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Archive for novembre 2010

Un “Dolcepensiero” perfetto: un caldo e fumante risotto con funghi porcini e finferli; tre ingredienti a cui sono particolarmente affezionata. Il risotto, perchè qui in Lombardia è un piatto tradizionale cucinato con lo zafferano si dice appunto alla “milanese”, se poi abbinato con un sughetto di funghi, è più che perfetto. I funghi porcini (qui trovate come li conservo personalmente) sono quelli del mio papi che raccoglie nel nostro bosco all’inizio dell’autunno che poi una volta puliti, li confeziono in sacchettini gelo per la conservazione in freezer che serviranno per i miei piatti durante tutto l’inverno, come in questo caso. Mentre i finferli, anch’essi funghi legati alla mia infanzia quando passeggiavo per i boschi con la mia famiglia, furono anche protagonisti nel mio banchetto di nozze, perfetti abbinati con pistilli di zafferano. Per il mio risotto di oggi, lo zafferano è quello toscano.

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

350 grammi di riso

1 fungo porcino medio/grande

200 grammi di funghi finferli

150 grammi di nocciole sgusciate

1 cipolla bianca

pistilli di zafferano

1 bicchiere di vino bianco secco

1 litro di brodo di carne (tipo questo qui)

grana padano grattugiato q.b.

60 grammi di burro

olio extravergine d’oliva

1 spicchio di aglio

prezzemolo tritato

PREPARAZIONE

Mondare la cipolla, tritarla finemente e farla appassire a fuoco moderato in circa 30 grammi di burro in una pentola capiente. Versare il riso, farlo tostare fino a quando il chicco diverrà trasparente, versare il vino bianco – circa mezzo bicchiere – e farlo evaporare per un paio di minuti rimescolando di continuo. Unire un paio di mestoli di brodo caldo, continuare a mescolare ed a unire brodo sino a completare la cottura del riso, circa un venti minuti. Nel frattempo, tagliare il fungo porcino: il mio era congelato quindi tagliato appena ammorbidito a fettine il più sottili possibili. In una padella antiaderente, far rosolare l’aglio in olio evo, tuffarci il porcino tagliato e i finferli: farli tostare per bene e una volta ammorbiditi, eliminare l’aglio e continuare la cottura a fuoco bassissimo unendoci il prezzemolo tritato e regolando di pepe. Unire i pistilli di zafferano – che avrete fatto sciogliere in acqua calda almeno due ore prima –  al riso. Spegnere il fuoco, unire il restante burro e una manciata generosa di formaggio grattugiato e mantecato mescolando energicamente. Per ultimo, unire le nocciole tritate grossolanamente lasciandone un po’ da parte per la finitura del piatto, unire anche i funghi tranne qualche cucchiaio. Impiattare il risotto terminando con i funghi e le nocciole lasciate a parte.

E non poteva che cadere come una “nocciola dall’albero” questo contest:

a cui partecipo con tanto… gusto anche perchè io adoro le nocciole!!!

Dall’archivio di Dolcipensieri:

RISOTTO AL PESCE PERSICO

SEDANI CON FONDUTA DI PECORINO DI PIENZA E ZAFFERANO DELLA VAL D’ORCIA

FUSILLI ALLA BOSCAIOLA

FETTUCCINE AL PORCINO CON SPECK CROCCANTE E ZUCCHINE

TORTINO DI GRANO SARACENO

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La ricetta la trovate QUI:

vi aspetto di là per i commenti…


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Un “Dolcepensiero” che fa TV: il Natale scorso mio fratello mi ha regalato il libro di ricette di BENEDETTA PARODI “COTTO E MANGIATO”. Me lo sono letta tutto, trovando ricette facili da realizzare ma non avevo ancora sperimentato niente: parlando con le mie amiche, ho notato che la ricetta più gettonata è questa che vi ripropongo tale e quale ma con la mia foto personale. Di una facilità “assurda”, è perfetta per i bimbi e/o per chi rivuole tornar bambino. Per quanto riguarda il libro, come ho detto, l’ho trovato interessante con ricette che sono riproponibili perfettamente senza troppa fatica, ricette che si sono passate di mano in mano tra amici e colleghi, perfette per realizzare un libro e anche la trasmissione televisiva. Questa ricetta le è pervenuta via e-mail. Su Benedetta non si può altro che dire belle cose: raffinata ma moderna, semplice ma mai banale, è una perfetta padrona di casa in televisione ed è giusto che abbia questo successo. Altre ricette gettonate sono le torte… quindi ora godetevi il mio risultato “salato” per il dolce prossimamente!!!

