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Posts Tagged ‘verza’

Un “Dolcepensiero” caldo: ho deciso di rallentare, un poco sia chiaro… rallentare tutto, rallentare i ritmi e godermi anche i pochi minuti prima di uscire quando con la paura di arrivare sempre in ritardo, alla fine ti fa arrivare puntuale forse fin troppo. Ho anche deciso di fare, come molti che prendono la vita così come viene, alla giornata non dando quella giusta importanza e rispetto anche per un semplice caffè. Costa tanto una telefonata? si… un msm? si e lo sto’ capendo piano piano ma ci sto’ arrivando. Alla fine e con il tempo io ci arrivo sempre. Quindi sono molto in relax ma finalmente un relax degno di nota: sbattermi per tutti… no, sbattermi per chi mi vuole bene ma bene sul serio… si, evitare casini vari… si, crearmi problemi paradossali e inutili… no, godermi la mia casa… si con tutto il suo tepore e la sua armonia?… si, i suoi aromi e profumi?…si; questo è il relax che sto’ riscoprendo in questi giorni. Sarà l’aria del Natale che si sta avvicinando? non credo… beh lo zampino ce lo sta mettendo pure lui è solo che ognitanto mi prendo il lusso di riscoprirmi, di godermi e non sto’ parlando della pausa shoopping in città o una cenetta fra amiche: intendo il voltar pagina, riuscire a leggere fra le righe o addirittura le didascalie quelle scritte in piccolino ma che in poche parole chiariscono un intero discorso. Oggi come ieri, mi sento un po’ rinata, spero non sia la calma prima della tempesta… perchè quando si sta bene arriva poi il periodo critico e brutto… spero proprio di no! E’ la bellezza della vita, che ti sa regalare anche qualche chicca di gioia, calma e serenità… spero di non guastarmela, spero che non me la guastino perchè sugli altri non ci posso mettere la mano sul fuoco! E’ come per il Natale: per me è sempre stato bello, famigliare non ricordo vacanze natalizie brutte e tristi, il Natale è rinascere, il Natale è rispolverare i bei momenti come quando riapri gli scatoloni degli addobbi e ti pervade quel profumo di cannella e cioccolato, spolveri le bocce e gli angioletti e tutto ritorna splendente e come nuovo… Ci stiamo preparando ai grandi cenoni, una bella “dieta” anticipata però ci vuole, un po’ di sana ricarica è ottimale per combattere il freddo ormai giunto e con lui anche qualche grigiore caratteriale: il giardino già da due giorni si presenta cristallino, bianco e candido… e sulla pelle l’arietta è fricicolina. Colgo anche l’occasione per iniziare il mio prosciutto crudo di Parma acquistato giorni fa durante il nostro week-end a ModenaSassuoloPiacenza… una gran bontà!!!

INGREDIENTI PER QUATTRO/SEI PERSONE

160 grammi di prosciutto crudo di Parma a pezzettini

1 cipolla bianca per le verdure+1/2 per il prosciutto crudo

3 carote

3 grambi di sedano

qualche foglia verde di verza

2 patate bianche

2 pomodori grossi

1 cucchiaio di prezzemolo tritato

2 dadi vegetali

sale e pepe q.b.

olio extravergine d’oliva q.b.

crostini al peperoncino per la finitura.

PREPARAZIONE

Lavare tutte le verdure. Mettere sul fuoco una pentola capiente contenente l’acqua (un paio di litri), aggiungere i dadi vegetali e un pizzico di sale. Far bollire mentre sbuccerete la cipolla intera, tagliarla a velo, tagliuzzare anche i gambi di sedano eliminando i filamenti, i pomodori, le carote e le patate sbucciate. Appena sale a bollore il brodo, unire le foglie di verza (ho scelto quelle verdi le più esterne perchè più sode, scartando le più rovinate) tagliarle a julienne, lasciare bollire il tutto per un’ora circa. Il prezzemolo lo unirete qualche minuto prima di spegnere il minestrone. Regolare di sale e pepe assaggiando di tanto in tanto. 15 minuti prima di servire il minestrone, in una padella antiaderente soffriggere la mezza cipolla a velo, appena inizia a dorare, unire il prosciutto crudo privato della parte più grassa e quando inizia a cuocere e cambia colore, stufare il tutto con qualche cucchiaio di solo brodo continuando la cottura per una decina di minuti, unendo altro liquido se occorre nel caso dovesse asciugarsi troppo… le cipolle devono cuocere e rimanere morbide. Unire il tutto al minestrone, mescolare molto bene, servire ben caldo e aggiungere i crostini, vi consiglio quelli ben saporiti.

