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Archive for the ‘FILM… LIBRI…’ Category

…E HO APPENA FINITO DI LEGGERE

fragole e champagne

(immagine presa dal web)

“…Sophie era sbalordita. Sembrava che quelle due si conoscessero da tutta la vita, e che stessero riprendendo i fili di una conversazione che avevano cominciato qualche ora prima, davanti a una tazza di tè e a un vassoio di madeleine. Voi due vi siete già incontrate? chiese, avanzando con cautela e sedendosi sul bordo del letto. Anche lei prese un dolcino”

Questo è un piccolo passaggio del libro “Fragole e Champagne” di Sarah Kate Lynch dove alcune protagoniste si gustano dei dolcetti molto buoni, le madeleine appunto; il libro è pieno di titoli di ottime portate soprattutto dolci. Siamo in Francia e precisamente nella zona dove si produce lo champagne. Protagonista di questo romanzo è la famiglia Peine, anzi  solo due componenti di essa almeno nei primi capitoli sono i veri protagonisti. Clementine, primogenita dei Peine, è arrivata a compiere quarant’anni passando la sua esistenza fra i filari dei vigneti in compagnia di un padre per lo più ubriacato e per niente affettuoso o compiacente. Una donna dura e trascurata. Tutta l’azienda vinicola grava sulle sue spalle e purtroppo le cose non stanno andando molto bene soprattutto problemi causati dal cattivo carattere del padre, scorbutico e irrascibile. Anche il castello di famiglia purtroppo non ha più le fattezze eleganti di una volta, anzi sembra sia lì per cadere del tutto. Sarà la morte del padre a dare una svolta alla vita pericolante e scialba di Clementine, che non sarà di sicuro il poter governare in modo autosufficiente la sua azienda che si sta preparando alla chiusura. Nel momento in cui bisogna leggere il testamento, Clementine ha un’ulteriore sorpresa ovvero quella di non essere l’unica ereditiera del castello e azienda vinicola. Il destino le farà incontrare di nuovo la sorella Mathilde, cinica e vanitosa, completamente il suo opposto sia come donna, abitudini di vita e carattere. Il passato così ritorna a galla come le amarezze che la sorella le procurò durante la sua adolescenza: infatti le soffiò il ragazzo di cui era perdutamente innamorata. Mathilde si trasferirà al castello decisa – quale donne in carriera – a far rivedere all’azienda denaro e notorietà. E proprio mentre inizia le sue pubbliche relazioni, ecco che dal nulla spunta una terza e finora sconosciuta sorella Peine ovvero Sophie che con la sua dolcezza genuina e il suo entusiasmo, riuscirà a penetrare le dure scorze delle sorelle maggiori facendole capire quanto possa essere bella la vita di una famiglia che fino poco tempo fa non sapeva nemmeno di esistere. Ma costringe anche ciascuna delle tre sorelle ad affrontare i propri fantasmi, a risolvere i conflitti nutriti da anni. Durante la loro convivenza non mancheranno però i colpi di scena: Clementine dovrà rivelare una passione adolescenziale non ancora sopita per il vicino di casa purtroppo oramai sposato e rivelare così il suo segreto più intimo ovvero quello di avere avuto una figlia poi data in adozione. Mathilde fuggita da una vita in città troppo stretta per lei che non riesce a cogliere la vera essenza della vita ovvero l’amore di un marito ricco e facoltoso disposto a tutto pur di vederla felice e una figlioletta Edie troppo sveglia e carismatica con una dote naturale nel cogliere i profumi dei vari champagne. Sophie costretta a vivere per strada come una barbona e con tale etichetta purtroppo non riuscirà a portare avanti un buon lavoro di truccatrice e quindi anche uno stile di vita più dignitoso. A fare da collante a queste tre sorelle troppo diverse ma con sangue Peine che scorre nel vene – anzi direi champagne – arriva una zingara che ogni anno per la vendemmia giunge al castello con tutta la sua carovana. “La Petite” l’anziana amica di Olivier, creerà un’atmosfera magica che svelerà tutti i lati più oscuri delle tre sorelle e neanche un incendio riuscirà a sconfiggere la forza delle sorelle Peine e proprio in punto di morte La Petite rivelerà il segreto più intimo del vecchio patriarca ovvero tre tipi di champagne prodotti nelle tre annate in cui nacquero distintamente le sorelle e che riusciranno con il loro valore, a ricavare il denaro per riportare a galla lo Champagne Peine…

Quante volte nella vita, si sono sentite famiglie completamente ribaltate causa un’eredità e Sarah Kate Lynch ci regala un libro dove le emozioni non mancano in ogni pagina. Il romanzo diventa così un susseguirsi di avvenimenti molto vicini alla realtà, ma lo stile scorrevole di Sarah Kate Lynch permette una lettura facile e soprattutto appassionante. Devo essere sincera ma l’inizio mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca: la lettura diventava lenta e noiosa, ma chissà perché avevo come l’impressione che più sarei andata avanti più questo libro mi avrebbe conquistata… infatti è stato proprio così; la storia prendeva vita la piano piano, sfociando in un finale senz’altro non aspettato… come un segreto appunto! Ve lo consiglio caldamente, per me bello e avvincente!

Vi ricordo il Giveaway del blog “Libri vagabondi”

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MADELEINE ALLA VANIGLIA (17)+

Grazie a questo bellissimo libro, che fa da filo conduttore, vaniamo alla ricetta i oggi ovvero le

Madeleine alla vaniglia

INGREDIENTI

2 uova grandi

un pizzico di sale alla vaniglia

150 grammi di zucchero alla vaniglia

150 grammi di farina 00 autolievitante

125 grammi di margarina

un paio di cucchiai di latte intero

una fialetta di aroma alla vaniglia

MADELEINE ALLA VANIGLIA (20)+
PREPARAZIONE
Sbattere nella planetaria le uova con un pizzico di sale alla vaniglia, unire lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere la farina. Aggiungere la margarina ammorbidita a bagno maria e il latte miscelato con l’aroma alla vaniglia. Lasciar riposare in frigo per una mezz’oretta. Preriscaldare il forno a 220°C. Porre l’impasto in una sac a poche e versarne un poco in ogni alveolo a conchiglia dello stampo posto sopra una teglia (che se anche di silicone, imburrato leggermente). Infornare. Lasciar cuocere per 3-4 minuti e poi abbassare la temperatura a 180°C e prolungare per altri dieci minuti circa o fino a coloritura, effettuando la prova stecchino per la buona riuscita della cottura. Lasciar raffreddare su una gratella e servire.

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Dall’archivio di Dolcipensieri:

COPPE AL LIMONCELLO

MADELEINE AL GRUYERE CON PINOLI

MADELEINE CON NOCI BRASILIANE

INSALATA FREDDA DI CHICCHI ALLA RUSTICA

POLLO AL CURRY

MADELEINE AL PESTO VERDE

MADELEINE ALLA VANIGLIA (10)+

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I mesi estivi sono quelli più propensi alla lettura: le vacanze regalano questa bella opportunità che durante il resto dell’anno purtroppo viene superato da tantissimi impegni quotidiani. Sdraiati al sole oppure all’imbrunire, è rilassante leggere qualche libro e immergersi nelle storie a noi preferite per evadere dalla routine per qualche oretta. Fra poco si partirà quindi volevo regalarvi qualche mia idea… inizio con un romanzo di una scrittrice che io adoro e che mi fa sorridere sempre. Sophie Kinsella alias Madeleine Wickam e viceversa, mi aiuta sempre a rilassarmi con le sue storie un po’ buffe e surreali ma che però assomigliano tanto alla realtà…

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(immagine presa dal web)