INGREDIENTI PER 3/4 PERSONE

350 grammi di petto di pollo

patatine confezionate

sale

PREPARAZIONE

Tagliare il pollo a striscioline, in modo da poterlo mangiare anche con le mani. Sbriciolare 2 o 3 generose manciate di patatine in una ciotola. Impanare le fettine di pollo con queste patatine sminuzzate avendo cura di premere bene da tutti i lati con il palmo della mano, facendo in modo che le patatine si appiccichino completamente e il pollo si assottigli un po’. Non è necessario aggiungere altro. Sistemare i bastoncini di pollo sulla placca del forno foderata di carta forno, farle cuocere a 180° per 10 minuti circa, controlladone la cottura perchènon secchino quando il pollo all’interno sarà cotto. Servire le crocchette calde condite con con un po’ di sale.

Dall’archivio di Dolcipensieri, ricette con il pollo:

PETTO DI POLLO CON SPECK, GORGONZOLA E ASPARAGI

POLLO ALLE SPEZIE CON VERDURE

RISO BASMATI E POLLO AGLI AGRUMI E ZAFFERANO

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Immagine presa dal web

Una storia che ti scivola fra le dita, un racconto scritto con tranquillità, la stessa che traspare appunto dalle pagine e che fanno si che il lettore le legga in tutto relax. E’ il riassunto molto spiccio ma che centra il punto sulle mie sensazioni appena ho chiuso il libro: mi è piaciuto per come scritto, mi ha divertito nel leggere le avventure amorose della protagonista, mi ha commosso quando ha raccontato della sua voglia di figli seguita da una grande delusione che solo una madre può capire, mi ha scaldato il cuore nel suo finale che fa sperare in tutte noi donne. Questa è Ruth, primo libro letto di questa scrittrice – RUTH REICHL – a cui ne seguiranno altri suoi, già segnati sulla mia lunga lista ma passati subito ai primi posti. Sinceramente CONFORTATEMI CON LE MELE è il seguito di LA PARTE PIU’ TENERA. Parla della sua vita in quel di Berkeley, California, parla della sua convivenza in una comune assieme al marito: mobili sfondati di seconda mano, se non addirittura riciclati, affitto quasi gratis. Il marito fa lo scultore. Lei l’aiuto cuoca a Berkeley per poi divenire una critica culinaria per il Los Angeles Times e più tardi per la prestigiosa rubrica del New York Times. Racconta, in un modo autobiografico leggero, aneddoti legati ai suoi  esordi, sempre velati con un leggero humor. I suoi racconti di vita personali sono intervallati dai suoi racconti di lavoro in cui descrive le recensioni dei ristoranti in cui è ospite, ristoranti che a volte sono di altissimo livello in cui lei si sente fuori posto, troppo abituata alle abitudini della comune dove ergono leggi anticonsumistiche. La vita non le risparmia anche momenti meno felici: la morte del padre e i ricordi tristi della sua infanzia legata ad una madre sempre depressa, la fine del suo matrimonio forse troppo abitudinario e poco allegro, fino alla conoscenza di due uomini entrambi diversi dal marito e pure diversi fra loro. Colman benestante critico culinario abituato a vivere nel benessere e nell’essere sempre ben accettato nei migliori ristoranti e pub e Michael che diventerà il suo compagno di vita, giornalista di professione. Ma ecco l’episodio più triste della storia di Ruth: presa in affido una bimba messicana, dopo qualche mese la madre naturale ritorna per riavere la figlia; dopo diatribe giudiziare, la bimba partirà con i genitori naturali che sconvolgeranno l’esistenza di Ruth. Ma il destino regalerà una bella visita a Ruth: infatti riuscirà a rimanere incinta di un bel maschietto. Ogni episodio, viaggio e storie di vita viene sottolineato da una ricetta degna di un ottimo ristorante, perfette da provare nelle nostre cucine… quindi a presto!!!

