarà cotto. Ognitanto scoprite, rigirate la carne e se dovesse asciugare troppo, allungare con acqua tiepida; regolare di sale e con una bella spolverata di pepe nero. Appena la carne si presenta cotta e pronta, porla in un piatto e prelevare tutto il sugo che metterete nel bicchiere del frullatore ad immersione, compresi qualche aghetto di rosmarino: azionare il frullatore e creare una cremina densa che riporrete poi nel tagame, se troppo densa allungate sempre con poca acqua tiepida, regolare di sale e pepe e riporvi i pezzi di carne, cuocere per qualche minuto.

INGREDIENTI E PREPARAZIONE PER LA POLENTA

1 e 1/2 di litro di acqua

500 grammi di farina di mais

sale grosso q. b.

100 grammi di bitto

100 grammi di casera

Mettere sul fuoco una pentola con acqua, meglio se avete un paiolo di rame. Quando questa avrà raggiunto il bollore, aggiungere il sale grosso, far cadere a pioggia la farina e mescolare in continuazione con un cucchiaio di legno – io trovo comoda anche una frusta – per non formare grumi. La polenta sarà cotta dopo 40 minuti circa, quando mescolando si staccherà dalle pareti della pentola. Spegnere il fuoco, amalgamare la polenta con i formaggi tagliati a dadini piccoli fino a quando saranno ben sciolti. Servirla formando medaglioni in un coppa pasta, accompagnarla con il coniglio e il suo sughetto.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

CONIGLIO ALLA BIRRA

FOCACCIA DI SEMOLA AL ROSMARINO

BRASATO AL BAROLO

RISOTTINO MANTECATO AL NERO D’AVOLA

PANINO DI SEGALE CON BRESAOLA VALTELLINA

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Un “Dolcepensiero”: ho intravisto questo contest in giro per la rete e mi ha stuzzicato subito la voglia di partecipare anche perchè giusto qualche giorno fa, alla memoria mia e di mio marito, è salito un ricordo particolare sul cibo da strada. Stavamo parlando di neve, che forse arriverà anche a bassa quota nel week-end, e subito ci è salita la voglia di montagna, scii e piumini e soprattutto di cibi rustici, caldi e appetitosi. Noi siamo di Lipomo in provincia di Como e molto vicini alla Valtellina che adoriamo perchè piena di paesaggi bellissimi in ogni momento dell’anno e soprattutto per il cibo e per i loro prodotti. Quando ci concediamo i week-end invernali, saliamo sempre a Bormio e fra una sciata e l’altra oppure perchè no anche fra una pennichella e l’altra al sole dei 2000 o 3000 metri, ecco che ci gustiamo uno dei miei cibi da strada che preferisco: i panini. Nei vari chalet posti lungo le piste oppure nei vari stand organizzati all’arrivo delle discese, si possono gustare questi panini ghiottissimi, confenzionati con due prodotti del territorio quali il pane di segale e la bresaola della Valtellina. Il pane di segale era il cibo sostentamento per i contadini che portavano le loro mucche al pascolo, da sempre considerato un cibo a cui dare rispetto perchè “grazia di Dio”. Inoltre il pane di segale è buono anche se consumato dopo alcuni giorni. La tradizione vuole che il pane di segale sia panificato durante l’ultimo quarto di luna, evitando così al pane di non ammuffire, deve essere cotto in forno a legna dove bruciano tocchi di pino ben secchi che conferiscono al pane, un dolce calore. Infatti la legna veniva tenuta al sole – se possibile anche durante l’inverno – per almeno una decina di giorni prima di essere bruciata in modo che asciugasse ben bene. L’impasto deve essere lavorato con calma e le screpolature che escono dalla pagnotta, sono simbolo di una perfetta lievitazione. Nella cottura, ci vuorle la farina bianca di frumento per ricoprirne la superficie delle pagnotte. Le pagnotte in attesa di essere infornate, venivano poste su assi di abete. Dopo queste accortezze che donavano al pane profumi particolari, si potevano porre in forno caldo per la cottura. Quale miglior cibo può accompagnare questo delizioso pane se non la bresaola? Grazie al clima che regala la valle, questo salume è un prodotto di un’unicità inimitabile, saporita e molto carnosa che grazie appunto all’aria fresca delle Alpi, crea le condizioni ideali alla stagionatura della bresaola. E’ un affettato che viene prodotto dalle cosce del manzo scegliendo le parti migliori, seguendo dei rituali ben precisi e radicati da tempi lontani, segreti che si sono tramandati da padre in figlio. L’abilità di chi confeziona tali insaccati, oltre alla scelta dei tagli, consiste anche nella giusta dose degli aromi naturali in cui le brasaole vengono “accarrezzate” con tempi e ritmi ben definiti. Ottimale deve essere anche l’umidità. Oggi la vera Bresaola della Valtellina è garantita con marchio IGP – Indicazione Geografica Protetta – utilizzato esclusivamente dai produttori della Provincia di Sondrio. La brasaola oltre a essere buona e saporita, è un’ottimo sostituto della carne, molto povero di grassi. Quindi ecco come può nascere un buon cibo da strada se poi innevate, sono ancor più caratteristiche. Perfetto da consumarsi con una birra fresca oppure anche con un buon vino rosso valtellinese.

