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(immagine presa dal web)

Buone vacanze a tutti!!!

Per quest’anno noi vacanze culturali che passeremo a Firenze…

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(immagine presa dal web)

a Vinci il paese di Leonardo e poi vedremo dove ci porterà la voglia di scoprire questa parte di Toscana… Ci vediamo al mio ritorno con il reportage… buon relax a tutti voi!!!

Se volete sbirciare il nostro scorso viaggio in Toscana, qui troverete il mio reportage… Pienza, San Quirico d’Orcia e Montalcino, Siena, Città della Pieve.

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Non si poteva aprire il post sulla giornata a Siena se non con la foto di una delle piazze più famose al mondo, quella piazza dove per due volte all’anno, si disputa ancora uno palio antichissimo che a tutt’oggi divide le persone fra chi vuole ancora mantenere le tradizioni e la cultura del paese e chi invece declama la crudeltà a cui sono sottoposti i cavalli. Piazza del Campo si apre a noi dopo aver passato vicoli bui e stretti per poi arrivare davanti ad una piazza che ti stupisce per la sua normalità: dico questo perchè in televiosione – quando si guarda il palio – vuoi per la tanta gente assiepata all’interno della piazza, vuoi per tutti i palchetti che vengono eretti per la gara, sembra molto più grande e il dislivello che vedi e senti sotto i piedi, in tv – pur sapendo che c’è –  non lo percepisci affato. L’atmosfera è magica, deve proprio essere affascinante seguire il palio da li perchè poi come se fosse il centro di un fiore, ai lati si aprono tantissimi vicoletti che portano alle varie contrade. Siena, oggi città metà di tantissime persone e più che mai in questo periodo metà di gitè scolastiche, è una città organizzata dove in periferia – ma non lontanissimo –  trovi posteggi gratuiti sia per macchine e pullman e lungo i giardini, si arriva facilmente alla città antica.

Famosissima per il suo palio, se sei in giro per Siena non puoi non acquistare una bandiera di qualche contrada che svolazzano alle pareti di negozietti di souvenirs. Infatti Siena è nota per il suo palio che viene sempre trasmesso dalla rai in mondovisione. Nota anche la competizione e l’amore fra i senesi e più precisamente fra i contradaioli che vivono il palio con il cuore. Lungo le vie storiche della città, oltre alle mura e ai palazzi antichi, ci si imbatte ancora in trattorie e osterie centenarie se non millenarie passate in generazioni.

Cosa abbiamo acquistato a Siena? In fretta e furia perchè il bel tempo – si fa per dire – ci ha accompagnato solo fino al tocco, abbiamo acquistato i dolci tipici di Siena: cantucci un classico quelli da “puciare” nel vin santo, i ricciarelli dolci e morbidi, il panforte ormai confezionato in vari modi dal classico che si compra fresco a pezzi a quelli confezionati in carta spessa da regalare magari quello al cioccolato, cioccolato e fichi e al vin santo (tanto per fare degli esempi). E poi passando da una bottega di salumi, non ho saputo resistere sul salame di cinta senese.

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AGRITURISMO TERRAPILLE, PIENZA (SIENA)

AGRITURISMO TERRAPILLE, PIENZA – SIENA

“…Massimo, Massimo, Massimo”. Il coro per incoraggiare il gladiatore Massimo del famosissimo e premiatissimo film di Ridley Scott “IL GLADIATORE”: è su questa collina e precisamente in questo agriturismo, che si sono girate le scene del film in cui Massimo ricorda con triste amore la moglie e il suo bimbo uccisi mentre lui era in guerra. Da come abbiamo saputo dai proprietari dell’agriturismo, per girare alcune scene sono serviti ben 15 giorni di preparazione, il tutto blindato da guardie del corpo lungo il perimetro della tenuta e la supervisione del luogo avvenne ben due anni prima dall’inizio delle riprese. Famosissima la scena di lui che accarezza il grano sulla collina posta proprio di fronte all’agriturismo e la moglie con il suo bimbo che gli corrono incontro dal viale alberato di cipressi, quei quattro cipressi che sono messi li per caso ma che regalano fascino all’entrata dell’agriturismo.

dal film “IL GLADIATORE”, le scene girate a Terrapille

L’agriturismo è condotto in modo semplice, molto simpatico, il tutto ben in sintonia con la brillantezza tipica dei toscani, da Lucia e dai genitori: posto su un colle, domina le classiche campagne toscane che ora sono nel pieno del verde. L’agriturismo Terrapille è composto da tre appartamenti e tre camere, un classico ma bellissimo casolare tipico toscano: nella zona è pieno di casolari, uno più bello dell’altro. Noi abbiamo optato per l’appartamento avendo Matteo. E’ composto da una cucina, una camera matrimoniale grande e un bagno anch’esso spazioso. Perfetto nella pulizia e ordinatissimo anche i giardini esterni.