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Un “Dolcepensiero”: ho intravisto questo contest in giro per la rete e mi ha stuzzicato subito la voglia di partecipare anche perchè giusto qualche giorno fa, alla memoria mia e di mio marito, è salito un ricordo particolare sul cibo da strada. Stavamo parlando di neve, che forse arriverà anche a bassa quota nel week-end, e subito ci è salita la voglia di montagna, scii e piumini e soprattutto di cibi rustici, caldi e appetitosi. Noi siamo di Lipomo in provincia di Como e molto vicini alla Valtellina che adoriamo perchè piena di paesaggi bellissimi in ogni momento dell’anno e soprattutto per il cibo e per i loro prodotti. Quando ci concediamo i week-end invernali, saliamo sempre a Bormio e fra una sciata e l’altra oppure perchè no anche fra una pennichella e l’altra al sole dei 2000 o 3000 metri, ecco che ci gustiamo uno dei miei cibi da strada che preferisco: i panini. Nei vari chalet posti lungo le piste oppure nei vari stand organizzati all’arrivo delle discese, si possono gustare questi panini ghiottissimi, confenzionati con due prodotti del territorio quali il pane di segale e la bresaola della Valtellina. Il pane di segale era il cibo sostentamento per i contadini che portavano le loro mucche al pascolo, da sempre considerato un cibo a cui dare rispetto perchè “grazia di Dio”. Inoltre il pane di segale è buono anche se consumato dopo alcuni giorni. La tradizione vuole che il pane di segale sia panificato durante l’ultimo quarto di luna, evitando così al pane di non ammuffire, deve essere cotto in forno a legna dove bruciano tocchi di pino ben secchi che conferiscono al pane, un dolce calore. Infatti la legna veniva tenuta al sole – se possibile anche durante l’inverno – per almeno una decina di giorni prima di essere bruciata in modo che asciugasse ben bene. L’impasto deve essere lavorato con calma e le screpolature che escono dalla pagnotta, sono simbolo di una perfetta lievitazione. Nella cottura, ci vuorle la farina bianca di frumento per ricoprirne la superficie delle pagnotte. Le pagnotte in attesa di essere infornate, venivano poste su assi di abete. Dopo queste accortezze che donavano al pane profumi particolari, si potevano porre in forno caldo per la cottura. Quale miglior cibo può accompagnare questo delizioso pane se non la bresaola? Grazie al clima che regala la valle, questo salume è un prodotto di un’unicità inimitabile, saporita e molto carnosa che grazie appunto all’aria fresca delle Alpi, crea le condizioni ideali alla stagionatura della bresaola. E’ un affettato che viene prodotto dalle cosce del manzo scegliendo le parti migliori, seguendo dei rituali ben precisi e radicati da tempi lontani, segreti che si sono tramandati da padre in figlio. L’abilità di chi confeziona tali insaccati, oltre alla scelta dei tagli, consiste anche nella giusta dose degli aromi naturali in cui le brasaole vengono “accarrezzate” con tempi e ritmi ben definiti. Ottimale deve essere anche l’umidità. Oggi la vera Bresaola della Valtellina è garantita con marchio IGP – Indicazione Geografica Protetta – utilizzato esclusivamente dai produttori della Provincia di Sondrio. La brasaola oltre a essere buona e saporita, è un’ottimo sostituto della carne, molto povero di grassi. Quindi ecco come può nascere un buon cibo da strada se poi innevate, sono ancor più caratteristiche. Perfetto da consumarsi con una birra fresca oppure anche con un buon vino rosso valtellinese.

Con questa ricetta partecipo al CONTEST DI GIULIA – ROSSO DI SERA

Alla Valtellina sono particolarmente affezionata essendo da sempre la meta mia e di mio marito, per riposarci e confortarci con i loro buonissimi prodotti e non solo. Spero di avervi fatto scoprire qualcosa in più su questa meravigliosa Italia e su i suoi tesori gastronomici, e con l’occasione vi consiglio di farvi una bella vacanza in Valtellina in qualsiasi momento dell’anno, perchè ogni stagione questa valle regala ai turisti profumi, prodotti e avvenimenti molto particolari con tutti i confort che volete.

INGREDIENTI:

1 ciambella di pane di segale

80 grammi di bresaola della Valtellina IGP

4 fette di bitto o casera della Valtellina

porcini sott’olio

insalata riccia

burro q.b.

olio extravergine ai quattro pepi.

PREPARAZIONE

Tagliare il panino, spalmare uno strato di burro ammorbidito sulla parte superiore della cimbella. Tagliare il bitto – o il casera se volete un sapore meno stagionato – in fette sottili e formare un primo stato sulla ciambella. Proseguire con la bresaola tagliata a fettine sottili; irrorare con un filo di olio extravergine d’oliva ai quattro pepi (se ne siete sprovvisti potete miscelare dell’olio evo con del pepe a piacere). Tagliare a pezzettini i porcini sott’olio e metterli sopra la bresaola: infornare il panino in forno già caldo per pochi minuti giusto il tempo per ammorbidire e scaldare la ciambella e fondere lievemente il burro. Potete anche consumarlo senza scaldarlo, vi consiglio allora di unire qualche fogliolina di insalata.