Il suo nuovo romanzo è una ragnatela di assurdi equivoci e bugie ingegnose per evitare un matrimonio frettoloso: “Fermate gli sposi” appunto!!! Urge evitare il danno! Protagoniste sono due sorelle, diversissime fra loro; Lottie donna in carriera con un fidanzato perfetto e bello prontissima per il matrimonio, ma a cui non è ancora stata fatta la fatidica promessa, tanto che, per la voglia appunto di diventare anche una moglie, fraintende la richiesta che Richard vuole farle. Per una serata in un ricercatissimo ristorante, Lottie si prepara di tutto punto per sentire la dichiarazione di matrimonio di Richard. Perfino nei bagni del ristorante racconta a perfette sconosciute quello che per lei accadrà fra pochi minuti al suo tavolo. Peccato, però, che Richard le propone solo un viaggio per spendere le miglia aeree accumulate. Per poi rivelarle che si trasferirà anche in un altro paese per motivi di lavoro. E tra equivoci e figuracce nel ristorante, parte la storia di Lottie disperata e arrabbiata per una storia d’amore ormai finita. Se poi ci mettiamo la tremenda figuraccia sfiorata per poco da lei di voler regalare un anello da uomo proprio a Richard, la disperazione va alla grande! ecco che entra in scena la sorella Fliss in continua lotta con l’ex-marito sulla custodia ed educazione del bimbo fin troppo sveglio. Una crisi coniugale che sfiora il ridicolo addirittura portandosi al collo una chiavetta USB con tutti i documenti e varie riguardante appunto il suo divorzio. Una donna completamente diversa da Lottie, ma la sua unica spalla su cui piangere perchè stranamente in questo romanzo non entrano in gioco amiche e confidenti bensì vecchi compagni di scuola attraenti e pronti a regalare a Lottie il suo grandissimo sogno che verrà ostacolato in tutti i modi da Fliss che reputa la fuga di Lottie troppo avventata e stranamente sospettosa. I preparativi alle nozze si riducono così al semplice acquisto di lingerie costosissima e sexy per la prima notte di nozze, una fuga per un fugace matrimonio e finalmente il viaggio di nozze… Se poi ci mettiamo anche un socio in affari di Ben che ci mette del suo per screditare il futuro cognato, il gioco è fatto! E via tutti in Grecia… o quasi! perchè oltre alla sorella, al socio e ulteriori complici, Richard il bellissimo ex fidanzato, reo confesso di aver mollato l’unica donna della sua vita, si ripresenta alla porta per riconquistare la sua bella ex fidanzata che intanto è partita appunto per la Grecia con il nuovo marito… ma esiste veramente un matrimonio? è proprio questo che Fliss cercherà di “rovinare” perchè un matrimonio non consumato non si può certo definire tale. Fliss, farà di tutto, anche rischiare di uccidere sua sorella, innescandole una tremenda reazione allergica, per evitare che il matrimonio venga consumato ma non solo… con lo zampino del direttore del fantastico resort in Grecia, farà succedere ogni cosa delle più assurde per rovinare la luna di miele come far sparire il bellissimo e comodissimo letto matrimoniale. Così facendo i due piccioncini dovranno ingeniarsi a trovare location romantiche, se non ci fossero sempre in mezzo maggiordomi fin troppo gentili e disponibili! Nel frattempo che i tre – con figlioletto annesso – giungano in Grecia, con un arresto in aereoporto per cause di forza maggiore, la storia di Lottie inizia ad avere qualche piccolo cedimento: Ben il ricco amico ritrovato, si ricrederà del matrimonio perchè capirà di amare un’altra e Lottie capirà che l’atmosfera dei vent’anni non è la stessa che sta respirando ora in Grecia…
L’ennesimo romanzo comico della scrittrice, che non mi delude mai: mi è piaciuto molto! Frizzante e leggero, ottimo per passare qualche oretta in perfetto relax e con il sorriso sulle labbra sempre!!! Perfetto da leggere sotto l’ombrellone o come me, prima di dormire!

Se volete altre recensioni di Sophie/Madeleine:

LA RAGAZZA FANTASMA

TI RICORDI DI ME?

LA REGINA DELLA CASA

SAI TENERE UN SEGRETO?

HO IL TUO NUMERO

VACANZE IN VILLA

I LOVE SHOPPING da cui hanno tratto un film

I LOVE MINI SHOPPING

LA COMPAGNA DI SCUOLA

LA SIGNORA DEI FUNERALI

Gli ingredienti segreti dell'amore

(immagine presa dal web)

Nicolas Barreau è uno scrittore francese con la passione per ristoranti e la buona cucina, antagonisti nei suoi romanzi. Nel romanzo “Gli ingredienti segreti dell’amore” la protagonista è appunto una  giovane e attraente chef, Aurélie, che gestisce da qualche anno il ristorante di famiglia “Le Temps des cerises”. È in quel piccolo locale con le tovaglie a quadri bianchi e rossi che si vedono passeggiando in rue Princesse, che il padre della ragazza ha conquistato il cuore della futura moglie grazie al suo famoso “Menu d’amour”. Ed è sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili. Ora però, dopo una delusione d’amore, neanche il suo ottimismo e l’accogliente tepore della cucina del suo ristorante, riescono più a consolarla. Un pomeriggio, un po’ triste e amareggiato passeggiando per Parigi, Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo intitolato “Il sorriso delle donne”. Incuriosita, inizia a leggerlo e scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo ristorante. Incuriosata decide di contattare l’autore per ringraziarlo, impresa non facile. Ogni tentativo di conoscere il misterioso scrittore inglese viene bloccato da André, l’editor della casa editrice francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento, l’incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata. A volte è necessario anche nascondersi…

Un libro fresco, leggero e terribilmente romantico ambientato nella città di Parigi che fa da sfondo come una bellissima cornice… Una lettura se amate il libri romantici un po’ diversa dal solito! Forse il finale, un po’ troppo affrettato! A fine libro potete trovare le ricette le Menu’ d’amour” di Aurélie.

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(immagine presa dal web)

Il secondo romanzo di Barreau si concentra su una lettera d’amore misteriosa che arriva a Jean-Luc proprietario di una galleria d’arte firmata “La Principessa”: “Mon cher Monsieur, vi starete chiedendo chi è che vi scrive. Non ve lo dirò. Non ancora. Rispondetemi, e provate a scoprirlo. Forse vi aspetta un’avventura che farà di voi l’uomo più felice di Parigi. La Principessa”. Uomo affascinante e molto ben voluto dalle donne, Jean-Luc vive in uno dei quartieri più alla moda di Parigi con il suo fedele dalmata Cézanne e tra vernissage, amici, aperitivi al café e romantiche passeggiate lungo la Senna, la principessa lo sfida a smascherarla dandogli una serie di indizi. Jean-Luc sta al gioco con l’intento di scoprire chi si nasconde dietro la principessa e mettere alla prova tutte le sue donne presenti della sua vita. Anche questo romanzo è leggero, perfetto per rilassarsi e perché no un po’ sognare. Sempre ambientato e Parigi, la storia d’amore è intrigante ma anche simpatica. E come per il primo sopra raccontato, entrambi possono ben diventare storie da film.

tutta colpa di ny

 (immagine presa dal web)

Per ultimo ho lasciato questo romanzo carinissimo che mi ha fatto partire con la fantasia fino a pensare di essere Clover la protagonista simpaticissima del romanzo… molto americano come appunto il titolo fa pensare. Clover è una ragazza proprietaria di un negozio di articoli da regalo e con un interessante fiuto sul capire quale regalo sia meglio per i suoi clienti. Dal carattere impulsivo, schietto e fin troppo sincero. Fare un regalo non è sempre facile, quindi come personal shopper, Clover ha molti fans. Natale è alle porte, New York è in fermento e Clover, da sempre innamorata dell’atmosfera natalizia, si gode il periodo dell’anno che preferisce. Finito di lavorare in città, alla sera ritorna nella sua casa appena fuori città dove tutto è più tranquillo. E proprio per questa particolarità che Cade Harrison, uomo molto fortunato e attore acclamato di Hollywood bello, ricco, famoso e amato, decide di godersi la tranquillità tutta natalizia di questa cittadina con la speranza di non essere riconosciuto. Anche il successo, però, ha i suoi lati negativi: Cade si nasconde soprattutto dalla stampa perché appena uscito da una relazione disastrosa con una collega. E allora accetta volentieri di trascorrere le feste a New York, nella casa che gli presta un amico, una casa vicinissima a Clover ragazza che da subito attira la sua attenzione e che con il suo carattere peperino, lo farà innamorare. E così due vite, apparentemente inconciliabili e diversissime fra di loro, inciamperanno l’una nell’altra nel periodo più romantico dell’anno. Basterà la magia del Natale a far scoccare la scintilla? Basteranno le mille luci di NY viste dall’alto di un grattacielo come regalo di natale? sicuramente le loro due vite diversissime creeranno parecchi equivoci ed eventi che li porteranno ad una sempre più vivace amicizia che si trasformerà ovvio in amore. Sarà dura per Cade far capire a Clover la sincerità dei suoi sentimenti ma soprattutto far uscire l’uomo che c’è in lui diversissimo dall’attore visto in tv. Se poi ci si mettono anche le diversità famigliari, il romanzo acquista quel tocco piccante in più: lui l’attore famosissimo con una famiglia a lui legatissima, Clover al contrario con una famiglia sempre pronta alla critica e al rimprovero soprattutto nei suoi confronti da sempre pecora nera. Un romanzo che mi è piaciuto parecchio per i suoi dialoghi brillanti e molto divertenti, romantico e moderno al tempo stesso perfettamente inserito nella più romantica parte dell’anno ovvero il natale. Romantico come Notting Hill…