Con questa ricetta partecipo al contest di “MENTA PIPERITA AND CO.”

dal titolo ZUPPE E MINESTRE”A cena con Julie e Marek: largo alle zuppe”

Dall’archivio di Dolcipensieri:

PASSATO DI VERDURA CON ORZO PERLATO, SAPORE DI PAPRICA CON CROSTINI SAPORITI 

PASSATA DI CECI PROFUMATA AL ROSMARINO CON DITALINI

SALTIMBOCCA ALLA ROMANA

BRUSCHETTA AL SARDO

ZUPPA DI CIPOLLE AL ROSMARINO

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Un “Dolcepensiero” tradizionale: il salamino fresco è un must nella mia famiglia. Questo primo piatto di tagliatelle sono un piatto semplice preparato con un prodotto fresco come il salame che in questo caso, non deve avere più di 15 giorni, quindi alla fine molto simile alla salsiccia. Un piatto facile con ingredienti genuini se preparato con salami insaccati dal contadino. Su questo piatto ho avuto la piena approvazione da parte di mio marito che adora questi piatti molto rustici e tradizionali: non so’ se quello che vi sto’ dicendo vale anche per qualcuno di voi, ma qua in Brianza questi salamini consumati freschi sono un buon ingrediente sia da gustare semplicemente con del pane oppure come sostituto ancor più sostanzioso alla salsiccia tradizionale. Ottimale gustarsi questa prelibatezza a cavallo della festività di metà gennaio e precisamente Sant’Antonio in cui è tradizione ammazzare il maiale per poi farne degli insaccati e conservare la carne per la prossima stagione primaverile che arriverà. E poi gustare le verze che hanno preso le classiche “gelate d’inverno”, fan si che queste pietanze siano ancor più prelibate.

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

320 grammi di tagliatelle paglia & fieno

8-10 foglie di verza

2 salami freschi (massimo di 15 giorni)

olio extravergine d’oliva q.b.

1/2 bicchiere di aceto balsamico di Modena

sale e pepe.

PREPARAZIONE

Tagliare le foglie di verza a listarelle dopo averle ben lavate e scolate, sbriciolare i salamini freschi in pezzetti privandoli del budello: in una capiente padella antiaderente con un filo di olio evo, farli rosolare e quando saranno ben cotti, sfumare con l’aceto balsamico; unire la verza, farla appassire unendo se necessario qualche cucchiaio di acqua calda. Continuare la cottura a fuoco basso. Regolare di sale e pepe. Nel frattempo far cuocere le tagliatelle in acqua salata in ebollizione, scolarle al dente. Farle saltare nel sugo preparato per qualche minuto, se gradite un’ultima spolverata di pepe…

Dall’archivio di “Dolcipensieri”:

RISOTTO DI SANT’ANTONIO

IL RISOTTO DELLA GIUBIANA CON LA LUGANIGA

TAGLIATELLE AL TARTUFO BIANCO

PAGLIA E FIENO DELLA FATTORIA

CONFETTURA DI FRAGOLE E ACETO BALSAMICO

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Un “Dolcepensiero” ancora per il freddo invernale: quindi perfetto per una calda e fumante zuppa. Gli ingredienti sono classici, rustici e molto buoni: un perfetto assemblaggio con una verdura di stagione e i legumi sempre presenti nelle nostre dispense. Oltre ad apprezzarli con zuppe calde, da qualche anno adoro legumi e cereali anche per insalate fredde durante l’estate diventando così la cena perfetta che può essere preparata in anticipo. Per questa buona ricetta calda, gli ingredienti sono per circa 10/12 persone, io la faccio anche se siamo solo in tre, l’avanzo è perfetto per il giorno dopo oppure ne congelo qualche porzione nel caso abbia difficoltà a cucinare, un’ottima scorta dell’ultimo momento. Una variante più ricca alla classica pasta e fagioli.