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Un “Dolcepensiero” voglioso: avevo voglia di pasta, avevo voglia di bruschetta a cui non dico mai no ma di uscire a prendere del pane casereccio ormai non c’era più tempo! avevo solo un paio di fette un po’ rafferme del giorno prima, quindi davanti alla dispensa, mi sono imbattuta nei crostini di pane e mi è balenata quest’idea facile e buona per creare questa pasta. Se poi profumata con il mio pesto, l’idilio nel piatto… piatto è servito: spazzolato in un “nano momento” sia da me che da mio marito e dimenticavo anche da Matteo!!! Voi direte che sembra più un piatto estivo per gli ingredienti usati? può darsi ma posso dirvi che lo propongo tutto l’anno: il pesto fatto qui, lo congelo in vasettini da circa 125 ml quindi sempre pronti all’uso, i pomodori ormai ci sono tutto l’anno ed è vero anche che non avranno lo stesso sapore di quelli estivi magari raccolti nel proprio orto, ma questo “piccolo particolare” non mi ferma nel gustarmi questa bella pasta… quindi che ne dite, bruschettiamo anche la pasta???!!!

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE

320 grammi di pennette rigate

4 pomodori medi

1 spicchio di aglio

200 ml di pesto alla genovese (qui e qui le ricette)

qualche cucchiaio di gherigli di noci

fette di pane casereccio e crostini

sale e pepe

olio extravergine d’oliva

grana grattugiato.

PREPARAZIONE

Portare a bollore l’acqua per la pasta. Lavare e tagliare i pomodori a pezzettini privandoli dei semi interni. Porli in una ciotola con olio evo e lo spicchio di aglio (o una piccola parte a secondo dei vostri gusti), tagliato molto finemente, regolare di sale mescolando il tutto. In una pentola, stemperare il pesto con un po’ di acqua di cottura, aggiungere i gherigli di noci tritati finemente e il grana grattugiato, calare la pasta e mentre questa cuoce, tagliare a dadini il pane e tuffarli in una pentola insieme ai crostini con un filo d’olio e farli dorare per bene. Aggiungere al pesto i pomodori conditi, amalgamate bene il tutto a fuoco basso. Scolare la pasta, condirla con il pesto, porvi sopra dei pomodorini e i crostini di pane, regolare di pepe e un filo di olio evo a crudo. Servire ben caldo!

Dall’archivio di Dolcipensieri:

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La ricetta la trovate QUI:

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Un “Dolcepensiero”: torta golosissima ricca e soffice, un mix di sapori con mandorle e nutella, perfetta per un tè pomeridiano fra amiche oppure una colazione rilassante la domenica mattina. Parlarvi della nutella e di quanto è buona, penso sia inutile perchè la conosconoproprio tutti: vi posso però raccontare che questa torta è una delle tante che faccio quando all’asilo di Matteo organizziamo qualche banchetto vendita. L’ultima occasione è stata la castagnata che si è svolta a ottobre, il post poi lo rimandato di qualche settimana perchè questa torta è perfetta da preparare durante tutto l’anno, per dare vita a post più stagionali. A me piace per la dolcezza delle mandorle che abbinata alla golosità della nutella, fanno si ch,e una semplice torta, diventi di una golosità spudorata. Inoltre è bello raccogliere fra mamme, complimenti e suggerimenti per ricreare poi altre versioni: infatti ho già qualche ideuzza studiata a tavolino per arricchire questa bontà. Forse l’occasione arriverà per la festa di Natale sempre della scuola di Matteo: di solito dopo la S.Messa, dove i bimbi eseguono i canti imparati nei primi mesi di scuola, ci rechiamo tutti in Proloco per un momento di festa con un ricco buffet – dove non mancheranno le torte delle mamme, appunto – e per assistere all’estrazione della lotteria in cui si possono vincere magnifici cesti natalizi. Lo scorso anno è stato tutto molto bello: l’allegria che c’era nell’aria era indescrivibile e ancor più indescrivibile era l’agitazione mista ad adrenalina pura nei bimbi per la vicinanza del Natale e non vi dico la commozione in chiesa nel vedere il mio bimbo cantare e ballare… insomma avere circa 3 anni e mezzo e iniziare ad interagire con gli amichetti, per noi genitori è una soddisfazione incredibile. Era meraviglioso anche assistere alle loro piccole scenette fatte di bacini e carezze durante l’omelia!