IL NOSTRO APPARTAMENTO “OLIVETO” IN TERRAPILLE

Dall’agriturismo, posto su una collinetta, si poteva godere di un bellissimo panorama infinito di verdi prati e dalla parte opposta, si vedeva Pienza posta anch’essa al di sopra di un colle.

INTORNO A TERRAPILLE…

La colazione abbondante viene servita in una saletta ristorante: abbondante c’è di tutto dal caffè in moka a quello espresso, latte, torte fatte in casa, yogurt, burro e marmellata, succo d’arancia, susine in corserva fatte sempre dalla mamma di Lucia. Una nota per le torte: buonissime!!! La cordialità dei nostri padroni di casa è tipica dei toscani con la loro parlantina in perfetto italiano. Durante la prima colazione con Lucia ho parlato di questa bellissima zona (la Val d’Orcia) consigliandomi ristoranti e cantine dove provare e acquistare i prodotti tipici della zona: pecorino, vino, olio e zafferano. E poi ho parlato di cucina e dei piatti tipici della zona quali i PICI ALL’AGLIONE piatto semplicissimo di pici conditi con olio extravergine d’oliva toscano con tanto aglio in cui si aggiunge la passata di pomodoro: per gli amanti dell’aglio si lasciano gli spicchi, per chi non ama trovarsi pezzetti nel piatto si levano appena si mette il passato. Far rapprendere il sugo che poi userete per condire i vostri pici. Fra qualche giorno preparerò questo buon piatto e vi farò sapere… Tornado al nostro soggiorno in Toscana, rimane solo ilpensiero di poter rimanere qua per qualche mese, immersi nel verde e nella pace dove qua e la ci sono olivi, piante di rosmarino in fiore, tulipani e fiori di campo appena sbocciati e alberi da frutto in piena fioritura.

LA NATURA…

PIENZA E LA SUA BELLEZZA

Pienza è un ridente paesino medioevale, cambiato radicalmente da Pio II in epoca rinascimentale, è posto su un colle nella bellissima Val d’Orcia, valle tutt’ora intacca dal punto di vista paesaggistico, bandiera arancione e città dell’olio e del formaggio: famosissimo è il PECORINO DI PIENZA. Interessanti sono i nomi delle vie: una visita a questa piccola città ti porta tra via della Fortuna, via dell’Amore, via del Bacio e via Buia dove ai loro lati ci sono negozi e botteghe di prelibatezze che costellano il corso principale e che arricchiscono l’atmosfera con profumi davvero irresistibili. Tante sono le taverne e le osterie che emanano profumi indimenticabili che pizzicano il gusto grazie all’aroma intenso di aglio bruciacchiato…

Tra le varie botteghe, famosissimo in questa zona è il panino con la porchetta nel pane toscano, quello privo di sale. E’ un ottimo street food soprattutto per pranzo mentre si visitano questi paesini e mentre si entra ed esce da queste peccaminose botteghe. Non può mancare la bistecca di carne chianina magari con un bel pezzo di prosciutto oltre che ai tantissimi e particolati pecorini: il tutto da portare a casa e gustare. Il vino poi qui è proprio degno del miglior Bacco!

I RISTORANTI DI PIENZA

LA BUCA DELLE FATE corso il rossellino

La trattoria si affaccia su un viale, forse il principale, che porta al centro di Pienza: l’entrata al ristorante come potete vedere dalle foto, è molto gradevole, il palazzo è in perfetto stile di Pienza. Pensavo di trovare un menu’ pieno zeppo di piatti toscani ma haimè… si è rivelato un ristorantino normalissimo, niente di che!!! Le sale sono belle, la prima all’entrata molto ampia, la seconda dove ci hanno fatto sedere più piccola e più caratteristica: intorno a noi le pareti ad archi erano zeppe di ottime bottiglie di vino per ogni desiderio: purtroppo c’era il guaio che ogni tanto il cameriere, di poche parole, chiedeva permesso per poter servirsi delle bottiglie…