Gli ingredienti principali di questa zuppa dai sapori rustici sono i fagioli, ennesimo prodotto che ci ha fatto conoscere Cristoforo Colombo e originari del Brasile e Argentina. Ne esistini ben 500 diverse qualità che rendono questo prodotto diffuso e conosciuto in tutto il mondo anche perchè perfetto per la lunga conservazione o in scatola, sottovuoto ed essicati. Oggi ho scelto tre diversi tipi, caratteristici nel loro colore e forma: i “fagioli dall’occhio” di colore bianco o crema con un piccolo anello nel punto di attacco del bacello al seme; i “fagioli Lima” piatti e di colore bianco o tendente al viola originari dell’america del sud molto saporiti e i “fagioli neri” di colore ebano brillante.

INGREDIENTI PER 10/12 PERSONE… (OPPURE PER QUALCHE PICCOLA SCORTA)

1 cavolo verza

400 grammi di fagioli misti (fagioli dall’occhio, fagioli Lima, fagioli neri e cannellini)

100 grammi farro

1 cipolla bianca

1 porro

200 grammi di pomodori a cubetti

2 fette spesse di pancetta***

olio extravergine d’oliva

pepe bianco q.b.

brodo vegetale q.b.

sale q.b.

peperoncino in polvere q.b.

crostini di pane

PREPARAZIONE

Lavare molto bene con acqua corrente i fagioli e il farro, scolarli. Tagliare finemente il cavolo verza dopo averlo lavato e privato della costa centrale. Affettare a julienne la cipolla e il porro. Tagliare a dadini la pancetta che profumerete con il pepe bianco. Portare ad ebolizione il brodo vegetale (carota, zucchina, sedano e un pizzico di sale). In una pentola capiente di coccio, scaldare dell’olio evo, tuffare la cipolla con il porro e appena inizia a dorare, unire la pancetta al pepe, far rosolare molto bene e quando anche la pancetta inizierà a dorare, unire il cavolo verza che farete stufare con qualche cucchiaio di brodo. Nel frattempo ammollate i fagioli con l’orzo nel brodo (almeno un litro), quando la verza si sarà ben ammorbidita, unite il brodo con i fagioli e iniziate la loro cottura per almeno un’ora e mezza diluendo se necessario con altro brodo. A metà cottura, unire il pomodoro o la passata, mescolare bene il tutto, coprire e continuare la cottura a fuoco lento; regolare di sale e peperoncino a seconda del vostro gusto (se volete un sapore più deciso e saporito, potete aggiungere del dado vegetale o altri sapori). Portare in tavola in ciotole, terminare con un filo di olio evo a crudo, con i crostini di pane e una spolverata di grana gratuggiato.

***Per una versione vegetariana, eliminare la pancetta.

Con questa seconda ricetta (la prima è questa qui), partecipo alla raccolta de LE RICETTE DI MINU’ dal titolo SE NON E’ ZUPPA E’ PAN BAGNATO

CON QUESTA RICETTA PARTECIPO AL CONTEST DE “IL GAMBERETTO”

“MA SEI PROPRIO UN BROCCOLO”

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Un “Dolcepensiero” che fa inverno: quando inizio a preparare questi involtini è perchè fuori è iniziato il freddo. Infatti per le tante giornate piovose, questo è un piatto caldo che riscalda il cuore grazie al suo buon e caldo ragu’ impreziosito dalla zucca che insieme alla verza, che ne è  il suo involucro, sono i prinicipali simboli dell’inverno.

INGREDIENTI

PER IL RAGU’

la polpa di 1/2 zucca “lunga di napoli” (ne ho parlato qui)

500 grammi di carne trita

500 grammi di polpa di pomodoro

1 cipolla dorata

olio extravergine d’oliva

sale

pepe

noce moscata

poco peperoncino

PER GLI INVOLTINI

12 foglie di verza

pecorino sardo stagionato q.b.

qualche ricciolo di burro

PREPARAZIONE

Per il ragù: sbollentare la polpa della zucca in acqua bollente salata per circa 10 miuti o fino a quando sarà morbida. Scolarla e lasciarla raffreddare. In una pentola far soffriggere nell’olio la cipolla tagliata molto finemente. Appena dorata, unire la carne macinata e farla cuocere molto bene rigirandola di continuo, regolare con il sale. Quando sarà ben cotta, unire la polpa di pomodoro, cuocere a fuoco vivo e poi allungare con un po’ di acqua calda (circa un bicchiere). Regolare con pepe e noce moscata. Continuare la cottura per circa un’oretta a fuoco medio basso, allungando con un po’ di acqua se si dovesse asciugare troppo. Unire la polpa di zucca tagliata a dadini, mischiare bene il tutto e controllare di sale e pepe. Aggiungere un poco di peperoncino.

