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Posts Tagged ‘pecorino toscano’

ZUPPA DI CIPOLLE CON PECORINO TOSCANO (12)+
Un “Dolcepensiero” tra i miei preferiti: quando fuori il freddo si fa pungente, penso sempre al mio “confort food” invernale preferito che ho amato fin dal primo boccone assaggiato… la zuppa di cipolle che sia alla francese o all’italiana, che sia “contaminata” da qualsiasi ingrediente che più vi aggrada! La magia è proprio nel prepararla: pelare le cipolle è faticoso oltre che fastidioso, fanno piangere si sa! e la preparazione è lunga (non lunghissima) ma la magia è tutta nella cottura che deve essere dolce anzi direi dolcissima e il segreto sta nella capacità di dosare la parte zuccherosa per rendere la zuppa dolce perché poi il contrasto con il formaggio sarà memorabile e il bruciacchiato della fetta di pane sarà la morte sua!!! Oggi la mia “contaminazione” è data del pecorino fresco toscano saporito e morbido! Le cipolle usate sono quelle dell’orto del mio papà!

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

600 grammi di cipolle dorate

1 litro abbondante di brodo vegetale (zucchine, carote e sedano)

1 baguette

150 grammi di pecorino toscano fresco

5 cucchiai di olio extra vergine d’oliva

1 cucchiaino scarso di zucchero

due cucchiai di farina bianca 00

un pizzico di pepe nero

un pizzico di sale

PREPARAZIONE

Mettere a bollire il brodo vegetale. Preparare la zuppa: pulire le cipolle e tagliarle ad anelli sottilissimi. In un tegame di coccio scaldare l’olio e, quando inizia a sfrigolare, tuffare le cipolle. Lasciar cuocere a fuoco basso per 10 minuti (usando una pentola in coccio tra lei e il fuoco io metto sempre uno spargi fiamma tenendo leggermente più alto il fuoco); aggiungere un cucchiaino di zucchero e procedere con la cottura – a pentola coperta – finché le cipolle risultano morbide e appena dorate. A questo punto, spolverarle con la farina setacciata direttamente sopra, mescolare facendo amalgamare bene il tutto. Unire il brodo vegetale, tranne un po’; lasciare sobbollire per almeno 35 minuti a fuoco moderato/basso; a metà cottura controllare, eventualmente aggiungere il brodo lasciato da parte in precedenza. Nel frattempo che la zuppa finisce la sua cottura, affettare la baguette, tostare le fette nel forno del grill. Controllare la zuppa, aggiustare di sale e pepe. Versarla dividendola nelle tazze in cui avrete messo un po’ di pecorino toscano grattugiato a strisce sulla base; terminare la zuppa di cipolle con il formaggio restante, mettere una fetta o due di baguette in superficie e porre le tazze nel forno per qualche minuto per far sciogliere al meglio il formaggio. Va servita subito perché è ottima se mangiata calda.

ZUPPA DI CIPOLLE CON PECORINO TOSCANO (23)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

BIGNE’ CON CREMA DI RICOTTA E PROSCIUTTO COTTO

CAVOLO GRATINATO

GNOCCO FRITTO EMILIANO

POLLO ARROSTO CON MASALA

CREMA PASTICCERA

TAPENADE

GELATO ALLA CREMA DI NOCCIOLE

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Ringrazio il blog “Architet’s Diary” per avermi nominato; le regole:

  • Taggare e ringraziare chi ha ideato il Tag https://mmwithmk.wordpress.com e chi vi ha nominato (scritto sopra)
  • Usare l’immagine qui sopra per creare i vostri post
  • Rispondere alle domande
  • Nominare quali e quanti blog volete e comunicare  la nomina
  • Se vi fa piacere potete anche allegare delle foto alle vostre risposte altrimenti non è obbligatorio.