Con questo post dedicato ad alcune mie ultime letture, partecipo al Giveaway del blog “Libri vagabondi”

libriely1

 

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PAN BRIOCHE CON GOCCE DI CIOCCOLATO (104)+

DOLCIPENSIERI

AUGURA

a tutti voi che passate quotidianamente nelle sue pagine un

sereno Natale colmo di tranquillità e serenità, calore e amore e perché no… un pizzico di fortuna e benessere!

E che la salute ci sia sempre…

AUGURI!!!

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JACK LANTERN (40)+

Ci stiamo preparando alla festa più pagana dell’anno ma sicuramente una delle più amate dai bimbi. Ieri pomeriggio io e Matteo ci siamo goduti un pomeriggio halloweeano godendoci il cartone animato: “Coraline e la porta magica”; devo dire azzeccatissimo perché era proprio pauroso con atmosfere alla Tim Burton proprio in tema con la settimana. Coraline è una bambina di 10 anni che si trasferisce insieme ai suoi distaccati genitori in una misteriosa villa di campagna tutta rosa, il “Pink Palace” appunto. Coraline è stanca della quotidiana vita monotona e non sopporta gli atteggiamenti menefreghisti dei suoi genitori, che si curano poco di lei e molto della loro professione ovvero quella di redigere libri di giardinaggio cosa che loro odiano e soprattutto non amano sporcarsi con terra e fango. Coraline sogna sempre un mondo migliore della sua grigia realtà, con due genitori sempre disposti a passare del tempo con lei e con pranzi e cene degne di una famiglia vera. Mai avrebbe immaginato di scoprire nella sua stessa casa una misteriosa botola, nascosta da un mobile: entrare in quel cunicolo sarà come essere catapultata in un altra dimensione composta da genitori-copia in apparenza perfetti ma che nascondono una terribile verità, malefica e cattiva. Accanto a lei diversi e buffi personaggi fanno da sfondo ad una storia avvincente e un po’ paurosa… un’avventura fra sogni e realtà che le farà capire quanto sono importanti i suoi genitori seppur con una miriade di difetti! un film adatto a bimbi un po’ cresciutelli; a Matteo non nego che un po’ di paura l’ha fatta! Poi ci siamo dedicati alla realizzazione di “Jack O’Lantern” con l’aiuto di Marco e il risultato è stato splendido: la lanterna di zucca accesa era spettacolare pronta per il party di Matteo che farà con qualche suo amichetto la sera di ognissanti. Lui sarà dracula grazie al bellissimo mantello che ha realizzato nonna Pina… Ma come nasce Jack O’ Lantern? e chi era? ovvero la storia della zucca da dove proviene? Jack O’Lantern è una zucca scavata della sua polpa e lavorata a mano, tradizionalmente di moda nei paesi anglosassoni durante la ricorrenza di Halloween. Diviene così una sorta di sagoma di un volto misterioso e pauroso che si trasforma in una fonte di luce, grazie ad una candela inserita all’interno della zucca: il chiarore dello stoppino rischiara la sagoma dall’interno, mettendo in luce i tratti degli occhi a triangolo e della bocca sdentata. Prima dell’uso della zucca in America, venivano usate grandi rape, barbabietole e cavoli rapa. Il nome Jack gli venne attribuito secondo la tradizione che narra di un fabbro astuto e ubriacone, che un giorno al bar, incontrò il diavolo. Dopo le tante bevute, in diavolo era convinto di avere la sua anima in pugno ma Jack, anche se ubriaco, riuscì a prendere in giro il diavolo che si trasformò in una moneta facendo promettergli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. La moneta fu posta vicino ad una croce d’argento evitando al diavolo di potersi ritrasformare; il diavolo gli strappò ancora una promessa ovvero quella di prendersi la sua anima ma fra soli dieci anni. Ma Jack anche in questa occasione riuscì ad essere più furbo impedendo l’ascesa del diavolo incidendo una croce su un tronco e ottenne in cambio della libertà del diavolo il risparmio della dannazione eterna a Jack. La vita di Jack fu piena di peccati e alla sua morte ne il paradiso ne l’inferno volle la sua anima che iniziò così a vagare e il diavolo ancora arrabbiato per i patti precedenti, gli tirò addosso un tizzone rovente che Jack posizionò all’interno di una rapa che aveva con sé. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack va a caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese erano tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all’infelice anima che la loro casa non è posto per lui.

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Ecco come preparare Jack O’Lantern:

occorre una zucca tonda e dal colore arancione uniforme. Con un pennarello disegnare occhi, naso e bocca; se è la prima volta che la realizzate, vi consiglio una grafica facile e con linee il più dritte possibili facili da intagliare ma non dimenticate che dovrà risultare spaventosa! Occhi e naso possono essere triangolari, la bocca un zig zag con linee dritte con cui otterrete la classica bocca/ghigno di Halloween, la calotta superiore una stella a più punte.

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Procedere al ritaglio. Con un coltello, affondare senza paura nelle parti disegnate partendo dalla calotta. Proseguire svuotando l’interno della zucca usando un cucchiaio per gelato, attrezzo perfetto per questa lunga operazione.

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Una volta svuotata bene la zucca, sarà più semplice intagliare gli occhi, il naso e la bocca, perché potrete impugnare dalla calotta e fare incisioni più precise.

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Procurare un lumino da accendere all’interno della zucca che dovrà essere bella piatta e ricoperta con un pezzo di stagnola per l’eventuale perdita della cera. Appoggiare la zucca sul davanzale della finestra oppure sull’uscio della porta per evitare a Jack di rovinarvi la serata di Ognisanti…

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BUON HALLOWEEN A TUTTI

e non dimenticate tanti dolcetti

BISCOTTI “NOTTE DI HALLOWEEN”

MUFFIN DI HALLOWEEN

MUFFIN AUTUNNALI

TORTA AMERICANA PER HALLOWEEN

e ovvio tanti scherzetti!!!

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La magia che si può sentire quando si visita una città d’arte, è molto difficile da descrivere. Così come fu per Roma, Parigi e poi tante altre, non so quali parole far scorrere su questa pagina virtuali…

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Badate bene che l’arte costa… in tutti i sensi! Arrivati in macchina da Vinci dove abbiamo alloggiato in Villa Dianella, abbiamo cercato posteggio per la “modica” cifra di 5,30 euro all’ora con anche il dover lasciare le chiavi al posteggiatore senza la ben che minima assicurazione. Di cifre ben più modeste – si fa per dire – è il parcheggio della stazione, comodo e pratico per giungere subito in città; il prezzo è comunque alto: 3 euro all’ora. Se poi volete fare un giro in bus aperto, non potete scegliere se il biglietto valido tutto il giorno oppure se fare una sola corsa per ammirare la città… il biglietto giornaliero si aggira sui 20 euro, i bimbi poco più basso ma non di molto. Ma veniamo all’arte che è meglio. Davanti a voi si presenta il retro della città…

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Ed ecco che subito la città si apre sulla chiesa di Santa Maria Novella con il campanile in stile romantico-gotico. La bellezza dei colori a Firenze è regalata dalle maestose opere architettoniche: arrivare in queste piazze toglie il fiato. Il bianco dei muri è intervallato dai colori delle pietre che creano un magnifico contrasto oltre che un susseguirsi di lavorazioni. Lungo la via ecco che appare la bellissima cupola…

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Appena svoltato l’angolo eccoci arrivati nella piazza dove vi è il centro pulsante dell’intera arte fiorentina, almeno per me, ovvero la zona dove si erge il Duomo… Una vista da togliere il fiato, una bellezza maestosa, un tripudio di gente che arriva da tutto il mondo e nell’aria un continuo sentir “Che bello”, “Meraviglioso ” e “ohh”.