Per gli involtini: sbollentare nella stessa acqua della zucca, le foglie di verza per pochi minuti e farle raffreddare su una gratella. Appena tiepide, distribuire su tutte un po’ di sugo, aggiungere una generosa gratuggiata di pecorino sardo, chiedere la foglie a mo’ di imvoltino con dello spago da cucina. Adagiarli in una pirofila finendo con qualche ricciolo di burro e del pecorino gratuggiato. Da servire con del purè di patate.

Partecipo al contest “A cena con Julie e Marek

del blog “Menta Piperita and Co

Dall’archivio di Dolcipensieri:

INVOLTINI DI VERZA E RAGU’

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Un “Dolcepensiero” di fine inverno: la primavera è scattata da pochi giorni – a guardare il calendario – ma, l’inverno strafreddo, non mi ha ancora lasciato del tutto ne tanto meno ha lasciato spazio al sole; le temperature sono salite ma qui stà piovendo, a parte oggi che andava e veniva un tiepido sole. I sapori invernali imperversano ancora la mia cucina, tant’è che ho sfruttato l’ultimo cavolo verza che c’era in circolazione… a dire il vero questa ricetta ha già qualche giorno, ma mi perdonerete se non troverete più gli ingredienti, beh la terrete per l’anno prossimo… posso solo dirvi che era buonissima e l’ho chiamata Valtellina perchè gli ingredienti sono quelli dei pizzoccheri. La differenza la fa il formaggio: al posto del bitto ho usato una buona e saporita fontina valdostana piccante!!!

INGREDIENTI

1 rotolo di pasta sfoglia

1 patata media

12-15 foglie di cavolo verza

80 grammi di montasio

200 grammi di fontina piccante

grana grattugiato q.b.

una noce di burro

PREPARAZIONE

Pelare e affettare la patata, lavare e tagliare a julienne il cavolo verza.

In una pentola far bollire abbondante acqua salata dove lesserete le patate prima  e la verza in un secondo tempo. Scolarle e farle raffreddare. Tagliare a dadini piccoli i formaggi,  imburrare la teglia dove adagerete la pasta sfoglia. Riempirla con le verze e le patate, ricoprirla con i tocchetti di formaggi, una generosa spolverata di grana gratuggiato; ripiegare i bordi che spennellerete con un po’ di burro sciolto o dell’uovo, infornare per circa venti minuti oppure fino a quando non prenderà un bel colore dorato in superficie. Di solito la preparo mezza giornata prima, in modo che si possa compattare per poi servirla leggermente riscaldata…

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Un “dolcepensiero” dall’est: oggi vi presento un piatto leggero ma saporito grazie al mix di spezie che gli conferiscono un profumo orientale… Infatti la cucina orientale è quella che preferisco e in questo periodo oltre alle più famose (thailandese, giapponese e cinese) sto valutando anche quella vietnamita. Inoltre quando preparo questi piatti, trovo molto interessante utilizzare utensili, posate e tecniche diverse dalle nostre tradizionali. L’unico problema, a volte, è reperire tutti gli ingredienti al supermercato: per fortuna nelle nostre città ci sono negozi dedicati esclusivamente a prodotti etnici che aiutano a reperire tali particolari ingredienti; cerco sempre, comunque, di leggere le etichette con estrema attenzione, soprattutto la loro effettiva provenienza.! Un ingrediente fondamentale nelle ricette asiatiche è senza dubbio la salsa di soia: dal colore intenso e scuro, la salsa di soia varia in diversi tipi; si ottiene da fagioli di soia appunto, fermentati con frumento e acqua. Quella più scura è densa, usata per insaporire mentre quella chiara e anche più delicata di gusto, viene usata per cuocere in umido. Stretta parente della cucina cinese, quella thailandese oltre ad aver in comune l’uso della salsa di soia, dai cinesi ha ereditato anche l’uso della wok e dei vermicelli: il motivo per queste influenze cinesi, è dato dal fatto che il Vietnam è stato dominato fino all’anno 1000 dalla Cina sostituita poi dalla Francia che ha lasciato l’abitudine di usare carciofi, pomodori, mais e asparagi oltre che cavolfiori, broccoli, cetrioli ed infine carote. Altra particolarità della cucina vietnamita, è il generoso uso di erbe sia asiatiche sia occidentali: si abbonda con erba limone, aneto, menta e basilico. La trovo una cucina leggera: la preparazione dei cibi in padella o in umido impiega pochissimi grassi e le verdure sono spesso crude o leggermente saltate.