Ecco le domande:

  1. Elenca i motivi per cui ti piace l’inverno.
  2. Qual è il film che più ti fa entrare nel clima di questa stagione?
  3. Qual è il libro che più ti fa sentire in sintonia con questa stagione?
  4. Qual è la canzone che ti ricorda di più l’inverno?
  5. Cosa sono le cose che ami di più fare in inverno?
  6. Qual è il piatto che preferisci mangiare d’inverno?
  7. Dimmi la prima cosa che ti viene in mente legata all’inverno.
  8. Qual è il tuo capo d’abbigliamento preferito per l’inverno?
  9. Un posto che ti piacerebbe visitare d’inverno.
  10. La cosa più bella che ti è capitata d’inverno.

e le mie risposte:

  1. Inverno è sinonimo di Natale, montagna e sciate oppure divano, tv e coccoli oltre che perfetti cibi confort food.
  2. Sono tantissimi i film che mi fanno pensare all’inverno e ai suoi pomeriggi pigri: Tutti insieme appasionatamente, Vacanze di Natale (il primo), i Goonies.
  3. Leggo molto… posso dirvi l’ultimo che ho trovato delizioso e romantico: “Parigi è sempre una buona idea” di Nicolas Barreau.
  4. La canzone degli Wham “Last Christmas”
  5. Impigrirmi sul divano davanti a camino e tv… il film lo posso sempre rivedere!!!!
  6. La zuppa di cipolle!!!!
  7. Neve, addobbi, stelle, candele e luci
  8. La copertina del divano e la mia calda vestaglia.
  9. La Polinesia
  10. Svegliarmi al mattino con il mio bimbo… aveva circa due anni e non dimenticherò mai il suo viso appena ha visto che tutto era bianco!!! Ho capito cosa vuol dire meravigliarsi…

Non nomino nessuno come è mia tradizione… bensì lascio aperto il post. Chi vuole può partecipare al gioco.

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Un “Dolcepensiero” freddoloso: se il giorno dell’Immacolata sembrava più Pasqua che Natale per il sole tiepido e il cielo completamente azzurro, i giorni a seguire si sono invece rivelati freddi e nuvolosissimi. Passeggiare per le vie di Como tutta bardata, ha fatto comunque pensare ancor di più al Natale sempre più vicino, tra le mani buste e pacchi colorati immersi nella “Città dei Balocchi” e qua e la artisti di strada pronti a rallegrare le vie tristi della città. Molti si lamentano che Como è fredda sempre sporca e spoglia- anche e soprattutto a Natale –  almeno queste sono le impressioni di chi ci abita, ma io quest’anno ne sto apprezzando molti angoli e viuzze celate dietro alla grandi piazze. H potuto passeggiare sola soletta nelle ore più calme, durante le pause pranzo mentre aspettavo per la fisioterapia, è ho scoperto negozietti carini per niente pretenziosi bensì ben orgogliosi di proporre i loro più belli prodotti, botteghe dal sapore anche artigianale con un sapore di altri tempi ma specchiati al moderno… insomma un bel tesoro da visitare. Se poi amate acquistare prodotti locali, nella grande piazza che si affaccia sul lago, graziose casette di legno fanno da scenario per la vendita dei più buoni prodotti lariani e non solo. Un paese incantanto custodito in una bella città. Ben felice di essere ritornata a casa, un caldo piatto di minestra era la giusta ricompensa per tanto “sforzo”…

INGREDIENTI PER SEI PERSONE

100 grammi di piselli*

50 grammi di orzo*

50 grammi di farro*

40 grammi di ceci*

50 grammi di lenticchie verdi*

50 grammi di lenticchie rosse*

40 grammi di fagioli cannellini*

40 grammi di fagioli borlotti*

40 grammi di fagioli neri*

40 grammi di fagioli rossi*

1 carota

1 costa di sedano

2 scalogni

2 dadi vegetali in gelatina

pecorino toscano di Pienza semistagionato

olio extravergine d’oliva

qualche peperoncino essicato

mix di pepe nero, bianco e rosa

qualche granello di sale grosso

crostini di pane toscano

PREPARAZIONE

*Tutti gli ingredienti con l’asterisco li ho acquistati in un negozio di prodotti biologici, sia i legumi che i cereali sono prodotti essicati… quindi