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La Cattedrale prima di essere tale, si chiamava Santa Reparata. Nel 1966 durante degli scavi fatti all’interno del Duomo, furono riportati alla luce dei resti dell’antica chiesa di Santa Reparata. La facciata venne realizzata con i marmi di Carrara e sono di colore bianco, verde e rosa. La cupola venne affidata al Brunelleschi che vinse una gara indetta perché la costruzione di tale parte di edificio si rivelò difficoltosa. Dopo 140 anni di lavori, finalmente la Cattedrale si potè consacrare.

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La facciata ottocentesca è di Emilio De Fabris. La lanterna posta sulla cupola fu prevista dal Brunelleschi ma fu definita nei suoi dettagli architettonici e completata dal Verrocchio. Il Campanile di Giotto fu iniziato nel 1334, fu capomastro fino alla sua morte, poi sostituito dal Pisano, nel 1350 arrivò Talenti a finire i lavori.

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Di fronte alla Cattedrale vi è il Battistero di San Giovanni denominato anche Battistero Fiorentino. La sua pianta è ottagonale. Molto importanti sono le tre porte in bronzo: la Porta Sud che è la più antica, la Porta Nord del Ghiberti e la Porta Est detta Del Paradiso formata da dieci pannelli oggi sostituiti con del copie e che rappresentano il Vecchio Testamento opera del Ghiberti. E’ un gran capolavoro scultoreo del ‘400.

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Lungo le vie del quartiere che costeggiano il Battistero e la Cattedrale, è un susseguirsi di artisti di strada soprattutto vignettisti e raffiguranti.

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Si giunge così alla Chiesa della Badia Fiorentina e al Palazzo del Bargello dove vi risiede il Museo Nazionale fin dal 1859.

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Piazza della Signoria. Il Palazzo Vecchio è caratterizzato dalla Torre.

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Famosissimo e molto fotografato è il Putto con delfino del Verrocchio la cui copia decora la Fontana del Cortile di Michelozzo e la Torre.

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Una meraviglia gli affreschi nel cortile…

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Piazza della Signoria è una delle piazze più belle del nostro patrimonio artistico italiano, una delle piazze più ammirate da turisti di tutto il mondo. Scenografica, meta non solo di turisti ma anche set di molti film anche a livello internazionale: il primo a cui penso è “Hannibal” dove girarono parte del film proprio in Piazza della Signoria e agli Uffizi, quest’ultimo location anche per il film di Dario Argento “La sindrome di Stendhal” così come per “Souvenir d’Italie” pellicola di fine anni ’50 la piazza ispirò il regista. Protagonista indiscusso della scena della piazza è Palazzo Vecchio, sul lato destro si apre la Loggia dei Lanzi di epoca tardo-gotica. Al lato opposto la bellissima Fontana del Nettuno o Fontana di Piazza realizzata dall’Ammannati.

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A seguire il monumento equestre di Cosimo I del Giambologna e Giuditta e Oloferne di Donatello in copia. La Loggia dei Lanzi si compone di grandi arcate con davanti il Perseo del Cellini e il Ratto delle Sabine del Giambologna.

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Il Palazzo Vecchio fu ideato come una fortezza ed è caratterizzato dalla potente torre e dal balcone posto proprio nel centro. A destra del palazzo vi è la copia della scultura più famosa a livello mondiale ovvero il David di Michelangelo.

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Proseguendo da Piazza della Signoria, si giunge agli Uffizi che si affacciano sulla riva dell’Arno. Lungo tutto il piazzale, un susseguirsi di statue ritraggono diversi nomi famosi della storia e dell’arte italiana. A fianco di loro artisti ritraggono i turisti in ritratti. Raffiguranti e attori interpretano in svariati modi personaggi che hanno segnato la storia…

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Molto difficile entrare nella gallerie senza fare qualche coda, è possibile prenotare on-line ma vi consiglio di farlo appena subito organizzate la visita alla città. Per noi non era possibile fino al 21 agosto circa ma era anche la settimana più incasinata dell’anno ovvero quella di ferragosto e Firenze non era invasa solo da turisti stranieri…

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Giungiamo così sul lungo Arno… e si apre lo spettacolo del Ponte Vecchio, il ponte più antico della città con la sua struttura molto caratteristica a tre archi.

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Altra caratteristica del ponte è l’originale fila di casette ai due suoi lati esistenti fin dal ‘300 e che nei secoli hanno avuto modifiche continue pur rimanendo sempre molto particolari. Quasi tutte sono negozi orafi.

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Nel centro il ponte si allarga leggermente e vi è posta la statua del Benvenuti Cellini.

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Dopo una breve sosta alla fine del Ponte Vecchio, si può arrivare a Palazzo Pitti. Anche qui prenotazioni on-line chiuse e coda per la biglietteria e con un bimbo di 7 anni al seguito – malgrado la pazienza di un piccolo adulto – non è possibile abusarne troppo. Il Pitti è il palazzo più grande della città: famoso per le collezioni di moda, il palazzo di apre su una vasta piazza in discesa. Si pensa che il progetto fu del Brunelleschi.

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Incamminandoci per tornare sull’Arno, ci siamo imbattuti nella piazza della Chiesa di Santo Spirito su modello del Brunelleschi ma la facciata non fu mai finita. E forse è proprio questo particolare che incuriosisce i turisti che si soffermano ad ammirare la sua facciata bianca.

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Dalla Chiesa di Santo Spirito si può percorrere il Ponte Santa Trinità considerato dopo Ponte Vecchio, il più bel ponte di Firenze. Fu realizzato dall’Ammannati con visione di Michelangelo.

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E con questo ultimo passaggio, abbiamo terminato il nostro personale giro di Firenze tutta vista dell’esterno. Spero di avervi regalato un giro virtuale per l’arte fiorentina… al prossimo e ultimo post della mia vacanza toscana dove vi farò vedere un po’ di Pisa e vi racconterò di qualche ristorante in cui ho mangiato…

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MUFFIN AL LIMONE E SEMI DI PAPAVERO (45)+

Un “Dolcepensiero” molto amico: non so voi ma io adoro il telefilm “Una mamma per amica”, decisamente sarà la quarta volta che rivedo la serie.

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(il cast di “Una mamma per amica”, immagine presa dal web)

Comunque per chi non conosce la serie, parla di una mamma molto giovane e indipendente che rimasta incinta da adolescente, decide di non abitare più con i ricchi genitori e si trasferisce presso una locanda hotel dove la proprietaria l’aiuta nel crescere la piccolina e le fa imparare il lavoro in una locanda riuscendo così a diventare una direttrice pronta e accorta verso i suoi ospiti. E qui che parte il telefilm, dalla bellissima e alquanto particolare cittadina di Stars Hollow (Connecticut)… una cittadina normalissima come tante ce ne sono anche nella nostra Italia, dove tutti si conoscono e dove quando accade qualcosa lo si sa subito prima dei giornali stessi, dove si respira quell’aria di paese fatto del solito bar, delle solite riunioni di comitati e scuole… ma soprattutto questa serie televisiva è bella perché spensierata, perché per almeno un’ora al giorno o poco più non si pensa ad altro se non emigrare in quella cittadina un po’ stramba con persone pazze (nel senso buono della parola) dove tutto è contornato da lucine, gazebo e zucche durante il lungo autunno e dove per almeno una volta nella vita, ci piacerebbe alloggiare nella locanda di Lorelai. Accanto a Lorelai, c’è Rory la figlia bella e tanto ambiziosa nel fare giornalismo, tanto da portarla a leggere molto e tanti libri. E con loro tante storie d’amore per entrambe e continui confronti sulle loro crescite personali fino a trovare il vero loro amore. Un’altra particolare caratteristica del telefilm sta proprio nella dialettica molto veloce e spiccia, frizzante e dinamica. I temi spaziano fra amore adolescenziale di Rory a quello più maturo ma confuso di Lorelai, la prima volta di Rory con il sesso che farà ricordare a Lorelai un passato doloroso ma comunque bello, la distanza materiale di come voler vivere fra Lorelai e i proprio genitori borghesi ricchi facenti parte del clan più in della zona e infine l’amicizia e l’aiutarsi reciprocamente fra vicini di casa. Una parentesi molto carina è caratterizzata dalla migliore amica di Rory sempre costretta dalla madre coreana a comportarsi seguendo la bibbia per poi spiccare il proprio volo con una rock band, un fidanzato non coreano e infine un matrimonio con nascita di ben due gemelli. Per finire, in modo che mi collego alla mia ricetta di oggi, c’è la deliziosa e burrosa Sookie, cuoca presso l’albergo diretto da Lorelai, sua migliore amica e socia nella gestione del Drangonfly Inn.