Con questa ricetta partecipo al CONTEST DI GIULIA – ROSSO DI SERA

Alla Valtellina sono particolarmente affezionata essendo da sempre la meta mia e di mio marito, per riposarci e confortarci con i loro buonissimi prodotti e non solo. Spero di avervi fatto scoprire qualcosa in più su questa meravigliosa Italia e su i suoi tesori gastronomici, e con l’occasione vi consiglio di farvi una bella vacanza in Valtellina in qualsiasi momento dell’anno, perchè ogni stagione questa valle regala ai turisti profumi, prodotti e avvenimenti molto particolari con tutti i confort che volete.

INGREDIENTI:

1 ciambella di pane di segale

80 grammi di bresaola della Valtellina IGP

4 fette di bitto o casera della Valtellina

porcini sott’olio

insalata riccia

burro q.b.

olio extravergine ai quattro pepi.

PREPARAZIONE

Tagliare il panino, spalmare uno strato di burro ammorbidito sulla parte superiore della cimbella. Tagliare il bitto – o il casera se volete un sapore meno stagionato – in fette sottili e formare un primo stato sulla ciambella. Proseguire con la bresaola tagliata a fettine sottili; irrorare con un filo di olio extravergine d’oliva ai quattro pepi (se ne siete sprovvisti potete miscelare dell’olio evo con del pepe a piacere). Tagliare a pezzettini i porcini sott’olio e metterli sopra la bresaola: infornare il panino in forno già caldo per pochi minuti giusto il tempo per ammorbidire e scaldare la ciambella e fondere lievemente il burro. Potete anche consumarlo senza scaldarlo, vi consiglio allora di unire qualche fogliolina di insalata.

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Un “Dolcepensiero” ai preparativi: …di Natale. E si perchè dall’otto dicembre si parte con tutte le manifestazione del paese per il natale ma anche a casa non mancano le pre-cene natalizie dove s’incotrano amici per scambiarsi i regali e gli auguri. Quest’anno ho pensato a qualche piattino più leggero da presentare in tavola e ho pensato anche a quegli amici che non amano la carne ma alla buona tavola comunque non ci rinunciano. Questa ricettina è una delle mie tante variazioni su un piatto tipico che cucino tante volte durante l’anno: una variante simpatica che è riuscita a meraviglia e che è piaciuta tanto come anche questa che trovate qui, dove in entrambi i casi gli ingredienti sono tipici della preparazione dei pizzoccheri, ideale per i mesi invernali, un giusto connubio fra verdura e formaggio.

INGREDIENTI

 una ventina di cannelloni

una dozzina di foglie di verza

3 patate medie

200 grammi di bitto

PER LA BESCIAMELLE

100 grammi di burro

80 grammi di farina

1/2 litro di latte

noce moscata

sale e pepe

grana grattugiato.

PREPARAZIONE:

In una capace pentola, far bollire l’acqua con sale grosso e sbollentateci le patate sbucciate fino a quando saranno ben morbide; dopo le patate, nella stessa acqua, lessate per circa cinque minuti le verze, scolatele e tuffateci anche i cannelloni. Mentre raffredda il tutto, tagliare a dadini piccolissimi il bitto. Tagliare a pezzi grossolani le verze mentre con le mani schiaccite le patate, unite il formaggio e mischiate il tutto. Tagliare a metà i cannelloni e riempiteli con il ripieno di verdura e formaggio, adagiateli verticalmente in una pirofila imburrata, uno accanto all’altro. Preparare la besciamelle: in una casseruola fate scioglliere il burro a fiamma bassissima e, aiutandovi con una frusta, amalgamate bene la farina passata al setaccio per evitare grumi. Diluire subito con il latte; continuate a mescolare fino a che la salsa si addensa, all’inizio del bollore fate cuocere per circa 6-8 minuti continuando a rimestare. Spolverate con la noce moscata, il sale e il pepe, aggiungete una bella spolverata di grana grattugiato. Sovrapporla ai cannelloni e spolverare con il grana gratuggiato.