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

500 grammi di petto di pollo

olio evo

2 spicchi di aglio rosa fresco

1 porro

1 carota grossa

qualche foglia di verza o lattuga

90 grammi di germogli di soia

2 cucchiai di salsa di soia (scura e densa)

mix di spezie per cibi orientali (oppure aglio, sale iodato, zucchero di canna e pepe nero).

PREPARAZIONE

Preparare le verdure a julienne: tagliare il porro a rondelle, tritare l’aglio finemente, affettare la carota a listarelle sottili e corte, affettare anche la verza (o lattuga, se non stagione) scegliendo delle foglie ben sode (utilizzo quelle più vicine al cuore della verdura). Scaldare nel wok un filo di olio evo e fate rosolare il porro tagliato e l’aglio tritato.  Unire la carne del pollo tagliata a listerelle. Rosolare la carne rimestando di continuo, aggiungere un cucchiaio di salsa di soia diluita con due di acqua calda continuando la cottura a fuoco medio. Aggiungere le carote, dare una bella mescolata, unire i germogli di soia, continuare a mescolare e fate andare per un paio di minuti. Unire il mix di spezie (se ne siete sprovvisti, potete pestare nel mortaio dello zucchero di canna, dell’aglio, del sale iodato e del pepe nero fino ad ottenere una polvere leggermente saporita e molto fine – non ho le quantità, tendo sempre a farla in base al mio grado di piccantezza). Finire con l’aggiunta della verza (o lattuga), unire un cucchiaio di salsa di soia pura, mescolare con vivacità e appena la verza si ammorbidisce, servire ben caldo con un filo di salsa di soia rimasta nella wok.

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Un “Dolcepensiero” che non è etnico ma potrebbe: anche per questa ricetta, ho preso spunto dalla rivista CUCINA NATURALE dove nell’articolo sui ravioli, ho trovato questa dove si confezionano i ravioli con la carta di riso. Da me sono stati però richiamati saccottini, perchè ho ripiegato i lembi sotto, a mo’ di fagottino. Sono ideali se avete invitati vegetariani, sono senza glutine quindi adatti a chi ha intolleranze alimentari e poi sono leggeri grazie ai pochi quadi inesistenti grassi. In questo piccolo “pensiero”, ho parlato di etnico per la presenza della carta di riso famosissima per la preparazione degli involtini primavera. E per ribadire la quasi famigliarità con i cibi asiatici, ho deciso di bagnarli leggermente con la salsa di soia e di fotografarli con dei bastoncini semplici, dono di uno dei miei tanti ristoranti cinesi dove ogni tanto ceno. Ma ecco la mia versione:

INGREDIENTI PER SEI PERSONE

36 dischi di carta di riso

300 grammi di erbette

300 grammi di verza

4 carote

150 grammi di pecorino stagionato sardo

1/2 cipolla bianca

1 spicchio di aglio

rosmarino essicato (spezia)

olio extravergine d’oliva

salsa di soia.