…in una ciotola unire tutti i legumi e i cereali e coprirli interamente con acqua calda per circa un paio di ore minimo. Al termine delle due ore minime, scolarli con uno scolapasta e sciacquateli. Far bollire due litri di acqua, sciogliervi i dadi. Nella pentola “Creuset, mettere un filo di olio evo unendo lo scalogno tagliato sottilmente, far imbiondire lentamente, aggiungere poi la carota e il sedano tagliati a dadini piccolissimi. Unire un terzo del brodo ottenuto, aggiungere mescolando tutti i legumi e i cereali con il restante brodo, far cuocere per circa un’ora continuando a mescolare. Passare a regolare con qualche granello di sale e il mix di pepe, continuare ancora la cottura per un’ora, se si asciuga troppo aggiungere altro brodo e terminare con il peperoncino spezzettato. Servire la minestra ben calda con una spolverata di pecorino e un filo di olio a crudo, aggiungere qualche crostino di pane toscano.

Con questa ricetta partecipo al contest di “MENTA PIPERITA AND CO.”

dal titolo ZUPPE E MINESTRE”A cena con Julie e Marek: largo alle zuppe”

 

Dall’archivio di “Dolcipensieri”:

MINESTRA DI VERDURE CON PROSCIUTTO CRUDO E CIPOLLA 

PASSATA DI CECI PROFUMATA AL ROSMARINO CON DITALINI

PICI ALL’AGLIONE

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Un “Dolcepensiero” quando si fa la spesa: ecco il periodo più bello per andare dal fruttivendolo perchè iniziano ad arrivare sui banconi tutte le verdure e le primizie di stagione quali gli asparagi. Come non comprarli??? Ma come si riconosce la loro freschezza? Per acquistare i migliori, bisogna piegare delicatamente i gambi che se si flettono facilmente, non sono più freschi avendo preso troppa acqua. Inoltre le punte devono essere ben erette e le loro squamette ben chiuse fra loro. Se acquistati freschi, potete conservarli anche una settimana avvolti in pellicola trasparente oppure direttamente nel sacchetto del fruttivendolo. Gli italiani più famosi provengono dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Ci sono diverse varietà: quelli verdi molto croccanti, quello bianco tipico perchè cresce sottoterra, è più morbido e delicato (famosissimo quello di Bassano); il violetto dal gusto più rustico, è molto sodo; quello violetto di Albenga è invece dolce e burroso, infine quello selvatico detto aspargina, caratteristico per i suoi steli lunghi e sottili. Per la mia ricetta ho scelto gli asparagi verdi…

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

PER IL PESTO

una dozzina di asparagi verdi (solo i gambi)

25 grammi di pecorino toscano stagionato

aglio q.b.

1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva

1 cuccchiaio di noci e nocciole tritate

PER IL RISOTTO

320 grammi di riso carnaroli

una dozzina di asparagi (solo le punte)

2-3 cucchiai di gherigli di noci e nocciole

una noce di burro

un bicchiere di vino bianco secco

1 cucchiaio di dado vegetale in polvere

1 scalogno.

PREPARAZIONE

PREPARARE IL PESTO. Lavare e sfibrare i gambi degli asparagi con un pela patate, eliminare la parte legnosa finale del gambo. Far bollire dell’acqua, salarla e cuocerci gli asparagi legati per almeno un quarto d’ora (i miei erano belli grossi). Scolarli senza buttare la loro acqua che utilizzerete per fare il brodo del risotto aggiungendo il dado in polvere. Tagliare le punte che conserverete per il risotto, mentre i gambi passateli nel mixer fino a quando avrete ottenuto una vellutata. Unire l’olio, il pecorino, le noci e nocciole tritate, mescolare molto bene (se necessario unire dell’acqua di cottura). Finire con dell’aglio (mi raccomando poco!).

PREPARARE IL RISOTTO. Far fondere la noce di burro, far rosolare lo scalogno, gettarvi il riso e continuare a mescolare fino a quando il riso traspare. Sfumare con il vino bianco, unire durante la cottura e poco alla volta, il brodo. Appena il risotto vi sembra cotto, abbassare la fiamma, unire il pesto poco alla volta, mescolare bene aggiungendo anche parte delle punte di asparagi. Spegnere la fiamma, far riposare qualche minuto.