Servire ben caldi a gruppo.

Ho già cucinato i cannelloni così:

CANNELLONI FRESCHI AL RAGU’

 H  O  M  E

B  L  O  G

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risottino-mantecato

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONErisottino-mantecato1

350 grammi di riso

2 cucchiai di pecorino sardo

1 cipolla bianca

1 bottiglia di NERO D’AVOLA

1.5 litro brodo vegetale

3 noci di burro

1 cucchiaio di farina bianca

100 grammi di bitto (stagionatura due anni)

erba cipollina.

Il NERO D’AVOLA è uno dei vitigni rossi più rinomati della Sicilia: è forte e corposo con un gradevole colore rosso rubino, ha un gusto ben strutturato con sentori di frutta. Va servito a 18° C e dato il suo elevato grado alcolico di 13 gradi, si abbina a carni rosse, arrosti e formaggi stagionati. In questo risottino la presenza del bitto stagionato due anni, regala un ottimo connubio.

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PREPARAZIONE:

Tritare la cipolla, grattugiare il pecorino sardo. Mettere a bollire il brodo (carota, sedano, zucchine, cipolla e un pizzico di sale oppure con dado vegetale). Far fondere in una casseruola una noce di burro e rosolarvi la cipolla. Unire il riso e lasciarlo tostare per 2 o 3 minuti. Sfumare con il vino rosso “NERO D’AVOLA”, minimo un bicchiere. Versare il brodo, un mestolo alla volta; verso finire cottura, aggiungere il bitto tagliato a dadini piccolissimi in modo che si sciolga bene. A parte in un pentolino antiaderente, versare un bicchiere di NERO D’AVOLA, aggiungere un cucchiaio di farina bianca e una noce di burro; mischiare il tutto fino a quando il composto si addensa. Spegnere il fuoco al risotto, mantecare con un’altra noce di burro, il pecorino sardo grattugiato, mischiare bene il tutto e lasciar riposare il risotto. Impiattare con l’aiuto di un coppapasta il riso, finire con la salsa al vino rosso, l’erba cipollina tritata finemente e un’ultima spolverata di pecorino. “Innaffiate” il vostro palato con l’ottimo NERO D’AVOLA rimasto, se poco beh vi consiglio di stappare una seconda bottiglia e buon appetito…

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Ed eccoci a BORMIO, bellissimo paesino quest’anno ancora più bello completamente innevato; infatti di neve, come da noi a Como, ne è scesa in abbondanza. Infatti il paesaggio quest’anno sembra di cotone, tutto bianco e candido. Questi primi due giorni sono stati fantastici: cielo azzurrissimo, sole caldo malgrado la temperatura fredda che si aggirava intorno ai meno due gradi. Per strada puoi imbatterti ancora nei calessi trainati dai cavalli che regalano un aria di altri tempi… e ogni tanto scorci di vita contadina che c’era un tempo lontano, case ristrutturate ricavate da vecchi fienili diventate ancora più belle e caratteristiche mantenendo alle facciate parti di affreschi antichi.

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Passeggiata di rito è la Via Roma, dove tra negozi vari, puoi scoprire e comprare i prodotti tipici della Valtellina. In un breve elenco, ecco i principali prodotti della zona: PIZZOCCHERI, pasta di grano saraceno simili di forma alle tagliatelle cucinate con formaggio CASERA DOP,  il BITTO formaggio che si trova in varie stagionature denominate non solo dal periodo ma anche dall’anno in cui è stato prodotto oltre ai vari FORMAGGINI DI CAPRA aromatizzati con le erbe della zona.

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Gli SCIATT elogiati ieri nella mia prima giornata e i FUNGHI PORCINI della zona ovviamente, che ora si possono acquistare secchi.

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Le MARMELLATE di frutti di bosco e il MIELE delle molte apicolture della zona.

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Infine gli AMARI, le GRAPPE  e i LIQUORI fatti con varie erbe tra cui il più famoso BRAULIO ottimo da abbinare ai dolci in cucina e i salumi di CERVO noti anche come VIOLINI, la BRESAOLA e la SLINZEGA, SALAMI vari sempre di selvaggina.

Il piatto della giornata che abbiamo gustato ai piedi delle piste sono stati i PIZZOCCHERI, un cult della cucina valtellinese originari di Teglio un paesino prima di Bormio. Per me è una portata che spesso cucino, a volte usando pasta di pizzoccheri già confezionata.

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