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(Sookie di “Una mamma per amica”, immagine presa dal web)

Durante la serie si innamorerà di Jackson suo fornitore di prodotti ortofrutticoli, da cui avrà tre figli. E qui si apre un paradiso: chi non vorrebbe lavorare nella sua cucina sempre colorata e piena di cose buone? Con tutte le tematiche che il film racconta sempre con un filo di ironia, il telefilm è una vera scorpacciata di cibo: in effetti le due Gilmore sono golosissime di ogni schifezza possibile in vero stile americano. Caffè a gogo, ciambelle, pizze, hamburger, ogni tipo di cibo d’asporto e surgelato e infine i muffin, un dolce molto tipico in America cha amano gustare davanti ai loro film preferiti perché una delle loro passioni più sfrenate sono appunto i film anche vecchi. In una scena del film, Rory porta dei muffin alla banda rock della sua amica; fra questi c’erano quelli con i semi di papavero, ecco la mia versione e buona visione… ve lo consiglio caldamente!

MUFFIN AL LIMONE E SEMI DI PAPAVERO (25)+

INGREDIENTI PER DUE DOZZINE DI MUFFIN

2 uova

20 grammi di semi di papavero

130 grammi di burro

220 grammi di yogurt naturale

320 grammi di farina

150 grammi di zucchero

un pizzico di sale alla vaniglia

un paio di cucchiaini di lievito per dolci

la buccia e il succo di un limone e 1/2

MUFFIN AL LIMONE E SEMI DI PAPAVERO (40)+

PREPARAZIONE

Preriscaldare il forno a 190°C gradi. Montare gli albumi a neve con un pizzico di sale. Grattare la buccia del limone e poi spremere il succo che mischierete allo yogurt. Mescolare in una terrina la farina, i semi di papavero, il lievito e la buccia del limone. Nella planetaria, montare il burro morbido con lo zucchero fino ad avere una consistenza morbida con volume. Incorporare i tuorli al mix di burro e zucchero, quindi unire lo yogurt al limone. Con una spatola, incorporare gli albumi dall’alto al basso per non smontarli. Incorporare poco per volta il mix di ingredienti in polvere. Dividere l’impasto nei pirottini. Cuocere i muffin per una mezz’oretta (verificare la cottura con uno stuzzicadenti che deve uscire asciutto dall’ impasto).

MUFFIN AL LIMONE E SEMI DI PAPAVERO (55)+

Dall’archivio di Dolcipensieri:

MUFFIN CON CIOCCOLATO AL LATTE

ORATA AL FORNO CON SALE ALLA VANIGLIA E LIMONI

PLUM CAKE GRUVIERA E SEMI DI PAPAVERO

Con questa ricetta dolce partecipo a Get an Aid in the Kitchen del blog Cucina di Barbara 

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Con questa ricetta partecipo al contest di Vivi in cucina

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Con questa ricetta partecipo al contest de: “Chiacchiere e cucina”
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Oggi mi dedico a pubblicare un premio e qualche titolo di libri che ho letto: in questi giorni di vacanza potrebbero farvi piacere qualche lettura in perfetto relax magari al mare con i primi pomeriggi primaverili oppure in montagna mentre ci godiamo le ultime sciate…

Il primo premio mi è stato donato dal blog Rosso in cucina

e dal blog Lady Catelyn Stark che ringrazio di cuore

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Ma veniamo alle regole del premio…

  1. Visita e ringrazia il blogger che ti ha nominato;
  2. Ringrazialo nel tuo blog e crea un link al suo;
  3. Rispondi alle domande “Super Dolci”;
  4. Nomina una “Dozzina di panini” a cui dare il premio (13, in realtà…), crea un link del loro blog nel post e avvisali postando un commento nel loro blog;
  5. Copia e sposta il premio nel tuo blog.

Domandine…

  1. Biscotti o torta? Torta
  2. Cioccolato o Vaniglia? Vaniglia
  3. Quale è il tuo spuntino dolce preferito? Muffin
  4. Quando hai maggior voglia di cose dolci? Soprattutto nel pomeriggio
  5. Se tu avessi un soprannome “dolce”, quale sarebbe? Muffin, ovvio!!!!

Ora la nomina di 13 blog…

  1. http://pentoleepetali.wordpress.com/
  2. http://ideeintavola.wordpress.com/
  3. http://cookinloveblog.wordpress.com/
  4. http://paneepomodoro.wordpress.com/
  5. http://cakegardenproject.wordpress.com/
  6. http://amorezuccheroecannella.wordpress.com/
  7. http://cookiebeauty.wordpress.com/
  8. http://unfornelloperdue.wordpress.com/
  9. http://sofiafattori.wordpress.com/
  10. http://ilcuoredicarciofo.wordpress.com/
  11. http://ladycatelynstark.wordpress.com/
  12. http://www.sfizievizi.blogspot.it/
  13. http://www.conunpocodizucchero.it/

E ora passiamo alla mia rubrica “Ho appena finito di leggere…”

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(immagine presa dal web)

Il romanzo di Sveva è autobiografico e racconta la sua infanzia legata alla nonna e alla mamma, parla della guerra e della difficoltà che essa ha portato nelle case milanesi. Durante il secondo conflitto mondiale, molte famiglia milanesi – sotto il bombardamento degli alleati – vengono sfollate e qualcuna di esse trova rifugio dai parenti nelle campagne padovane. Così succede a Sveva catapultata in una nuova realtà rurale a casa dei nonni materni dove inizia così il suo nuovo cammino sempre vicina alla nonna e al suo mondo, un mondo che tocca anche la cucina perché sono anni di guerra dove tutto viene acquistato in misura, dove alcuni prodotti sono un vero e proprio lusso non solo economico ma anche nel trovarlo sul mercato quindi con i pochi ingredienti in cucina si creano nuovi piatti che se pur poveri, con qualche accorgimento riescono a portare in tavola sapori e profumi del tutto nuovi. Il romanzo racconta l’infanzia di Sveva, una bimbetta di 5 anni timida quanto curiosa, fatta di attività solitarie nella casa di campagna dei nonni fra risai e campi, di sguardi sempre attenti sui comportamenti degli adulti intorno a lei; accanto a lei una nonna amorevole quanto dura convinta che nella bimba ci sia nascosto il Diavolo, una mamma poco amorevole sia nelle parole che nei gesti ma molto raffinata nel confezionarle gli abitini e quanto schizzinosa nel modo di cucinare, sempre alla ricerca di quei prodotti che in tempo di guerra era difficile reperire. Sono queste particolarità che regalano al libro il titolo: La Rossumata è una delle tante ricette protagoniste del nuovo libro che alla fine della sua narrazione raccoglie una serie di ricette che hanno caratterizzato l’infanzia delle bimba Sveva. Infatti sono le ricette della sua infanzia che fanno da filo conduttore per i tredici capitoli del libro, tredici storie di ricordi e aneddoti di vita contadina a cui è legato sempre un piatto diverso perché anche se in guerra, in casa di Sveva il cibo non mancava mai. L’autrice parlando di sé e dei suoi cari, ci fa ricordare – come nel mio caso – i ricordi e i racconti dei nostri nonni e di alcuni genitori un po’ attempati riportandoci in un mondo che poi tanto lontano non è. Leggere il libro è come essere a tavola in famiglia quando ad un certo punto i più anziani magari al dolce, iniziano con i loro ricordi legati appunto al dopoguerra…