PREPARAZIONE

Tritare finemente la cipolla e la verza tagliarla a striscioline: stufare poi la cipolla con l’olio evo, il rosmarino e l’aglio; aggiungere poi la verza. Tagliare anche le erbette finemente, le carote a julienne che unirete all’altra verdura quando sarà ben appassita. Mescolare bene il tutto, aggiungere un mestolo di acqua tiepida e far stufare bene a fuoco alto. Salare e aggiungere la noce moscata. Levare lo spicchio di aglio e continuare la cottura fino a quando anche le erbette saranno ben appassite. Grattugiare il pecorino, aggiungerne un paio di cucchiaiate, abbassare il fuoco al minimo e continuare la cottura rimestando di continuo. Bagnare, uno alla volta, i dischi di carta in acqua fredda, farciteli con un cucchiaio di ripieno e una spolverata ancora di pecorino. Richiudeteli a mo’ di fagottino, infornate in forno appena caldo per soli cinque minuti: devono risultare tiedidi. Servire con della salsa di soia.

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Un “Dolcepensiero” ispirato: ho preparato questo piatto a base di pesce ispirandomi ad una ricetta di un servizio che ho letto su CUCINA NATURALE. Per la ricetta originale vi consiglio di leggere il web o meglio acquistate il giornale, molto interessante con servizi e ricette originalissime e ottime se avete delle intolleranze oppure dei problemi legati all’alimentazione. Tornando alla ricetta, quella che vi propongo è anch’essa leggera ma di un sapore delizioso ottima se siete in dieta, se siete intolleranti al glutine o ai latticini. Ma ecco la mia versione:

INGREDIENTI

12 filetti di merluzzo

12 foglie di verza

1/2 cipolla bianca

125 grammi di soncino

1/2 spicchio di aglio

1 cucchiaio di pistacchi

3 cucchiai di gherigli di noce

1 cucchiaio di rosmarino essicato

olio extravergine d’oliva

aceto balsamico

sale rosa

pepe nero e bianco macinato fresco.

PREPARAZIONE

Eliminare la costa centrale dalle foglie della verza ottenendo due strisce per ogni foglia. Scottatele in abbondante acqua salata per un minuto, scolarle con una schiumarola e trasferirle su di un piatto per raffreddarle. Lessate nella stessa acqua anche i filetti di merluzzo per circa cinque minuti (anche se meno se vedete che si sfaldano). Tritare finemente l’aglio, unire il rosmarino essicato (il gelo di quest’inverno mi ha fatto morire la mia pianta “secolare”), mescolare con olio evo abbondante, salare e pepare miscelando bene il tutto. Unire le noci e i pistacchi tritati finemente, miscelare bene con una forchetta. Prendere una fetta di verza, adagiarvi il filetto di merluzzo premendo leggermente e con un cucchiaio spalmare l’olio aromatizzato il pesce. Arrotolare l’involtino premendolo leggermente, chiudetelo con uno stuzzicadente; ripetere l’operazione con le altre foglie e filetti di merluzzo fino al loro esaurimento. Spalmarli leggermente con l’olio avanzato. Passare gli involtini in forno a 180°C ventilato per circa 10 minuti: devono solo scaldarsi. Nel frattempo,  tagliare la cipolla a spicchi sottilissimi, unirla al songino, condire il tutto con olio extravergine d’oliva e sale. Fare un letto con l’insalata su un piatto, adagiarvi gli involtini e buon appetito!

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 Un “Dolcepensiero” invernale: eccoci ormai a fine gennaio; il 17 di questo mese si festeggia Sant’Antonio e a lui si attribuisce la macellazione del maiale che, tempi addietro, rappresentava la dispenda delle famiglie per quasi tutto l’anno a venire. E da questa data che s’inizia a pensare alla nuova stagione – la primavera –  e a come si svilupperà: infatti i contadini allevato ed ingrassato il maiale, lo “sacrificavano” per poter sfamare le proprie famiglie confezionando lardi utili come condimento, prosciutti, salami e mortadelle, pancette e salsiccie… Dagli orti si finiva di cogliere le ultime verdure di stagione: le verze infatti sono più gustose se gelavano ancora a terra, broccoli e cavolfiori facevano i pardroni a queste terrre per poi essere di nuovo vangate e preparate per la nuova stagione. Tra i vari riti pagani dell’inverno, si attendeva il rogo della Giubiana che, se bruciava bene con un falo’ subito accesso e con fiamme ben alte, avrebbe indicato la buona riuscita della stagione agricola… Qui da noi in Brianza, dove ci sono ancora tante fattorie e dove ci dividiamo equamente tra laghi, pianura e montagna, queste usanze sono ancora in uso. Per Sant’Antonio ci sono tantissime sagre, la Giubiana viene ancora bruciata a fine mese e i piatti tipici si dividono tutti questi buonissimi prodotti che derivano dalla cultura contadina… infine il carnevale darà un primo saluto al tiepido sole primaverile!!!