IMPIATTARE IL PIATTO. Disporre il risotto sui piatti, aggiungere qualche punta di asparago e una generosa manciata di noci e nocciole. Servire ben caldo accompagnato con un vino bianco, lo stesso usato per sfumare i chicchi: vi consiglio il GIOGANTINU Tancarè, un vino bianco frizzante dei colli del Limbara (indicazione geografica tipica). Prodotto con uve di vitigni della zona di Berchidda, è un vino dal colore giallo paglierino, con un profumo delicato, dal sapore secco. Ottimo con il pesce soprattutto i crostacei, io l’adoro anche con risotti alle verdure.

… dall’archivio di Dolcipensieri:

RISOTTO ALLA RUCOLA CON CRESCENZA

MELUZZO CON TARTARE DI POMODORI E PESTO DI FRUTTA SECCA

PANINO IN SFOGLIA CON ASPARAGI E UOVA

MINI TROFIE AL PESTO, GRANA E FRUTTA SECCA

RISOTTO CON PESTO DI PREZZEMOLO E NOCI

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Un “Dolcepensiero” che non guasta mai: di solito nei mesi caldi, si abbandonano le zuppe e le minestre per dare spazio a piatti più leggeri quali paste fredde e insalate. Devo dire che però quando la giornata è segnata dai primissimi temporali di stagione e la brezzolina che si alza regala brividi ma non sollievo, penso che una buona e calda zuppa, sappia appagare corpo e mente. Oggi il cielo è nero per metà, l’altra di un azzurro ancora ben nitido e nell’aria si sentono i primi tuoni, allora mi sono armata di pentola e piatti di coccio e via di zuppa. Sollievo, un vero caldo sollievo e poi nanna!!! La mia zuppa poi è stata arricchita da un buon olio toscano unico e tutto biologico, regalatomi dai proprietari di Terrapille confezionato a mano con le olive raccolte proprio fuori la nostra camera dove abbiamo soggiornato. Dal profumo intenso che invade l’olfatto, è una vera bontà.

INGREDIENTI

200 gr di farro da agricoltura biologica

1 cipolla bianca di Cannara

1 carota

1 scalogno

1 gambo di sedano

75 gr di pancetta

1 foglia di alloro

1 rametto di salvia

3 litri di brodo con dado vegetale

5 cucchiai di conserva di pomodoro

olio extravergine di oliva

pecorino toscano gratuggiato

qualche tocchetto di pane toscano abrustolito

sale e pepe.

PREPARAZIONE

Tritate nel mixer la cipolla, la carota, il sedano ed lo scalogno. Tagliare a dadini la pancetta. Scaldare un filo di olio in una casseruola di coccio e aggiungere il trito di verdure con la pancetta lasciando soffrigere per qualche minuto a fuoco medio mescolando. Aggiungere il farro risciacquato sotto acqua corrente fredda, mescolare bene il tutto. Unire i cucchiai di passato di pomodoro allungati con un paio di cucchiai di acqua tiepida. Piano piano unire metà del brodo, la foglia di alloro e il rametto di salvia. Cuocere a pentola coperta per circa un ora a fuoco basso, rimestando di tanto in tanto unendo ogni tanto il brodo rimanente. Poi spegnere il fuoco, togliere la foglia di alloro e il rametto di salvia, controllare il grado di cottura. Servire nelle scodelle con un filo di olio extravergine toscano, una bella macinata di pepe, una spolverata di pecorino toscano e qualche pezzetto di pane toscano abrustolito.