INGREDIENTI

220 grammi di ricotta

60 grammi di mandorle spellate

1/2 vasetto di nutella (circa 100 grammi)

200 grammi di farina 00

200 grammi di zucchero

1 cucchiaino di zucchero vanigliato

75 grammi di burro

3 uova

1 bustina di lievito per dolci

un pizzico di sale

zucchero a velo per finire.

PREPARAZIONE

Mescolare nella planetaria il burro sciolto a bagnomaria con le uova, un pizzico di sale e gli zuccheri. In una ciotola schiacciare la ricotta con una forchetta e unirla poi al composto. Proseguire aggiungendo la farina setacciata con il lievito e le mandorle tritate finemente. Versare l’impasto in uno stampo imburrato ed infarinato, metterlo in forno già caldo per 25 minuti a 180°C. Quando la torta sarà ben fredda, tagliarla a metà, porla su una gratella e spalmarne la superficie con la nutella, richiuderla.

Terminare con zucchero a velo e granellini di zucchero colorato.

Dall’archivio di Dolcipensieri:

TORTA RICOTTA, NOCI E CIOCCOLATO

ROTOLINI AL CIOCCOLATO E COCCO

CANNELLONI CON DOPPIA RICOTTA E SPINACI

CHANTILLY ALLA NUTELLA

MI TROVI ANCHE NELLA RUBRICA “RICETTANDO” NELLA SEZIONE “IBLOG” SU

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Un “Dolcepensiero” tutto brianzolo: il pranzo della domenica è sempre più appetitoso con l’andare avanti dei giorni; camini sempre accesi, stufe che con il loro crepitio fanno da sfondo ai discorsi dei grandi e ai litigi dei piccoli, un susseguirsi di cibarie che sono la tradizione di famiglia. Fra questi ci sono gli ossibuchi e il risotto, buon connubio di aromi e profumi perfetti per passare una domenica in famiglia.

INGREDIENTI PER IL RISO IN CAGNON – QUATTRO PERSONE

300 grammi di riso

80 grammi di grana grattugiato

50 grammi di burro

foglie di salvia

1 spicchio di aglio

sale.

PREPARAZIONE

Far cuocere il riso in abbondante acqua salata per circa un venti minuti. Far sciogliere il burro in un tegame insieme all’aglio e alla salvia per alcuni minuti. Scolare il riso, condirlo con il burro da dove avrete eliminato salvia e aglio. Spolverare con il grana grattugiato, servire poi con gli ossibuchi.

INGREDIENTI PER GLI OSSIBUCHI – QUATTRO PERSONE

4 ossibuchi di vitello

uno spicchio di aglio

prezzemolo tritato

3 dl di brodo vegetale

un bicchiere di vino bianco secco

farina bianca q.b.

40 grammi di burro

olio extravergine d’oliva

sale e pepe

PREPARAZIONE

Infarinare gli ossibuchi in entrambi i lati, salarli e peparli. Rosolarli in una padella bassa e capiente con circa un quattro cucchiai di olio evo e il burro. Sfumare con un bicchiere di vino bianco e una volta evaporato, abbassare la fiamma, continuare la cottura bagnandoli con il brodo vegetale (io l’ho fatto semplicemente con del dado) per circa una mezz’oretta a pentola coperta (se occorre, prolungate la cottura).  Nel frattempo, tritare finemente l’aglio, il prezzemolo. Verso la fine della cottura, cospargere la carne con il trito, terminare la cottura, servirli ben caldi sopra il risotto e rivestiti con il fondo di cottura che avrete passato al colino.

Nel film SEX AND THE CITY 2, Carry cena con Mister Big che, per chi ha seguito il telefilm e i films, ama cucinare in casa propria soprattutto la cucina italiana che lui ama molto tanto da avere vigneti italiani che producono vino rosso. Comunque tornando alla mia ricetta, voi vi chiederete cosa centra Mister Big? In una scena del film nel loro bellissimo appartamento, Mister Big cucina un piatto milanese che non è altro che questo che vi ho proposto. E quale migliore occasione per partacipare al contest di COOK AND THE CITY – RICETTE DA OSCAR:

Dall’archivio di Dolcipensieri, qualche ricetta regionale della mia Brianza:

RISOTTO AL PESCE PERSICO

ALBORELLE

FORMAGGIO ZINCARLIN

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