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

350 grammi di riso

200 grammi di salsiccia

100 grammi di formaggio di latteria

una dozzina di foglie di varza (quelle più bianche)

1 scalogno

1 bicchiere di vino bianco secco

1.5 litro brodo vegetale

2 noci di burro

pepe

olio extravergine d’oliva

grana grattugiato

qualche foglia di prezzemolo.

PREPARAZIONE

Mettete a bollore del brodo fatto con dado vegetale; soffriggete lo scalogno affettato sottilmente con una noce di burro, unitevi il riso, fatelo tostare un pò, sfumate con il vino bianco molto secco. Cuocete il risotto aggiungendo man mano il brodo caldo ed intanto tagliate a pezzi grossolani la salsiccia fresca che farete rosolare in una pentola antiaderente senza l’aggiunta di alcun condimento, ma solo qualche goccia di brodo. Regolare con un po’ di pepe.

Continuare la cottura del risotto irrorando con il brodo, mentre la salsiccia continuerà a fuoco molto basso. Tagliare le foglie di verza (le più bianche e sode all’interno) a julienne e quando mancano cinque minuti alla fine della cottura del riso, aggiungetele alla salsiccia ben cotta, amalgamate bene il tutto, spegnete il fuoco e spolverizzate con il prezzemolo tritato.

Unire il condimento al risotto aggiungendo la noce di burro, una generosa manciata di grana grattugiato e il formaggio latteria tagliato sottilmente. Mantecate, lasciate riposare qualche minuto e servite.

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Un “Dolcepensiero” ai preparativi: …di Natale. E si perchè dall’otto dicembre si parte con tutte le manifestazione del paese per il natale ma anche a casa non mancano le pre-cene natalizie dove s’incotrano amici per scambiarsi i regali e gli auguri. Quest’anno ho pensato a qualche piattino più leggero da presentare in tavola e ho pensato anche a quegli amici che non amano la carne ma alla buona tavola comunque non ci rinunciano. Questa ricettina è una delle mie tante variazioni su un piatto tipico che cucino tante volte durante l’anno: una variante simpatica che è riuscita a meraviglia e che è piaciuta tanto come anche questa che trovate qui, dove in entrambi i casi gli ingredienti sono tipici della preparazione dei pizzoccheri, ideale per i mesi invernali, un giusto connubio fra verdura e formaggio.

INGREDIENTI

 una ventina di cannelloni

una dozzina di foglie di verza

3 patate medie

200 grammi di bitto

PER LA BESCIAMELLE

100 grammi di burro

80 grammi di farina

1/2 litro di latte

noce moscata

sale e pepe

grana grattugiato.

PREPARAZIONE:

In una capace pentola, far bollire l’acqua con sale grosso e sbollentateci le patate sbucciate fino a quando saranno ben morbide; dopo le patate, nella stessa acqua, lessate per circa cinque minuti le verze, scolatele e tuffateci anche i cannelloni. Mentre raffredda il tutto, tagliare a dadini piccolissimi il bitto. Tagliare a pezzi grossolani le verze mentre con le mani schiaccite le patate, unite il formaggio e mischiate il tutto. Tagliare a metà i cannelloni e riempiteli con il ripieno di verdura e formaggio, adagiateli verticalmente in una pirofila imburrata, uno accanto all’altro. Preparare la besciamelle: in una casseruola fate scioglliere il burro a fiamma bassissima e, aiutandovi con una frusta, amalgamate bene la farina passata al setaccio per evitare grumi. Diluire subito con il latte; continuate a mescolare fino a che la salsa si addensa, all’inizio del bollore fate cuocere per circa 6-8 minuti continuando a rimestare. Spolverate con la noce moscata, il sale e il pepe, aggiungete una bella spolverata di grana grattugiato. Sovrapporla ai cannelloni e spolverare con il grana gratuggiato.

Servire ben caldi a gruppo.

Ho già cucinato i cannelloni così:

CANNELLONI FRESCHI AL RAGU’

 H  O  M  E

B  L  O  G

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