Passiamo al menu’: come vi ho anticipato, i piatti toscani erano pochi, abbiamo comunque cercato di assaggiare quelli che ‘erano; antipasto di affettati toscani tagliati tutti spessi a coltello, bruschetta di pomodoro, i crostini rustici con tartufo e fegatini di pollo, Marco a poi scelto i PICI ALL’AGLIONE (sopra vi ho citato in breve la ricetta ma presto posterò) e per me faraona alle olive che di faraona sapeva ben poco e ben pochi pezzi erano di questo volatile che ben sanno tutti avere carne rossa e come mai da me la carne era bianchiccia tranne per la coscetta??? Il tutto inaffiato con del NOBILE DI MONTEPULCIANO – AVIGNONESI: è di colore rosso granato, delicato ma intenso allo stesso tempo intenso; in bocca è pieno, armonico, ricco. Essendo un vino di grande classe è perfetto con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati. Per me il migliore della zona… adorabile! Per dessert una crostata di marmellata e noci presente ovunque nella zona e una mousse al cioccolato; prezzo nella media, servizio un po’ troppo tranquillo: per pagare il nostro conto abbiamo aspettato più di cinque minuti mentre la padrona della trattoria si faceva i suoi comodi al telefono dandoci le spalle e all’arrivo del figlio che ha commentato la madre, lei ha finito non ha chiesto scusa ed è andata a farsi altre cose sue al tavolo penso di amici con un passo felpato (di chi se ne frega tanto qui i turisti girano) e dopo ancora qualche minuto con modi asciutti e sorriso ironico di chi stava alla cassa, finalmente abbiamo pagato.

OSTERIA “SETTE DI VINO” P.za di Spagna

Ed eccoci in un angolino toscano, un angolino dove con piacere abbiamo gustato una cena insolita e diversa dal solito ma di gusto! L’osteria non cucina primi ne secondi, non serve caffè ma prepara sapientemente bruschette di ogni tipo dove primeggiano diversi tipi di pecorino dal fresco allo stagionato. Ottimo connubio fra pecorino e “rigatino” ossia pancetta, ci hanno regalato per qualche ora i profumi delle vecchie osterie di paese e poi l’oste Luciano, con il suo accento toscano, ti faceva sentire proprio nell’atmosfera rustica di questi paesini mediovali. Il vino della casa, buono, è servito in fiaschetti da mezzolitro (c’è anche la cantina dove scegliere la marca di vino): abbiamo iniziato con la zuppa di fagioli e devo dire che era buona perchè il cucchiaio di mio marito per più di una volta ha rubato dalla mia scodella. Non poteva mancare la più che famosa bruschetta al pomodoro con pane toscana e i crostini tipici con i fegatini di pollo, il tartufo e il pecorino.

Abbiamo proseguito con un pinzimonio di verdure fresche insieme al pecorino caldo con il miele, le bruschette con la ricotta e le cipolle (e ho scritto bruschettE perchè abbiamo fatto il BIS tanto erano buone) e per finire con quella al pecorino e rigatino (pancetta). Matteo ha mangiato la salamella alla brace. Il prezzo è più che giusto ma se siete meno mangioni, ve la cavate con poco… l’oste in perfetto toscano vi fa accomodare in tavolini posti in piccoli locali; se capitate a Pienza è un locale da non saltare, da provare sicuramente; se avete dei bimbi sappiate che si devono adeguare al menù prettamente da osteria.

HOSTERIA DEL BACUSS Corso Rossellino

Il classico ristorante taverna con tutti i suoi muri personalizzati di ogni chincaglieria nuova o vecchia che sia… è questa per me la particolarità di questa osteria nel centro di Pienza ma anche il cibo servito, da quel che ho capito, da una famiglia è veramente ottimo. La scelta è ampia: oltre al menù ci sono piatti extra che le signore che servono ai tavoli ti propongono a voce oppure puoi sceglierli leggendo la lavagnetta appesa al muro. L’osteria è composta da due sale: a noi ci hanno fatto accomodare nella prima e si vedeva attraverso un paio di scalini una seconda sala.

Gli antipasti hanno aperto le danze e che danze: gli affettati misti che ha preso Marco, erano accompagnati anche da assaggi di pecorino e da due porzioni di torte salate. Io ho optato per le alici al pesto di prezzemolo veramente squisite. E finalmente sono riuscita a mangiare la ribollita con pane toscano raffermo… deliziosa! e visto che il tempo che ci ha accompagnato durante la  nostra vacanza non è stato dei migliori, ci cadeva a… fagiolo!!! Per finire la fiorentina di carne chianina cotta al punto giusto al suo interno ancora ben rosa e all’esterno una crosticina che dava un buon sapore. Per il dolce aime, non avevamo più spazio ma in compenso ci siamo bevuto del buon Rosso di Montalcino, Col d’Orcia: è un vino prodotto solo nella zone del Montalcino, di colore rosso intenso quasi rubino con un sapore intenso ma molto caratteristico. Ideale per i cibi della cucina toscana, si abbina facilmente con sughi di carne e di conseguenza con secondi di carne. Quando stappo un rosso di Montalcino, mi piace sentire subito i profumi che escono dalla bottiglia… insomma è il mio preferito!

Per concludere questo post, vi consiglio caldamente questa squisita cittadina…

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