Altri libri di Sveva Casati Modignani:

COME VENTO SELVAGGIO

QUALCOSA DI BUONO

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(immagine presa dal web)

Parigi. La città dell’amore, capitale dei più grandi maestri pasticceri. Ed è proprio qui che l’americana Cade Corey, figlia di un grandissimo produttore di barrette di cioccolato americano, donna bellissima, sofisticata e straricca approda alla ricerca di uno dei maestri cioccolatai più famosi della Francia: Sylvain Marquis, pasticcere raffinato che mette nei suoi cioccolatini tutta la passione e la professionalità di cui ne va fiero. Il desiderio di Cade è quello di poter lanciare sul mercato una barretta con la sua griffe a livello internazionale ma a basso costo, progetto che monsieur Marquis non è disposto a lanciare, troppo commerciale nemmeno per tanti zeri su un assegno. Ma Cade non demorde: scatta in loro un amore passionale fatto di sguardi e frecciatine verbali fino a quando lei regala la sua carta di credito ad una signora ospite del maestro per un corso di cucina; Cade camuffata e con falso nome, riuscirà ad assistere ad una lezione che ahimè viene svolta dal suo collaboratore fino a quando Sylvain non si accorge di avere Cade come ospite anche se sotto mentite spoglie e in loro scatta questa morbosa e strana passione d’amore. Sarà poi il forte desiderio di Cade di possedere i suoi segreti, che la porterà a divenire una vera e propria ladra intrufolandosi nel suo laboratorio. Presto la notizia che una ladra di cioccolato si aggira per le strade di Parigi rimbalza di blog in blog, fino ad arrivare al New York Times, accrescendo la nomina di Sylvain, dei suoi affari e clienti al negozio, ma mettendo in serio pericolo la reputazione della donna soprattutto agli occhi del padre e del nonno che però appoggia in pieno la sfrontatezza della nipote. Complice l’inebriante sensualità del cioccolato che sappiamo tutti essere anche un’importante afrodisiaco, Ladra di cioccolato è un romanzo divertente e sensuale, moderno e affascinante che vi trascinerà nel mondo del cioccolato con suoi i sapori e profumiIn questo romanzo durante la lettura, si parla anche di alcuni piatti francesi fra cui la Tarte Normande che subito ho cercato sia nei miei libri sia in rete. Appena ho letto che è una torta con le mele, mi sono subito messa all’opera e l’ho preparata. Adoro i dolci francesi, questa torta non l’avevo mai assaggiata tantomeno preparata e devo dire che me ne sono subito innamorata divenendo così la mia torta di mele preferita.

Qui trovate la ricetta…

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Questa è la mia Tarte Normande ispirata al libro “Ladra di cioccolato”

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(immagine presa dal web)

I libri di Sarah Addison Allen sono pieni di magia… piacevoli da leggere, in grado di trasportarti dove lei ambienta i suoi romanzi. Ne Il profumo del pane alla lavanda, la magia aleggia in tutte le pagine del romanzo: Claire Waverley, ragazza affascinante ma solitaria, vive nella grande casa ereditata dalla nonna; le fa compagnia la cugina Evanelle anche lei una sorta di strega buona che regala oggetti alle persone a cui attribuisce un magico potere. E’ una donna di 34 anni e si dedica solo alla sua cucina e al suo giardino che nasconde un segreto, un segreto magico: ogni pianta, ogni fiore, ogni frutto che cade dal suo strano melo, hanno un potere magico, e soprattutto le mele se mangiate, scaturiscono la magia di cambiare il destino della persona che la mangia. Infatti al solo primo morso, colui o colei vedranno l’evolversi del loro destino soprattutto se questo sarà negativo avverandosi di conseguenza. Sono questi gli ingredienti che rendono unici i piatti di Claire, ricercati in tutta la cittadina di Bascom che conosce la storia della sua famiglia che s’intreccia in altre vite della cittadina. All’improvviso a sconvolgere la sua tranquilla esistenza, ritorna la sorella Sydney, scappata di casa anni prima e ora in fuga da un compagno violento padre però della sua adorabile bambina. Questo inaspettato ciclone che è sua sorella, porterà cambiamenti importanti nella sua vita: Sidney riuscirà a far innamorare Claire di un professore suo vicino di casa, la stessa Sidney porterà scompiglio nella vita della sua ex migliore amica nonché moglie di quello che fu l’amore adolescenziale di Sidney che però riscoprirà l’amore in un altro bel ragazzo ex compagno di college. Sembra che tutto sia accerchiato di felicità e spensieratezza per le sorelle, finché l’ex compagno di Sidney irrompe violentemente nella loro vita. Ma sarà proprio la magia di quel famoso melo che porterà l’uomo violento a vedere l’evolversi della sua vita impaurendolo al punto di farlo scappare dalla cittadina trovando la morte. Il finale pur essendo triste, regala alle sorelle un futuro roseo e d’amore e il melo sempre lì a proteggerle, troverà anch’esso la sua pace con il ritorno seppur dalle foto, della mamma delle due ragazze… Una storia dove realtà e magia si fondono in maniera così armoniosa da rendere possibile l’impossibile; un romanzo molto dolce che si legge con il sorriso sulle labbra.

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Scusate il ritardo per la pubblicazione del premio donato da Laura del blog “Home, gnam e click” ma in questi giorni un po’ di stanchezza e di stress accumulato, hanno avuto la meglio sulla voglia di fare altro… Ringrazio di cuore Laura per questo premio che ricevo e scambio con piacere:

Le regole:

1. Copia e inserisci il premio in un post… FATTO PROPRIO QUI

2. Ringrazia la persona che te l’ha assegnato e crea un link al suo blog… FATTO PROPRIO QUI SOPRA

3. Racconta 7 cose di te…

  • sono mamma, moglie e casalinga a tempo pieno di Matteo e Marco… mai tempo fu speso così bene!!! dopo anni di bella carriera lavorativa!!!
  • sono fierissima dei miei uomini
  • adoro leggere soprattutto quando c’è di mezzo la cucina…
  • adoro cucinare e mangiare, ovvio!!!
  • prima o poi lo farò: aprire un baretto in Giamaica (avete presente il film “Cocktail” con Tom Cruise, quando si trasferisce proprio lì e conosce la biondina?)… beh, vorrei vivere 365 giorni all’anno con le infradito!!!!
  • ridere con il mio bimbo in qualsiasi momento e sentirlo parlare anche tutto il giorno… beh credetemi, non ha prezzo!!!
  • vorrei fare un mese sabbatico e anche più a Roma, città che adoro e che ha tanto da visitare!!!!

4. Nomina 15 blog a cui vuoi assegnare il premio e avvisali postando un commento nella loro bacheca: QUANDO RICEVO PREMI SOLITAMENTE, A TURNO, CERCO DI PASSARE LA PAROLA AGLI ALTRI BLOG OPPURE LASCIARE IL PREMIO A CHI LO GRADISCE. OGGI E’ LA VOLTA DI REGALARLO A CHIUNQUE PASSI DI QUI E LO VUOLE…

Ora veniamo agli ultimi libri che ho letto:

MIRTILLI A COLAZIONE

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(immagine presa dal web)