… e nell’archivio stuzzicante di “Dolcipensieri” si può anche assaggiare:

… qualche altra zuppa LA ZUPPA CASERECCIA

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Un “Dolcepensiero”: avevo voglia di qualcosa di diverso e avevo anche qualche minuto in più, infatti chiuso l’ufficio alle 11.30, sono salita in casa per preparare il pranzo a Marco ma anch’io avevo fame, ma una fame particolare, di qualcosa di nuovo. Di fare la spesa però non ne avevo proprio voglia… che stress prendere la macchina, trovare parcheggio, scendere, scegliere, pagare, scambiare qualche pettegolezzo di paese e poi rifare il tutto per tornare a casa. No di voglia non ce n’era (sarà stato l’antistaminico??? non so’). E allora il frigo mi offriva asparagi, uova del contadino e un rotolo di sfoglia… ma per una torta salata ormai era tardi!!! a mezzogiorno in punto lui arriva (la fortuna sua di lavorare in paese, la sfortuna mia di avere marito con ditta in paese, fortuna mia di avere lo studio sotto casa… insomma più fortune che sfortune ma il tempo, quello a me vola sempre). Sarà che c’è Nick che deve fare pipi, sarà che adesso arriva un bel sole e quindi vai con l’apertura di tutte le finestre e poi la lavatrice da svuotare, stendere e poi togli una fogliolina qua un fiore là, insomma “l’è mez di”…

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

1 rotolo di pasta sfoglia

4 uova

sale e pepe

un gruppo di asparagi

pecorino toscano q.b.

una noce di burro

semi di papavero.

PREPARAZIONE

Srotolare la pasta sfoglia e con un taglia pasta, ricavare dei cerchi larghi come un panino; spolverarli con del pecorino gratuggiato e qualche seme di papavero, infornare in forno caldo a 180°C fino a quando si saranno gonfiati e dorati. Lavare, pulire e privare della parte più dura gli asparagi che lessarete in una pentola alta con acqua salata, lasciando all’esterno un po’ delle punte, per circa cinque minuti. Preparare un larga frittata sbattendo le uova con un pizzico di sale e pepe che cuocerete con una noce di burro; quando sarà cotta, ponetela su un ripiano e con lo stesso tagliapasta che avete usato per la sfoglia, ricavate dei dischi di frittata. Nella stessa padella delle uova, sfrigolare gli asparagi con un pizzico di pepe per qualche minuti a fuoco deciso. Impiattare i panini di sfoglia procedendo in questa sequenza: su ogni piatto da portata, porre il disco di frittata, sovrapporci qualche asparago per finire con i disco di sfoglia. Con i ritagli di frittata, ricavare delle listarelle che porrete sopra ai vostri panini con qualche filamento di formaggio pecorino… BUON APPETITO!!!

... “Stuzzichiamo l’archivio” di Dolcipensieri:

con la sfoglia… TORTA SALATA VALTELLINA

con gli asparagi… PANCAKE CON ASPARAGI E BRIE

con le uova… BRUNCH EGGS

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S.Quirico d’Orcia è un paesino medioevale ma con antiche origini etrusche posto anch’esso su un colle: per arrivarci si passa attraverso le sue mura che circondano il paesino. Il viale principale è costeggiato da ambo i lati da piccole viuzze intitolate con nomi molto romantici, si arriva poi ad una piazza con la chiesa principale in stile romanico e tra le vie si respirano i sentori dei forni del pane e dei ristoranti rendendo l’aria piacevolemente profumata: il cielo è abbastanza sereno, il sole tiepido: oggi è il giorno prima di Pasqua e per il paesino c’è parecchia gente in fermento nelle botteghe.

Siamo rimasti stupidi, in una terra di vini eccellenti, trovarci di fronte ad un birrificio artigianale. Il BIRRIFICIO SAN QUIRICO è un birrificio che produce solo due tipi di birra: IRIS E GIULITTA. Entrambre prodotte con il grano del posto, la prima è ad alta fermentazione mentre la Giulitta è una birra a doppio malto di fermentazione alta. Grazie alla degustazione in loco, non abbiamo tentennato all’acquisto di qualche bottiglia e se passate da quelle parti e vi piace la birra, non dimenticatevi di farci una capatina. Il birrificio è nato nel 2008 e a sede in un antico palazzo risalente al ‘200 e situato nella via principale del paese.