Una famiglia che si riunisce dopo tanti anni che i figli sono partiti per fare la loro vita, i problemi di ognuno raggruppati sotto lo stesso tetto, i genitori che si vedono rigirare la loro vita tranquilla sul mare… sono le dinamiche di questo romanzo moderno dove alla base vi è il continuo amore verso i figli e la voglia degli stessi di avere il solido appoggio morale anche se ormai si sono costruite le proprie vite. Con questo libro, Meg mitchell Moore firma il suo esordio. Ogni protagonista viene per descritto facendoti amare ogni loro piccola o grande sfaccettatura del carattere e delle situazione che la vita ti pone davanti, situazioni a volte molto simili ad alcune che noi stessi abbiamo vissuto. Ginny e William si vedono scaravoltare la propria routine di pensionati dall’arrivo di Lillian la primogenita con bimbi al seguito dopo una rottura-pausa dal marito che in città si era fatto l’amante-segretaria, spinto dalla frenesia e dalla continua assenza della moglie sempre intenta sui figli. Sconvolta, decide di trasferirsi per l’estate dai genitori con la scusa che il marito troppo impegnato, sarebbe stato bello far passare qualche giorno al mare dia nonni, giorni che diventano poi settimane e mesi. Quando ormai sembra che tutto abbia preso una nuova piega, Stephen il maschio di casa torna anche lui a casa con la moglie imprenditrice incinta. La loro visita si trasformerà in breve tempo ad una vacanza forzata a letto della moglia in maternità a rischio, creando non pochi asti con la mamma-suocera che vede la nuora troppo intenta al lavoro e poco al futuro nascituro. Nel frattempo anche l’ultima figlia, sta passando un periodo stressante sotto molti punti di vista: il fidanzato la lascia ma lei è ancora molto presa, il lavoro non vede miglioramenti e la casa presa in affito con l’ex, diventa troppo poco gestibile per il costo alto… la vita nelle grandi città può diventare troppo faticosa economicamente, quindi decide di scappare dai genitori lasciandosi tutto alle spalle, ma proprio tutto non ci riesce; la perdita del suo bimbo per un aborto spontaneo, la farà cadere in depressione. La bellezza di questo libro è la descrizione dei rapporti fra genitori e figli,  dei figli che a loro volta stanno diventando genitori: Lillian alle prese con una bimba al quanto sveglia e un altro piccolissimo che ha bisogno di tutte le sue attenzioni, pronta ad essere solo mamma tralasciando involontarimente il ruolo di donna di carriera ma soprattutto di moglie; Stephen pronto a fare solo il papà, conscio di avere una moglie che guadagna molto di più ma soprattutto difficile da spiegare ad una mamma che per sempre ha fatto la chioccia e non concepisce invece che sia il figlio pronto fare lui da mamma/papà del proprio bimbo ed infine Rachel che invece perde un bimbo che poteva essere l’unico anello che poteva ricollegarla al proprio fidanzato. Il punto fermo dei figli in questo romanzo sono i genitori ormai in pensione, che aprono le porte ai loro figli senza essere troppo opprensivi e ficcanaso, pronti a leggerne le sfumature nei loro comportamenti e abitudini; averli di nuovo tutti a casa, porterà scompiglio, caos e frenesia ma la loro unione datata farà da vero collante per mantenere ben saldi i loro rispettivi rapporti e le loro vite. Insomma il buon esempio e l’amore per la famiglia, è il vero e unico messaggio di questo dolcissimo libro. Se amate le storie belle e con il lieto fine, se avete bisogno di sapere  che c’è sempre qualcuno che ci vuole bene o se avete anche voi una famiglia che non si perde in chiacchiere bensì è sempre presente soprattutto nei periodi meno felici, questo romanzo fa per voi…

Di tutt’altro stile e narrativa, è il libro di Nadia Morbelli:

HANNO AMMAZZATO LA MARININ

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(immagine presa dal web)

Se volete farvi qualche risata, questo è un libro che fa per voi! scritto con semplicità e molta simpatia, il libro parla di un omicido commesso in un condominio. La signora Marinin appunto, viene trovata morta nell’appartamento della figlia sullo stesso pianerottolo di Nadia, una redattrice quarantenne e single che in breve tempo si troverà immischiata nelle ricerche investigative. E’ la vigilia di Pasqua, al ritorno da un viaggio, Nadia si concede un bagno, all’improvviso la luce se ne va magari per causa del temporale ed invece è nello stesso momento in cui la signora Marinin viene uccisa. La polizia suona al suo campanello e Nadia scopre che proprio quel giorno, il giorno del temporale, la sua vicina è stata uccisa forse per un furto in casa. La Marinin non è affatto ben vista da nessuno del palazzo, sempre petulante e ficcanaso, a volte litigiosa anche con la figlia. Ma sarà vero che la sua morte è avventuta per un furto in casa? niente è sparito e Nadia parlando con le persone che conoscevano la quanto strana signora, scopre un passato strano e molto difficile che fanno uscire personaggi e nomi di gente di paese sempre collegati a fatti di cronaca e pettegolezzi vari. Con il dottor Prini, agente di polizia, riuscirà a trovare il colpevole di tale delitto passando fra bocciofile, trattorie di paese e storie grottesche e fantasiose ma con sempre una fonte di verità a volte sconcertante, tra le chiacchiere degli abitanti, le cronache dei vecchi, le vicende di amanti spudorati e le memorie di un commissario ormai in pensione, si profila la sua pista investigativa. Addirittura, un indizio porterà anche al traffico di armi storiche illegali risalente alla monarchia italiana di Vittorio Emanuele II di Savoia… L’ambientazione è a Genova città in cui vive Nadia, durante il week-end nell’alto Monferrato dove vivono i suoi genitori e dove le storie legate alla famiglia della Marinin hanno origine e sviluppo. Per chi adora i romanzi gialli dalle venature umoristiche, questo è il suo romanzo: vita di provincia, storie colorate che s’intrecciano e fanno scoprire risvolti nuovi e al quanto particolari, sono le particolarità di questo delizioso romanzo; la protagonista Nadia Morbelli, con quell’aria un po’ sbadata e un fisico non del tutto appariscente, riesce a raccogliere dicerie varie che collegate fra loro, diventeranno le concrete certezze per risolvere un delitto che in apparenza sembrava una disgrazia legata ad un furto. Una scrittura leggera che sottolinea la vita di paese, frasi dialettali che colorano il romanzo qua e la, fanno assomigliare Nadia Morbelli al nostro caro Vitali…

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GRAZIE AL GIORNALE “SALE & PEPE” CHE MI HA DEDICATO UN PO’ DEL SUO SPAZIO NELLA RUBRICA DEDICATA AI FOODBLOGGER…

MI TROVATE IN ALTO A SINISTRA, SUL NUMERO DI GENNAIO 2013…

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(immagine presa dal web)