Non poteva mancare la capatina in qualche negozio di pecorino: siamo entrati in “PECORINO E RICOTTA”, ci sembrava bello e fornito a parte la commessa un po’ asciutta nelle descrizioni delle particolarità dei formaggi e un po’ maleducata nei modi. Abbiamo acquistato del pecorino fresco e del pecorino stagionato nelle foglie di noci, lo zafferano di Pienza considerato quasi alla pari con l’oro. In un altro negozio, dove si respirava l’aria delle botteghe di borgo con fuori le ceste di prodotti, abbiamo acquistato dei pici e delle tagliatelle della Val d’Orcia. Più avanti un altro negozio di pecorino ci ha invogliato a prendere e ad asseggiare altre tipologie di stagionatura.

Montalcino è un borgo anch’esso posto su un colle, famoso e rinomato per i suoi vini. Il paese si dice che esista sin dall’età etrusca e il suo nome si pensa possa fa riferimento la dea Lucina con un riferimento al latino (la parola lucus significa “bosco sacro”, “piccolo bosco”). Un’altra versione fa riferimento alle parole latine mons (monte) e ilex (leccio) e cioè “monte dei lecci”, pianta assai diffusa nella zona che è poi rappresentata anche nello stemma. Le successive modifiche al nome portarono poi al definitivo Montalcino. Anche Montalcino è racchiusa all’interno di mura con annessa una fortezza.

Il centro storico si divide in vicoli ancora con porfido rettangolare un po’ sconnesso, la piazza principale si estende per lunghezza e da un lato è un susseguirsi di enoteche e botteghe di prodotti tipici.

A Montalcino siamo arrivati per pranzo e giunti nella piazzetta ci siamo fermati in “ENOTECA IN PIAZZA” dove abbiamo mangiato un buon pranzo e acquistato del vino altrettanto buono che abbiamo assaggiato in enoteca.

L’ “ENOTECA IN PIAZZA” è un bellissimo ristorante con alcuni posti a sedere in piazza. La sala interna è una vetrina di vini toscani di ogni tipo e marca: sono più di 1000 etichette di vino esposte acquistabili, ci sono anche le grappe, vini da dessert e prodotti di pasticceria ed in vendita c’erano anche accessori e servizi in porcellana.

Il menu’  proponeva ottimi piatti toscani: io ho optato per una bruschetta mentre Marco gli affettati del posto con assaggi di pecorini, per seguire io e Matteo ci siamo mangiati un buon piatto di pici all’aglione e Marco uno sformatino di pecorino con mele e pepe rosa che ha trovato a dir poco… meraviglioso, il tutto con un buon bicchiere di rosso di Montalcino per me  e per Marco un calice di brunello di Montalcino. In enoteca potete trovare anche degli ottimi chianti.

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Ingredienti per 4 persone

400 grammi di riso

3 noci di burro

mezza cipolla

1 bicchiere di vino bianco secco

1 litro di brodo preparato con 1 carota, 1 zucchina, mezza cipolla, 1 dado vegetale, 1 gambo di sedano

250 grammi di quartirolo

50 grammi di pecorino toscano

grana grattugiato

sale e pepe.

Preparazione

Fate bollire  1 litro di acqua con la verdura sopra citata tagliata a metà, aggiungere dopo il bollore il dado e un pizzico di sale se occorre. Fate imbiondire in una padella la cipolla tritata finemente con 2 noci di burro mescolando con un cucchiaio di legno. Unire il riso e farlo tostare mescolando energicamente fino a che i chicchi diventano trasparenti. Bagnare con il vino bianco, alzare il fuoco e farlo evaporare. Continuare la cottura irrorando di tanto in tanto con il brodo bollente e rigirando di continuo. Tagliare a dadini il quartirolo e gratuggiare il pecorino; a metà cottura (circa 10 minuti dopo), aggiungere il quartirolo direttamente il pentola schiacciandolo con le dita per renderlo farinoso. Irrorare sempre con il brodo, quando il riso è cotto, far asciugare il brodo, spegnere il fuoco e aggiungervi il pecorino, il grana gratuggiato e la terza noce di burro: mantecare il tutto, lasciare riposare il riso per alcuni minuti e servire con una leggera spolverata di pepe nero.

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