OLIVE COMPRESE – ANDREA VITALI

Simpaticissimo come sempre, irriverente nei racconti di paese… è un po’ come un viverci dentro ai suoi romanzi perchè parla della gente dei miei luoghi. E molte volte il sorriso che aleggia sulle mie labbra è dettato dal fatto che sembrano le stesse situazioni che ho vissuto… gente di paese che si conosce tutta, vicini di casa che sono anche un po’ parte di te, e anche se i suoi romanzi sono ambientati in anni precedenti, la vita che ci racconta è ancora presente nella vita di tutti i giorni qui in Brianza e su per il Lago. Olive Comprese è un susseguirsi di personaggi a volte un po’ strampalati e le vicende che vi girano intorno sono divertenti creando un bel quadretto di vita borghese. In questo romanzo i protagonisti principali sono quattro ragazzi diversissimi fra di loro ma d’accordissimo nel creare scompiglio alla vita di tutti i giorni in quel di Bellano. Sempre sotto controllo del maresciallo dei carabinieri del paese, un certo Ernesto Maccadò, i ragazzi riusciranno anche a dare filo da torcere alle proprie famiglie dando il triste compito di informare i propri cari delle loro marachelle proprio al caro e tutto d’un pezzo maresciallo alle prese con la moglie nel procreare figli fin quando non arriva la femminuccia. Ma come in tutte le famiglie non vi sono solo mele marce: Filzina, sorella di Ludovico uno dei quattro ragazzacci, è una bravassima ragazza, lavoratrice sempre pronta a darsi da fare e in casa perfetta figlia fino a quando non decide di fidanzarsi e poi convolare a nozze proprio con uno dei migliori amici del fratello, ossia uno della banda sempre pronta a creare scompliglio. Protagonisti presenti nel romanzo oltre alle famiglie dei “cattivi ragazzi”, ci sono il prevosto che si vedrà invece alle prese con una strana morte, il podestà con una moglie un po’ matta e strana convinta nella rincarnazione della sorella in una altrattanto strana donna del paese – l’Eufrasia in grado di leggere il destino dei propri clienti nelle carte e nei fondi del caffè – che riuscirà ad entrare nella famiglia del podestà divenendone parte integrante. Ma sarà l’avvelenamento dei piccioni del Crociati che creerà il più grande scompliglio in paese: una donnina ci lascerà le “penne” gustandosi il volatile… avvelenato. Il personaggio più irriverente è sicuramente l’Uselànda che già il soprannome l’ha racconta tutta, nient’altro che la donnaccia di paese e sarà proprio lei la donna più ricercata dal fratello di Filzina perchè solo lei può rivelare la soluzione dei pettegolezzi fisici del suo fidanzato. Non manca poi l’accenno storico legato a Mussolini che sul lago ci visse, il periodo storico in cui conquistò il suolo africano. Non mancano la famosa “breva” del lago, cioè l’arietta fresca e frizzolina che si alza dal lago appunto e la neve gelida che imbianca i monti della Valsassina regalandoci bellissimi scorci di vita del lago, un lago che affascinava e che tutt’ora affascina incastonato in monti e valli. Anche in questo romanzo Vitali riesce a catturare l’attenzione del lettore stuzzicandone l’immaginazione creando drammi e beffe famigliari, segreti che tali dovrebbero rimanere ma che la gente fa trapelare, amori strani e controversi arrivando anche a Roma grazie al viaggio di nozze di Filzina e alla nuova vita del fratello che fu allontanato dai genitori per fargli intraprendere una vita più seriosa e non fatta di scorribande e ubriacature di paese, ottenendo l’appoggio, il vitto e l’alloggio in casa del vecchio fidanzato della mamma Vittoria che a Roma è riuscito a farsi una posizione nel campo dell’orificeria. Romanzo bello, una commedia teatrale scritta, Andrea Vitali riesce ad essere anche questa volta ironico, introduce il lettore pagina dopo pagina nella vita del paese e dei suoi istrionici personaggi dando vita ad un romanzo popolare con stralci di storia reale che ti riporta agli anni del fascismo vissuto dalla borghesia. Il linguaggio a volte quasi dialettale con i nomi e i soprannomi ricreano un’atmosfera di sapori e storie antiche, le stesse che le mie nonne e zie mi hanno e tutt’ora mi raccontano… non perdetevelo: Vitali è un gran narratore, genuino!!!

la signora Vittoria invece era in cucina. Nonostante lo sconforto e le lacrime che di tanto in tanto le rigavano il viso, stava cuocendo un arrostino col quale imbandire una cena per Filzina… Il profumo niente male dell’arrosto s’era insinuato, dalla cucina, nel corridoio e da lì aveva invaso le altre stanze. Andrea Vitali – Olive comprese pag. 158

(immagine presa dal web)

L’INCONFONDIBILE TRISTEZZA DELLA TORTA AL LIMONE – AIMEE BENDER

Vincitrice del mio contest “Un libro mi fa compagnia in cucina”, questo libro mi è stato presentato da Valentina del blog “Cucina e cantina”.

Un romanzo amaro, a volte ho avuto voglia di smettere la sua lettura, di abbandonarlo lì sul comodino, mi sembrava troppo deprimente, triste e lontano da me. Ma dall’altro canto mi ha incuriosito la particolarità che ha la sua protagonista che scopre proprio durante la sua giovinezza: Rose riesce a capire, gustando il cibo, i sentimenti di coloro che lo cucinano. Rose è una bambina di nove anni e per il suo compleanno, la mamma decide di prepararle una torta al limone: una donna- la madre – eclettica, strana, indaffarata in mille arti, iperattiva ma molto affettuosa. Sarà proprio quella torta al limone, all’apparenza così piena d’amore, a rivelare un sapore vuoto che Rose non saprà spiegarsi, lo stesso sapore del pollo cucinato dalla madre quella sera a cena. Da questo episodio, Rose inizierà così la sua avventura culinaria che la porterà a scommettere con il fratello e il suo miglior amico George, le diversità che il cibo le consiglia fino al punto poi di spingerla a lavorare in un ristorante. Strane storie si allinieranno a tantissimi altri diversi stati d’animo tutti raccolti nel cibo scoprendo realtà sempre più complesse sulle persone che la circondano. Le cene e i pranzi in famiglia faranno capire a Rose le inquititudini della propria madre divisa fra l’affetto e devozione al marito e la passione dell’amante nonchè suo nuovo titolare, la distrazione del padre eterno uomo d’affari della city londinese, abitudinario e poco reattivo alle disgrazie famigliari piccole o grandi che siano. La storia di questa famiglia vista dagli occhi di Rose, porta il lettore a pagine tristi in cui si racconta della malattia sconosciuta del fratello un genio incompreso, pagine agrodolci in cui si racconta la vita di una ragazzina in piena adolescenza fino a divenire una donna pronta a sacrificarsi per non abbandonare la propria famiglia caduta in disgrazia per la misteriosa scomparsa del fratello. Ma sarà proprio questa virtù che legherà ancor di più Rose al padre il quale le racconterà che in famiglia non è l’unica ad avere tale predisposizine. Rose inizierà anche a conoscere le prime cotte, le prime delusioni d’amicizia ma capirà ciò che vorrà fare della sua vita, una vita tutta legata al cibo riuscendo ad essere assunta nel suo ristorante preferito regalandosi la propria, per ora, felicità. Un romanzo triste, intriso di problemi, diviso fra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, un romanzo in cui si conosce la doppia reltà che ogni persona può avere nella vita. Un libro pieno di sfide che la vita quotidiana ci può riservare… anche se continuo a dire che ho trovato il libro triste, ve lo consiglio perchè vi fa riflettere su come le persone accanto a noi possono mascherare le proprie insicurezze e debolezze e ti fa capire come una piccola variazione possa essere fonte di cambiamenti…

(immagine presa dal web)

AMORE ZUCCHERO E CANNELLA – AMY BRATLEY

Juliet è una giovane donna alle prese con la prima casa dei suoi sogni tutta da dividere con il suo fidanzato Simon; è pronta a dividersi fra lavoro e casa, per lui vuole cucinare e riempire la casa di piante e fiori. Ma purtroppo proprio la prima sera in cui si trasferiscono fra scatoloni ancora tutti da aprire e riordinare, Juliet scopre il tradimento di Simon proprio con la sua ex coninquilina, una stangona bionda, alta e molto appariscente. E’ così la casa dei suoi sogni si tramuta nella sua gabbia dove piangere tutta la sua solitudine e disperazione ricordando la sua alquanto strana infanzia legata all’amata nonna Violet, morta un anno prima, e nei suoi manuali anni ’60 dedicati alla casalinga perfetta. Mentre durante un pomeriggio di lacrime e depressione, nello sfogliare i manuali vecchie della nonna, Juliet trova consigli e appunti, che le danno conforto e mettendosi all’opera crea dei favolosi grambiuli che faranno furore nella cerchia delle sue amicizie. Ma sempre nei manuali della nonna, scopre una lettera della madre – con cui ha ben pochi contatti – che rivela una fredda verità: Juliet ha una sorella in qualche posto nel mondo e appena la madre fa ritorno da lei, cerca di capire tutta la verità sulla sorellastra. Inoltre Juliet grazie ad un nuovo amore Dylan, scoprirà che la morte del padre non fu causa sua bensì i rimorsi di una vita solitaria senza l’amore della sua vita, troppo presa a girovagare per il mondo. Una perfetta storia di amore, amicizia e relazioni tutta in perfetta sintonia con gli anni duemila: amore, tradimenti, storie legate solo per fittizi motivi… insomma una storia moderna! Unica nota dolente, il continuo affondare le proprie preoccupazioni e delusioni nell’alcool. Non credo sia molto elegante indicare questa via d’uscita essendo un romanzo leggero e quindi sicuramente ideale alla lettura di giovani ragazze… la lettura è semplice, trama non proprio originale, una discreta commedia d’amore.

…”Ci sono” dissi cercando una ricetta dal libro. “Farò dei tartufi al cioccolato. Poi ce li mangiamo guardando il dvd di Chocolat, e così ci dimentichiamo di tutto. Che te ne pare?” Amy Bratley – Amore zucchero e cannela pag. 256 (proprio qui trovate la ricetta per i tartufi, quelli linkati sopra sono una mia versione di qualche tempo fa)

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